Si, viaggiare.... tra sogno e realtà

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  1. la sirenetta
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    Brindisi carioca in spiaggia

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    E' l'unico party in cui si va in bianco ma è... impossibile andare in bianco. Sulla spiaggia brasiliana per antonomasia, ovvero Copacabana a Rio de Janerio, nella notte del 31 dicembre, milioni di persone provenienti da tutto il mondo si danno appuntamento, vestiti appunto di bianco, per celebrare con balli scatenati l'arrivo del 2013 durante il White Party. I fuochi di artificio, “sparati” in cielo dalle barche illuminate da candele, “infiammano” l'Oceano per trenta pirotecnici minuti, mentre fantasmagoriche luci e decorazioni abbelliscono le facciate degli hotel che sorgono in riva alla spiaggia, tutti desiderosi di aggiudicarsi il premio messo in palio ogni anno per l'allestimento luminoso più fascinoso. A rendere colorata questa notte ci pensano brasiliani e stranieri, indossando, oltre al bianco che porta fortuna, anche costumi verdi, che, secondo le credenze locali, procacciano denaro, giallo e oro per la prosperità, blu per la pace, rosso per trovare un nuovo amore, mentre il nero è assolutamente bandito. Su tutto l'arenile lungo 4 km, secondo antichi riti che hanno origine nella santeria e candomblè, si svolgono processioni dedicate a Lamenja, la dea del mare, durante i quali vengono gettati in mare in suo onore fiori bianchi e portati in dono cosmetici. Allo scoccare della mezzanotte, intrecciando le braccia, si beve champagne gli uni dalla coppa degli altri. E poi ci si scatenata al ritmo delle musiche latine sino al sorgere di un nuovo sole.

    Meno affollato ma decisamente più esclusivo è il party di fine anno che si svolge come da tradizione al Copacabana Palace, l'hotel più chic e charmant di tutta Rio de Janeiro che è solito allestire una grande serata di gala nelle sue storiche sale decorate con stucchi e fregi, ovvero la Noble, Golden e Frontal Room in cui si danza sulle note suonate dal vivo dall'orchestra, banchettando con i cibi preparati dallo chef Francesco Carli. Già che ci siete, chiedete di mostrarvi le stanze in cui hanno soggiornato Grace Kelly e Marlene Dietrich, oltre a Lady D e Monica Bellucci anche se le dive del cinema per festeggiare preferiscono decisamente l'intimità delle piscine nere all'ultimo piano, per poi scendere nella spa e farsi praticare i massaggi al ritmo di bossanova.
    Quando si è a Rio, va reso un tributo al genio dell'architettura Oscar Niemeyer, appena scomparso, salendo su di un battello a Praça XV, per approdare al Mac, il Museo di arte contemporanea, un ovale bianco al quale si accede attraverso una rampa rossa come il tappeto per un festival del cinema disegnate dal padre urbanistico di Brasilia che si ispirò sempre alle donne più belle di Rio per progettare i suoi palazzi tutti curve e niente spigoli. E bisogna salutare i leggendari campioni del calcio brasiliano andando allo stadio Maracanà dove varcare la soglia degli spogliatoi in cui si cambiava Pelè. E poi, oltre al grande “classico” della città carioca ovvero la salita in funicolare al Pan di Zucchero, è impossibile resistere alla tentazione di puntare lo sguardo e mettere il naso dentro le orchidee coltivate nel Jardim Botanico che custodisce anche numerose varietà di palma e cactus oltre a piante provenienti dalla Foresta Amazzonica. Non si possono ignorare di certo le favelas, che come pergamene rotolano giù dalle pendici delle montagne, anzi vanno scoperte .
     
