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  1. Posted 4/4/2013, 22:05
    Jovanotti (feat. Benny Benassi) - Ti porto via con me nuovo singolo (testo e audio)

    jovanotti1-620x350


    Jovanotti ha annunciato su Facebook il titolo del prossimo singolo, Ti porto via con me, inciso assieme al deejay Benny Benassi


    Con un incredibile annuncio, sulla propria pagina ufficiale Facebook, Jovanotti ha svelato il terzo singolo (in rotazione radiofonica dal 5 aprile) estratto da Backup - Lorenzo 1987-2012. Si intitola Ti porta via con me ed è stato realizzato con il deejay Benny Benassi:


    TI PORTO VIA CON ME arriva venerdì in airplay nelle radio italiane… per essere pronti a “toccare il cielo” negli stadi, durante il Tour dell’estate 2013. Il video ufficiale arriverà dopo qualche settimana (siamo chiusi nella sala prove e lo gireremo nella seconda parte di Aprile). TI PORTO VIA CON ME è il pezzo nato dalla collaborazione con il grande DJ/producer Benny Benassi. Ribalteremo il mondo!

    A seguire, trovate il testo e l’audio della canzone:


    In questa notte fantastica
    che tutto sembra possibile
    mentre nel cielo si arrampica
    un desiderio invincibile
    che lascia una scia,
    come astronave lanciata
    a cercare una via
    verso una nuova dimensione
    un’illuminazione
    In questa notte fantastica
    in questo inizio del mondo
    i nostri sguardi si cercano
    con ali fatte di musica
    posso toccare il cielo
    lo posso fare per davvero
    lascia che questa atmosfera
    ti porti con sè
    non c’è piu niente da perdere
    Ti porto via con me
    In questa notte fantastica
    Ti porto via con me
    Ribalteremo il mondo
    Una cascata di bassi
    che fanno vibrare
    la spina dorsale
    Una manciata di ore
    da metterci dentro il delirio totale
    Due come noi che si fondono
    per diventare una nota sola
    Due come noi che si cercano
    dentro una musica nuova
    Dentro una macchina suona
    una ritmica forte
    si sente da fuori
    Un temporale elettronico
    lava la polvere dai cuori
    Dj suona musica buona BPM 130
    Respira, respiro
    Ti porto via con me
    In questa notte fantastica
    Di questo inizio del mondo
    Con mille storie che nascono
    E mille amori che esplodono
    in mezzo alla via
    fanno una luce più forte del sole
    In questo spazio elettronico
    Posso toccare il cielo
    Ti porto via con me
    Non ti fermare da questo equilibrio
    Se guardi si vede lontano
    Tutti i colori li vedi
    più forti adesso
    che sai che ci siamo
    Come filmare una scena per dire
    chi siamo su un altro pianeta
    In questa parte di mondo
    la strada finisce
    Comincia la vita
    Senti il dolore
    si scioglie nel tempo
    che scorre e che scivola via
    Non resterò qui a guardare
    Ho già iniziato a viaggiare
    Ti porto via con me
    Ti porto via con me
    Ti porto via con me
    Una cascata di bassi
    che spingono il mondo
    ad un nuovo mattino
    Donna che danza la notte
    fa nascere il sole ti sento vicino
    Dentro una pancia di musica m
    uoio e rinasco più forte di prima
    In questa parte di mondo
    la strada comincia
    Ti porto via con me
    Ti porto via con me
    Ti porto via con me.




    www.soundsblog.it/post/122335/jovan...o-testo-e-audio
  2. Posted 28/11/2012, 09:09
    jovanotti + Backup


