Lo squirting: il mistero dell'eiaculazione femminile, ecco tutti i segreti

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    Cos'è lo squirting: il mistero dell'eiaculazione femminile, ecco tutti i segreti

    Il termine eiaculazione femminile si riferisce alla espulsione dagli organi genitali della donna di un fluido durante la stimolazione, l'eccitazione sessuale, durante l'orgasmo, simile all'eiaculazione maschile.

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    Si tratta di un fenomeno a proposito del quale non esiste ancora un consenso unanime nella comunità medica e scientifica. La sua esistenza è stata riconosciuta da molti, ma sebbene sia stato accertato che in alcune donne vi sono manifestazioni eiaculatorie che si qualificano come straordinarie rispetto ai normali fenomeni di lubrificazione connessi all'eccitazione sessuale, a tutt'oggi manca un consenso scientifico in merito alle modalità dell'eiaculazione stessa. Lo stesso vale per la fonte dei fluidi in questione, che non è ancora stata univocamente identificata.

    I progressi della ricerca medica e scientifica in questo ambito paiono essere rallentati da due fattori concomitanti. Oltre al fatto che si tratta di un fenomeno non unanimemente riconosciuto, per cui le ricerche in materia sono limitate nel loro numero, vi è il fatto che la sua bassa incidenza sulla popolazione femminile fa sì che sia difficile trarre dalle ricerche effettuate delle considerazioni di carattere generale. L'eiaculazione femminile è infatti un fenomeno che per quanto visto finora pare interessare una piccola percentuale della popolazione femminile (secondo alcuni dell'ordine del 10%), e gli studi effettuati sino ad ora hanno preso in esame un numero troppo ridotto di casi accertati per potere esprimere un giudizio scientifico ritenuto valido.

    Caratteristiche dell'eiaculazione femminile

    In seguito alla stimolazione interna della vagina, le ghiandole parauretrali presenti nella donna secernono nell'uretra un fluido che poi viene da essa espulso nel corso dell'atto sessuale o in corrispondenza dell'orgasmo. Si qualificano due differenti tipi di eiaculato: il primo è un fluido di consistenza lattiginosa, di colore biancastro, emesso in scarsa quantità e rilevabile facilmente dato che si deposita in corrispondenza dell'imboccatura della vagina; il secondo è un liquido trasparente emesso in quantità più o meno considerevoli con manifestazioni di carattere eiaculatorio più evidente ed "esplosivo", che rassomiglia all'urina (della quale potrebbe essere una versione semplicemente diluita in seguito alla commistione di quest'ultima con il liquido secreto dalle ghiandole parauretrali).

    Si tratta in ogni caso di un fenomeno che non va confuso con la lubrificazione vaginale femminile, in quanto i fluidi considerati sono tutti provenienti dall'uretra.
    Storia della ricerca medica

    Nel 1559 l'anatomista italiano Realdo Colombo riferì dell'eiaculazione femminile mentre spiegava le funzioni della clitoride, e nel XVII secolo l'anatomista olandese Regnier de Graaf scrisse, in un libro sull'anatomia femminile, di fluidi «che correvano fuori» e «che zampillavano» durante l'eccitamento sessuale. Egli nel 1673 identificò la cosiddetta "prostata femminile" costituita da un insieme di piccole ghiandole situate sulla parete anteriore della vagina attorno alla parte inferiore dell'uretra. La medicina moderna riconoscerà che questa componente del sistema genitale femminile costituisce l'omologo della prostata maschile. Nel 1860 il ginecologo Alexander Skene riconobbe queste formazioni e le battezzò con il nome di ghiandole di Skene, attribuendovi la funzione di espellere un liquido per aumentare la lubrificazione e la libido nella donna. Tale caratteristica è stata confermata da studi recenti che hanno accertato che in presenza di stimolazione interna della vagina le ghiandole di Skene possono effettivamente secernere grandi quantità di liquido lubrificante, risultando il candidato più probabile nella ricerca dell'organo alla base dell'eiaculazione femminile. In alcune situazioni patologiche di origine somatica, l'eiaculazione retrograda, consistente nello spostamento del fluido fino alla vescica attraverso l'uretra, potrebbe rappresentare una ulteriore spiegazione dell'assenza del fenomeno dell'eiaculazione in alcune donne.

    Uno studio condotto nel 2002 presso l'università dell'Aquila ha riscontrato una grande variabilità della microanatomia femminile, per cui la grandezza delle aperture delle ghiandole periuretrali varia moltissimo da donna a donna, fino a quasi scomparire e/o essere atrofiche in alcune donne. Se le ghiandole periuretrali sono la causa dell'eiaculazione femminile, questo potrebbe allora spiegare l'assenza del fenomeno in molte donne.

    Le ghiandole di Skene e l'eiaculazione femminile

    Le donne possiedono organi secretori sviluppatisi dallo stesso tessuto embrionale della prostata maschile (della quale costituiscono l'omologo, similmente alla relazione che vige tra testicoli e ovaie) che sono chiamati ghiandole periuretrali o di Skene. Esse sono situate sulla parete anteriore della vagina attorno alla parte inferiore dell'uretra, in corrispondenza di quello che buona parte della letteratura definisce il punto G.