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  2. la sirenetta
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    Livigno, la regina delle nevi

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    Livigno, comune lombardo in provincia di Sondrio, è una nota località sciistica della Valtellina conosciuta come il “Piccolo Tibet” per le sue peculiari caratteristiche morfologiche: un vasto altopiano a 1.800 metri di quota circondato da spettacolari vette che spesso superano i 3mila metri. Trattasi di una delle stazioni sciistiche delle Alpi più importanti e attrezzate tanto che, quest’anno, si è aggiudicata il premio come "Best European Resort 2012” premio assegnato alla migliore località sciistica europea in grado di assecondare la voglia di neve, sport, divertimento e shopping. Livigno è davvero in grado di dare i numeri: 115 km di piste di cui oltre 30 km per lo sci di fondo, 40 km di percorsi per lo sci di fondo servite da impianti di risalita all'avanguardia che comprendono 6 telecabine, 13 seggiovie e 11 skilift disposti su due versanti di montagna che abbracciano il paese.
    Settimana bianca per tanti, rosa per poche: proprio così, dal 26 gennaio al 1 febbraio Livigno si vestirà in gonnella in occasione della Woman's Week un momento sulla neve tagliato su misura per il gentil sesso: si parte alla mattina con i tour in compagnia dei maestri di sci per scoprire gli angoli più suggestivi e i rifugi più gustosi dove pranzare per poi lasciarsi sedurre dallo shopping più sfrenato nella zona extradoganale con facilities e gadget ad hoc presso i punti vendita convenzionati.
     
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    Val d’Ega, vacanze nel rispetto dell’ambiente

    C’è una nuova realtà sciistica tutta da scoprire, con un grande valore aggiunto: è l’Area Turistica Val d’Ega, in provincia di Bolzano, che riunisce i 4 comuni di Nova Ponente, Nova Levante, Tires e Collepietra e i due comprensori sciistici di Obereggen (www.obereggen.com) e Carezza.

    Cosa ha di speciale questa zona? Innanzi tutto il fatto che rispetta la natura: è all’avanguardia per quel che riguarda le tematiche ambientali, e chi sceglie una vacanza ecocompatibile sa bene dove indirizzarsi. Tra i vari progetti utili all’ambiente c’è il sistema di teleriscaldamento costruito a Obereggen, che serve l’intera località e che ha ridotto drasticamente le emissioni di CO2. L’energia elettrica per gli impianti di risalita e l’innevamento di Obereggen provengono da energia rinnovabile. Inoltre vengono promosse vacanze sostenibili con mobilità dolce, incentivando l’abbandono delle auto private in favore dei mezzi pubblici.

    Il comprensorio non solo offre 88 chilometri di piste da discesa e neve sempre garantita, due snowparks, 100 chilometri di piste da fondo e innumerevoli sentieri invernali per le ciaspole attraverso paesaggi incantati, ma dispone anche di ben 8 piste da slittino. Già, perché lo slittino non è solo per i più piccoli, anzi.

    A Nova Ponente, dal 24 al 27 gennaio 2013, si terrà la 19 esima edizione della Coppa del Mondo di slittino su pista naturale, portando in Val d’Ega i migliori atleti di una specialità che anno dopo anno vede aumentare il proprio pubblico. Alto tasso di adrenalina, quindi, grazie alle vertiginose discese a folle velocità su un tracciato non appositamente creato dall’uomo ma ricavato dagli ostacoli e dalle possibilità con cui la natura stessa lancia la sfida ai partecipanti.

    E c’è di più: ci si può divertire anche in notturna ad Obereggen, dove la pista da slittino lunga 2,5 chilometri con partenza dalla Malga Laner (che si raggiunge con la cabinovia Ochsenweide) ogni martedì, giovedì e venerdì sera dalle ore 19 alle 22 è perfettamente illuminata. Cosi come la pista di Nova Levante nell’area sciistica Carezza è illuminata dalle 20 alle 22 e il giovedì anche fino alle 22:30.

    Per far divertire i più piccoli è ideale la Pista Hubertus a Carezza: si tratta di 1,2 chilometri di discesa facile preparata con i gatti delle nevi. Un’altra pista piuttosto facile è la Tranuwiesen a Tires, mentre a completare la rosa ci sono la Pista Malga Lieg a Nova Ponente, di difficoltà medio alta, dove è possibile noleggiare e scendere al chiaro di luna, e la Pista Lago Nero a Nova Levante.