    Ci sono vari formati ma Backup, il cofanetto completo, è pesante quanto un volume della beneamata Treccani. Dentro non c’è la sapienza umana ma l’opera universale - in picture-cd, disegni, immagini, e chiavetta babilonica con produzione live - di 25 anni di lavoro di Jovanotti, che a 46 anni mantiene entusiasmi da adolescente, e una visione famelica del futuro. Dovendo celebrare le nozze d’oro con il suo mestiere, si è inventato non solo un racconto (spedito e illuminato) della propria visione del mondo dalle origini ai giorni nostri, ma anche un gruzzolo di inediti di varie metrature e di ricchezza concettuale e musicale, piccoli essai di una smania onnivora di creare. Ha filosofeggiato in Tensione Evolutiva concepita per gli stadi, si è persino portato avanti con la stagione nel reggaettino Estati; ha assunto Benny Benassi per Ti porto via con me che incamera la visione sonica di entrambi, con gloriosi fiati swing. Ha ricantato a proprio modo Tu mi porti su di Giorgia, e la Cumbia di Celentano. Trascinante, magmatico, inarrestabile, pronto ad anticipare ogni nostra curiosità, annuncia un tour negli stadi 2013 che partirà da Ancona il 7 giugno per chiudersi a Torino il 16 luglio. Intanto, riscrive con noi la critica, e ribadisce la propria weltanshauung.



    Anche lei una raccolta, Jovanotti.

    «Subito ho detto “La raccolta no”, poi ho pensato che Safari è una trilogia che dovevo portare a compimento, e mi è venuto il concetto di Backup che significa archiviare ma anche liberare spazio nell’hard disc. Ne avevo bisogno anche nella mia vita. Il tour negli stadi è il massimo che uno come me possa desiderare. Nell’album ci sono canzoni nuove, rarità, il libro che ho scritto con voglia e piacere l’avrò letto già 300 volte sul telefonino. La chiavetta poi contiene circa 600 pezzi e live, non c’è più bisogno di andare su emule, e per me è come ricominciare. Le canzoni in fila raccontano un percorso mai fermo, le mie cose migliori non erano all’inizio ma si è mantenuta l’energia. Ho trovato l’entusiasmo di Maurizio Cattelan che è importante nel mondo ma mi vuole bene e si è occupato delle immagini. Ho ridato vita al passato, ma senza modificarlo».



    Il libro?

    «Ho cercato di raccontare i 25 anni fra bivii e DJ, quasi il viaggio di una generazione non annunciata o motivata come le precedenti, priva di grandi idee e protezioni ideologiche, che ha conosciuto per prima il precariato e si riflette nelle canzoni che sono schizofreniche. Chi come me? Penso a Carboni, Ramazzotti, Carmen Consoli, la Pausini, Max degli 883. Dalla è stato il nostro anticipatore, nella sua storia ha avuto spostamenti stimolanti. Anche Battiato lo è. Tenere sulla distanza è un impegno, nessun disco è più garantito».



    Lei è appena tornato da New York. Sta facendo prove di espatrio definitivo?

    «Un’etichetta indie mi ha proposto di fare un disco laggiù, e ha voluto disponibilità continua. Mia figlia Teresa è alla prima superiore, abbiamo trovato la scuola adatta, siamo partiti tutti e tre, così lei impara bene l’inglese e io faccio il mio lavoro. Mi piacerebbe entrare nel circuito dei loro concerti, ma non voglio stare lì. Mi piacerebbe anche imparare a scrivere in inglese, sennò resto sempre di nicchia. Vado, vedo conferenze film concerti, suono nei club. Rimetto le mani nel fango della mia ispirazione. Il disco americano è piaciuto, se ne sono occupati il New York Times e la BBC. Non ho paura di suonare davanti a loro. Piacciono L’ombelico del mondo o Safari, e le canzoni romantiche come Serenata Rap. Faccio anche Uomo in frac di Modugno, con sfumature dub».



    Nel libro dice: «Non sputate sull’Italia».

    «Nel mondo è adorata, una specie di arca della Bellezza, c’è un grande affetto istintivo e un vuoto musicale dall’opera in poi».