    La dimensione e la struttura di queste ghiandole sembrano variare, in modo anche considerevole, da donna a donna, potendo persino sfociare nell'atrofia in alcuni casi. Il fluido che producono presenta delle somiglianze in composizione chimica e ormonale con quello secreto dalla prostata maschile (quello in cui viene diluito lo sperma) e, così come negli uomini, una volta secreto passa per l'uretra. Le ghiandole di Skene si possono riempire di fluido in risposta all'eccitazione sessuale e in particolare in seguito alla stimolazione vaginale interna, presumibilmente stimolando il "punto G", cioè la radice della clitoride (mediamente situata a circa 2-3 cm all'interno della parete anteriore della vagina). In alcuni casi possono essere sentite con l'esplorazione digitale attraverso il muro vaginale. Il rigonfiamento del tessuto circostante l'uretra risulta in tali casi il risultato di una combinazione tra le ghiandole che si riempiono di fluido e il tessuto erettile circostante che si solleva (fatto dello stesso tessuto che negli uomini costituisce il corpo spugnoso, che consente l'erezione del pene).

    Il fluido accumulato nelle ghiandole viene immesso nell'uretra da cui può venire espulso in seguito alle contrazioni ritmiche dei muscoli pelvici tipiche dell'orgasmo. In questo caso il fluido reca solitamente tracce di urina, come evidenziato da analisi chimiche condotte in ambito scientifico. Il quantitativo di fluido rilasciato è assai variabile, in seguito al ripetersi delle contrazioni e al conseguente riempimento e svuotamento delle ghiandole durante l'orgasmo.

    Composizione chimica dell'eiaculato

    Uno studio effettuato su un campione di donne, alcune delle quali manifestavano eiaculazione femminile, ha permesso di analizzare chimicamente i fluidi espulsi nel corso del processo. I liquidi analizzati provenivano esclusivamente dall'uretra, e le analisi hanno rilevato che il fluido lattiginoso conteneva le seguenti sostanze:

    glucosio (uno zucchero naturale) e fruttosio (un altro zucchero naturale, rinvenuto anche nel fluido seminale prostatico);
    antigene prostatico specifico (PSA), un enzima prodotto dalla prostata e presente nello sperma che il PSA mantiene fluido dopo l'eiaculazione. È stato ipotizzato che nella donna l'antigene venga generato dalle ghiandole periuretrali di Skene;
    un livello basso di creatinina e molto alto di urea, i due principali marcatori chimici dell'urina. Entrambi sono stati rinvenuti in alte concentrazioni nei campioni di urina raccolti in momenti precedenti e successivi all'eiaculazione.

    Analisi chimica (eiaculato/urina):

    urea (18 grammi nell'eiaculato / 25,6 grammi nell'urina)
    acqua (40 / 49 g)
    ione solfato (3,2 / 8,3 g)
    ione fosfato ( -- / 3 g)
    ione cloruro ( -- / 9,6 g)
    ione ammonio (2,3 / 6,2 g)
    creatinina (2,6 / 12,9 g)
    ione calcio ( -- / 2,2 g)
    acido ippurico (1,3 / 1,2 g)
    ione sodio ( -- / 1,2 g)
    PSA (4, 2 / -- g) --> Antigene prostatico specifico
    glucosio (1,8 / 1,1 g)

    Nel 1997, un altro studio analizzò le urine alla ricerca del PSA tramite MEIA (Microparticle Enzyme Immunoassaye, metodica immunoenzimatica a microparticelle) rilevando che il 75% del campione esaminato mostrava un'elevata concentrazione di PSA nelle urine post-orgasmiche che non era presente nel campione pre-orgasmico. Il fluido raccolto al momento dell'orgasmo (distinto dal campione delle urine) mostrò la presenza del PSA nel 100% dei campioni.

    Nella società Diagnosi differenziale

    La disinformazione riguardante l'eiaculazione femminile può portare alla diagnosi di un errato quadro clinico di fondo oppure a diagnosticare patologie inesistenti.

    Recenti studi hanno ormai appurato che il fluido lattiginoso eiaculato viene espulso attraverso l'uretra, anche se permane la credenza, errata, che esso sia rilasciato attraverso la vagina. Una donna che non sia stata informata correttamente sulle possibilità di eiaculazione femminile potrebbe pensare di soffrire di incontinenza urinaria e cercare un intervento medico. La cura per l'incontinenza urinaria (da stress o da altre patologie) richiede spesso l'uso di medicinali o un intervento chirurgico, entrambi non necessari in questo caso.

    Pornografia

    In alcuni film pornografici, le donne mostrano l'eiaculazione di un fluido liquido trasparente. Nella maggior parte dei casi si tratta di fuoriuscite involontarie o meno di urina. Questo genere di pratica è noto con il nome di squirting. Il genere è diffuso anche nella pornografia giapponese dove prende il nome di shiofuki.
    Censura nei film inglesi

    Nel Regno Unito, la British Board of Film Classification, l'ente britannico che si occupa della classificazione dei film, nega l'esistenza del fenomeno dell'eiaculazione femminile, definendola come la sola urinazione durante l'atto sessuale, negando l'esistenza dell'eiaculazione da ghiandole (quindi dell'espulsione di liquido lattiginoso molto differente dall'urina) e classificandola come perversione sessuale escludendone in tal modo la rappresentazione a causa della normativa inglese sulla censura che viene imposta su ogni materiale che ricade all'interno della sezione 2 degli Obscene Publications Acts (Disposizione sulle pubblicazioni oscene) che proibiscono la rappresentazione di pratiche riferite all'urofilia.


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