    Lei ha suonato spesso all’Avana, oggi Amnesty rimprovera Zucchero per andarci in concerto l’8 dicembre.

    «Suonare per un popolo non significa suonare per chi governa. Io non ho mai creduto nei boicottaggi».



    Battiato è diventato assessore in Sicilia. Lei lo farebbe con Renzi?

    «No, non sono colto. Battiato lo è, un grande artista e un uomo eccezionale, come fu Gilberto Gil in Brasile. Se ha accettato è segno che ha visto qualcosa di buono. Io sono concentrato sulla mia crescita personale, e sulla musica. Ma vedrei bene Baricco ministro».



    Anche lui, come lei, pro Matteo Renzi.

    «No, è moderno. Per me cambiare è la cosa più importante sempre. Mi piacerebbe vedere questo tentativo in atto, di un uomo di 37 anni con una grande responsabilità. Gli uomini che hanno ricostruito il Paese dopo la Guerra, penso a Moro o Berlinguer, avevano 30 anni. I vecchi suggeriscano, ma l’energia la danno i giovani».
  3. Posted 12/11/2012, 00:33
    Jovanotti on the road
    La casetta di Detroit in cui nacque il pop


    jovanotti

    Me l’avevano detto che avrei trovato una città con una strana atmosfera. Detroit fino a qualche anno fa era la città dei motori, la locomotiva industriale di tutta l’America. Poi la crisi, e ora una città vuota: di giovedì pomeriggio sembra di essere nel film «Io sono leggenda», quello con Will Smith che gira da solo in una New York post-atomica. Molti spazi dove c’erano i negozi ora sono vuoti, tristi come sanno essere solo i negozi smantellati.



    Non ho gli strumenti per analizzare una crisi. Non so che conclusioni trarre. È la fine di un mondo, la fine di una corsa all’oro, si smontano gli accampamenti, si va da un’altra parte. Ma è anche un paesaggio che fa male. Non so cosa dire, balbetta la mia mente, sospesa tra la resa all’ineluttabile e la speranza di una nuova rinascita da queste ceneri (non sarebbe la prima volta).



    Sono venuto a Detroit per suonare, mi ha scritturato un club rock nel centro della città, il Saint Andrew’s Hall, dove - scopro - hanno suonato Bob Dylan, Paul Simon, i Nirvana, i Red Hot Chili Peppers. Eminem qui ha fatto le sue prime esibizioni. Mi sento un microbo. Per me Detroit è la Motown Records come Vinci è Leonardo e Salisburgo è Mozart. Per questo, appena arrivato sono salito su un taxi di un grande uomo nero che teneva lo stereo altissimo. Suonava un pezzo soul, neanche a farlo apposta. «Motown Studios, please» gli ho detto, ed è partito verso una zona periferica di piccole case unifamiliari.



    È un microbo anche lo studio della Motown. Qui hanno inventato la musica pop del Novecento, ma è un microbo, una casetta di legno in periferia in mezzo a mille altre casette di legno: cinque metri di vialetto, due piani, una piccola veranda. È identica alle altre, se non fosse che questa casetta azzurra ora l’hanno trasformata in un museo, finanziato da diverse fondazioni e da gente che è diventata ricca grazie alla musica. Tra loro anche Michael Jackson, che al primo piano ha lasciato un cappello, un guanto glitterato e un assegno da 125 mila dollari. Così sta scritto sulla targa.



    Qui è successo qualcosa di eccezionale, qui è nata una forma d’arte, il pop, partendo dal blues e dal gospel e dal jazz, aggiungendo elettricità, cotonature di capelli, scarpe molto lucide, atteggiamenti cool, camicie sgargianti e una tonnellata di puro talento e mettendo tutto ciò al servizio della leggerezza, per volare sopra le divisioni etniche e sociali creare, come dice lo slogan, «Music for a young America». C’è una guida che ti fa fare un giro per le poche stanze e ti racconta come tutto è cominciato, e chi l’ha cominciato, un ventenne figlio di commercianti afroamericani arrivati dalla Georgia, attratti dal boom della città, in pieno fordismo.

    Si chiamava Berry Gordy (e si chiama ancora, adesso è un anziano gigante dello show-business): ciò che lui ha fatto, partendo da un prestito di 800 dollari ottenuto dai genitori, era tutto nuovo. Al piano di sopra ci abitava lui e sotto, nel garage, c’era lo studio in cui inventò un suono nuovo per il mondo, fatto di echi sulle registrazioni eseguite da un gruppo di ex jazzisti convertiti alla forma-canzone, quell’architettura micidiale di tre minuti in cui ci sta dentro una vita.



    Gordy si era messo in testa di vendere al mondo un suono nuovo, nero ma impossibile da identificare con gli stereotipi dell’arte nera conosciuta fino ad allora. Era il pop, era una rivoluzione, nascevano le hit, canzoni che dovevano vendere milioni di copie ed erano per tutti: bianchi, neri, ricchi, poveri, colti, analfabeti. Una fabbrica di successi, uno dopo l’altro. Diana Ross e le Supremes, Michael Jackson, Stevie Wonder, Smokey Robinson, e via così.



    Con i primi soldi, Gordy compra un’altra stanza e ci mette dentro un maestro di canto, un coreografo per studiare i passi e le posizioni da assumere nei passaggi tv e un’insegnante di stile per trasformare ragazzine nere dei sobborghi in regine di eleganza e di portamento. Regine vere, tipo Diana Ross.

    Passarci un’ora in quello studio a sentir raccontare questa storia è stato bellissimo. Sono uscito di lì che volevo aprire un’etichetta discografica, un bar, un locale, una latteria, una discoteca, una libreria, uno studio di dentista, qualcosa. Pensavo a cosa può fare un individuo con talento e tenacia, quanto può essere rilevante in una società e ispirare tutti gli altri. Un pugno di persone al lavoro, motivate e guidate da una visione, possono esprimere una forza difficile da contenere, se si trovano nel posto giusto.



    La Motown è stata la madre di tutte le etichette discografiche di successo, e ancora oggi la sua è una delle storie più belle d’America. Ancora una volta mi trovo in questo Paese a constatare quanto le storie grandi siano in realtà avventure piccole, che si svolgono in spazi ristretti, scollegati da tutto, dove si respira aria di casa, odore di fumo e di cucina, di mamme che stirano i pantaloni con la piega. Il grande è piccolo. L’America è folk, l’arte è artigianato.



    L’America si nutre del rapporto tra lo spazio sconfinato e l’individuo singolo e in questa tensione perpetua il suo mito. Esseri umani alle prese con l’immensità dello spazio, del tempo: è questa la storia che si ripete, sempre. Il piccolo è potenzialmente grande, le cose vanno fatte, non progettate, nascono facendole, a parlarne troppo svaniscono.



    La Motown è un buco in periferia, e non è un caso speciale, è quasi sempre così. Mette addosso una certa elettricità saperlo, che pare sempre che le cose le facciano gli altri perchè hanno più mezzi, ma mica è vero. Lo ha scritto anche il Cardinal Martini proprio qui su queste pagine, e non possiamo dire che si tratti di un neoliberista della scuola di Chicago: il futuro è di chi se lo prende. Oggi qui a Detroit ho sentito il racconto di un vecchio futuro che qualcuno si è preso, e adesso bisogna capire chi sarà il prossimo a farlo.
  4. Posted 9/11/2012, 16:10

    Jovanotti, su Facebook il nuovo singolo aspettando il box con tutti i successi

    jovanotti

    Esce oggi «Tensione evolutiva», il nuovo singolo di Jovanotti. Il brano anticipa l’arrivo del nuovo album del cantautore toscano, «Backup - Lorenzo 1987-2012», il best con 25 anni di successi e otto nuovi brani, in uscita il 27 novembre. A presentare con entusiasmo il pezzo è lo stesso Lorenzo Cherubini, attraverso la sua pagina Facebook (dove il brano è anche disponibile): «Il nuovo singolo! A tutto volume! Spero che vi piaccia. Lo so, io sono di parte, ma a me piace un sacco e non vedevo l’ora di farvela sentire».



    Della canzone è visibile il «lyric video», in attesa del video ufficiale, firmato dalla regia di Gabriele Muccino, che si potrà guardare a partire da lunedì 12 novembre. «È un pezzo carico, un pezzo che è nato in una notte - ha scritto inoltre il cantante su Facebook - ma come tutti i pezzi nati in una notte anche questo ha dentro tutte le albe della mia vita concentrate in 4 minuti. Ho scelto Tensione Evolutiva per presentarmi a voi con Backup perché in questa canzone c’è dentro il viaggio intero di questi 25 anni, musicalmente e non solo».



    Intanto si avvia rapidamente verso il sold out il primo dei concerti del prossimo tour estivo di Jovanotti negli stadi italiani, il 19 giugno a San Siro. Dal 3 dicembre saranno in vendita i biglietti per le altre date del “Backup Tour - Lorenzo negli stadi 2013”: Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Padova, Palermo, Pescara, Roma, Salerno, Torino.

  5. Posted 19/10/2012, 09:10
    jovanotti

    Jovanotti suonerà per la prima volta a San Siro il 19 giugno: è stata annunciata la data milanese del Backup Tour - Lorenzo negli stadi 2013. I biglietti per il concerto saranno in vendita dalle ore 15 di ieri.



    Dal 3 dicembre saranno in vendita i biglietti per le altre date in programma: Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Padova, Palermo, Pescara, Roma, Salerno, Torino.



    «Ci sono riuscito (grazie a un insider dei servizi segreti del kirgizistan)! Ho comprato il biglietto numero UNO del mio concerto a San Siro del prossimo anno, 19 giugno! È una botta forte per me, abbiamo parlato tanto con la mia squadra di questo tour che faremo negli stadi, era un sogno, potete immaginarlo». Così Lorenzo Cherubini Jovanotti annuncia su Facebook e Twitter di aver acquistato il primo biglietto (di cui pubblica naturalmente anche la foto sui social network) messo in vendita per il concerto che lo porterà per la prima volta allo stadio milanese.



    «Siamo già al lavoro da qualche mese - dice Jovanotti - sull’idea di spettacolo che faremo...ma ieri quando ho visto la notizia mi è preso un colpo lo stesso. Strano perché sapevo esattamente che sarebbe uscita ...eppure! Mi sono dovuto mettere a sedere, fare tre grossi respiri. Il tour negli stadi! Poi ho letto un po’ di post sui social network dove scrivo (fb , twitter e soleluna) e mi è arrivata addosso la vostra onda di entusiasmo per questo tour, che moltiplica la voglia di preparare una grande festa, perché è questo che ho in mente, una grande festa al centro dell’estate italiana. Eccomi, sono pronto. Ho il biglietto numero 1», conclude l’artista.



    Il 9 novembre esce il suo nuovo singolo, Tensione evolutiva, primo degli otto brani inediti presenti nel best Backup - Lorenzo 1987-2012, racconto in musica di 25 anni di carriera con i successi, le canzoni nuove, le collaborazioni, le rarità, i remix e le versioni alternative, nei negozi il 27 novembre.
  6. Posted 10/10/2012, 21:57

    muccino

    Firmato da Muccino il nuovo video di Jovanotti "Tensione Evolutiva"

    Il nuovo video di Jovanotti, Tensione Evolutiva, girato a Brooklyn è stato firmato da Gabriele Muccino.



    Lo annuncia su Twitter il cantautore, che pubblica anche alcune foto del set newyorkese. «Sarà pronto tra un mese. Go!!!!», aggiunge Jovanotti, che sabato sera si è esibito al Terminal 5, sull’Hudson River, e che sul social newtwork definisce Muccino «the man the legend».



    Prossime tappe del suo tour americano Atlanta, Orlando, Miami, Austin, Denver, Minneapolis, Chicago e Detroit.



    Il brano inedito Tensione Evolutiva, in rotazione dal 9 novembre, sarà il primo singolo della raccolta Backup - Lorenzo 1987-2012, nei negozi dal 27 novembre.



    Jovanotti e Muccino avevano già collaborato nel 2010 in Baciami ancora. L’omonimo brano vinse il David di Donatello come «migliore colonna sonora originale». Muccino realizzò anche una clip in cui Lorenzo Cherubini cantava il brano circondato dai protagonisti della pellicola, Vittoria Puccini, Stefano Accorsi, Claudio Santamaria e Pierfrancesco Favino.

  7. Posted 9/10/2012, 11:31

    jovanotti

    Jovanotti: Odissea a New York

    Il concerto al Terminal 5 di New York è finito da un’ora quando il telefonino si anima. Un sms: «Concerto pazzesco, uno dei più belli della mia vita. Ho capito tutto». Lorenzo Cherubini, Jovanotti, si è trasferito in città, almeno fino alla prossima estate, e in città, a Manhattan, in uno spazio industriale sul fiume Hudson riconvertito a luogo di spettacolo, sabato notte ha avuto l’appuntamento più importante (finora) con il pubblico americano.



    Un trionfo («Mi sono portato via qualcosa di prezioso da quel posto» scriverà poi su Facebook): i suoi primi concerti da queste parti risalgono al 2009, ma quello del Terminal 5 rappresenta senza dubbio un salto di qualità. Se n’è venuto qui con le tasche piene di domande. Che stia cominciando a raccogliere risposte?



    «Nei giorni in cui si festeggia l’arrivo di Cristoforo Colombo – ci aveva detto prima di salire sul palco – mi è capitato di pensare al navigatore che approda sul continente nuovo. Che fa? Semplicemente, si guarda intorno. Ed è quello che sto facendo io da un po’ di tempo in qua. Sto girando l’America vera, suono in posti come Denver, Minneapolis, Austin, Orlando e mi sento come Gulliver nel capitolo in cui finisce nel Paese dei giganti. Solo che qui il gigante è il Paese stesso, l’America. Ci stiamo guardando negli occhi: non sono sicuro che il gigante si sia accorto di me, ma io certamente mi sono accorto di lui, lo studio da una vita intera».



    È stato alla Cnn, l’ha intervistato il New York Times: come è andata?

    «Esiste un’Italia molto vendibile, che è essenzialmente cibo buono, bel vivere, vestiti eleganti. È un’Italia che ho nel Dna, come tutti noi, ma che qui, quando mi guardano, non vedono. Li disoriento. E mi chiamano Iovanotti, con la I: devo spiegare che mi ero ribattezzato Jovanotti, anzi, Joe Vanotti, per suonare più americano. Una bella beffa, dopo 25 anni. Così mi presento come Mister Nobody, il signor Nessuno».



    Umiltà?

    «No, no, è l’Odissea. Sono quel che sono, sono Ulisse al cospetto di Polifemo. Sono uno che alla fine tornerà a casa, anche se ci dovesse mettere una vita, e che sa bene che quello è il bello, viaggiare. Dopo 25 anni, appunto, sento di aver scritto la mia Iliade, ora ci vuole un’Odissea. Lo dico anche per spiegare che cosa sono venuto a fare qui in America, dove rimarrò per diversi mesi: non sono in fuga, sto cercando canzoni nuove. In questo momento sto lavorando a due progetti: quello americano e quello italiano, un’antologia di venticinque anni di canzoni che uscirà a fine novembre, e che per me non rappresenta una fine o un compimento, ma semmai una lunga preparazione al salto che sto per compiere».



    Che musica presenta agli americani?

    «Come un Medicine Man ai tempi del Far West pianto la mia tenda e presento le mie pozioni per avere amore, successo e combattere il mal di schiena. Ecco, questa è la mia mercanzia. Con tre musicisti italiani e tre americani arrivo nei locali e mi affido ai tecnici che vi trovo, mi affido al caso, al rock and roll. Loro sei fanno musica funambolica e io il cerimoniere, cercando di tenere insieme tutte le mie anime. In Italia se faccio “A te” e poi “Tanto tanto tanto” c’è una complicità con il pubblico che rende tutto facile, qui sembrano i pezzi scritti da due musicisti di due pianeti diversi. In un Paese che ha bisogno di scaffali, non riescono a collocarmi. Però c’è la sensazione che ci sia spazio per tutti, e che cosa accadrà dipenda solo da me. Ed è una sfida avvincente».

  8. Posted 29/9/2012, 21:25

    jovanotti

    Jovanotti annuncia il tour in America: “Pronto a trasformare Bella in country”

    «Partiamo lunedì da Washington e si va fino a Detroit, Motor City, la città della Motown e di Eminem. Fa un certo effetto pensare di suonare dove è nato il suono pop del Novecento, le Supremes, i Jackson 5, tanto per dirne un paio. Suoneremo a Minneapolis nel club dove è iniziata l’avventura di Prince, proprio lì. Suoneremo addirittura a Denver in un rock club in cui forse nessuno ha mai cantato in lingua italiana. Non so in quanti verranno a sentirci a Denver, se la mia band sarà più numerosa del pubblico, siamo pronti a tutto. Se conoscete qualcuno a Denver ditegli di venire, gli posso cantare anche Bella in versione country & western».



    Così Jovanotti annuncia sul suo sito la partenza di un nuovo tour americano, nel cuore dell’America vera, che dal 1° ottobre al 15 fa tappa a Washington, Philadelphia, Boston, New York, Atlanta, Orlando, Miami, Austin, Denver e Minneapolis. Con lui i fidi Saturnino Celani (basso), Riccardo Onori (chitarra), Franco Santarnecchi (tastiere) e Leo D’Angilla (percussioni), più un paio di aggiunte locali. Jovanotti negli States ha pubblicato un disco antologico (con alcuni inediti) “Italia (1988-2012)” con la Ato Records, l’etichetta di Dave Matthews. In programma l’uscita anche di un’antologia italiana, Backup, prevista per il 27 novembre.

  9. Posted 24/10/2011, 15:50
    SIMONCELLI, JOVANOTTI LO
    RICORDA CON UNA FOTO

    20111024_simoncelli-jova-rossi

    Tre ragazzi sorridenti in una foto di qualche anno fa: sono Marco Simoncelli, Valentino Rossi e Lorenzo Jovanotti. L'ha postata il cantante stamattina su Facebook in ricordo dell'amico, del quale, dice «il suo sorriso mi ha scaldato il cuore». «Ieri mia moglie - scrive Jovanotti sul social network - ha ritrovato questa foto con il Sic e con Vale fatta in un giorno di qualche anno fa in giro in moto per il nostro Appennino. Sono insieme a due grandi campioni che quella mattina erano due 'pischellì su due enduro a divertirsi come sempre, a sfidarsi, a ridere, a toccare il limite. L'ho guardata per tutto il giorno e stamattina l'ho riguardata di nuovo, come prima cosa della giornata, e quel sorriso del Sic al centro mi ha scaldato il cuore, mi ha dato una spinta, ho risentito la sua voce da 'patacà che mi ha detto di alzarmi, di continuare a girare, di migliorare i tempi, di divertirmi più che posso, di impegnarmi più che posso, di vivere più che posso».



  10. Posted 5/9/2011, 12:48

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