     
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    Antigua, lusso a ritmo di calypso

    Una delle mete preferite dai turisti che arrivano ai Caraibi da ogni parte del mondo è Antigua, caratterizzata dal clima tropicale e dalle antiche tradizioni, rifugio ideale per chi desidera regalarsi una romantica vacanza all’insegna del relax, tra paesaggi mozzafiato, lussuosi alberghi e calorose atmosfere caraibiche: una passeggiata sulla spiaggia al tramonto, un’escursione alla scoperta della natura endemica dell’isola, una cena a lume di candela, una danza a notte fonda sono esperienze da non mancare. Scoperta da Cristoforo Colombo nel 1463, Antigua venne colonizzata dagli Inglesi, ma la sua storia è legata soprattutto alla figura di Horatio Nelson che nel 1784 vi approdò come capitano della fregata Boreas della Royal Navy, trasformando l’isola in una rocca inespugnabile, facendo costruire fortezze lungo le coste per proteggerla dai pirati.

    A St. John’s, la capitale amministrativa, merita una visita la maestosa Cattedrale anglicana di Saint John’s, che rappresenta il punto più alto della città grazie alle sue guglie. Da qui, dirigendosi verso l’estremità sud della capitale ed imboccando Market Street, è d’obbligo una visita al caratteristico mercato, che offre il meglio di sé soprattutto il venerdì e il sabato mattina, quando espone in abbondanza frutta, verdura, artigianato, T-shirt, souvenir e spezie di ogni tipo, in un sensazionale turbinio di colori animato dalla popolazione locale.

    Quello che rende famosa Antigua sono però le sue spiagge: non a caso si dice che ce ne sono 365, una per ogni giorno dell’anno, disseminate lungo le coste, di ogni forma e dimensione. Un evento che caratterizza Antigua è il suo Carnevale, che capita in estate: è il vivace e colorato Jumpin’n Jammin, che ogni anno offre gare di steel band, concorsi canori, balli al ritmo di reggae e calypso.

    Anche la gastronomia si rivela molto interessante, grazie alle numerose e differenti popolazioni che si sono stanziate ad Antigua nel corso dei secoli: tra i piatti tipici il riso, che qui si gusta bollito al dente, scolato, ripassato asciutto in casseruola e a fuoco lento. Fondamentali sono anche le spezie e la frutta: noce di cocco, mango, papaia, avocado, banana dolce e platano. Ma il vero re della tavola è il pesce, presentato in tutti i modi possibili.

    In un’isola cosi non può mancare un resort di lusso come il Carlisle Bay, dove il rispetto per le tradizioni locali incontra la modernità più raffinata offrendo a ogni ospite la migliore esperienza su misura possibile. A partire dalle camere, dove il legno dei complementi d’arredo si sposa alla seta e al lino delle lenzuola. passando per lo scrupoloso sevizio dello staff,. Il benessere è parte integrante dell’offerta del resort grazie alla Blue Spa. La filosofia della maison cosmetica Natura Bissé si concretizza qui con l’utilizzo di prodotti esclusivi e tecniche avanzate, dove l’origine naturale delle componenti si traduce nella massima qualità ed efficacia. Come dire: un paradiso nel paradiso tropicale di Antigua.

     
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    IO SONO E SARO' SEMPRE ME STESSO !!!

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    TAORMINA
    Taormina è un centro balneare sul Mar Ionio in provincia di Messina con 11.053 abitanti.
    Panoramica della cittadina, cenni storici e risorse locali, atti pubblici e la storia della Cittadina.
    Taormina-piazza


    taormina
    Statobandiera Italia
    RegioneSicilia – stemma Sicilia
    ProvinciaMessina – stemma Messina


    taormina
    Sull'origine di Taormina (Tauromenion, Tauromenium) molte sono le notizie, ma incerte per documentazione e attendibilità.

    Diodoro Siculo, nel 14° libro della sua Bibliotheca historica, attesta che i Siculi abitavano la rocca di Taormina, vivendo di agricoltura e di allevamento di bestiame, già prima dello sbarco dei Greci di Calcide Eubea nella baia di Taormina (753 a.C.), dove alle foci del fiume Alcantara, fondarono Naxos (odierna Giardini Naxos), la prima colonia greca di Sicilia. Dionisio di Siracusa, di origine dorica, ed alleato di Sparta nella guerra contro Atene, tollerò per poco tempo la presenza degli Jonici di Calcide Eubea a Naxos, alleati di Atene, ma successivamente mosse contro di essi che andarono ad occupare la parte a valle del Monte Tauro (Sicilia)|Monte Tauro, in cui vivevano i Siculi insieme ad altri jonici che si erano precedentemente insediati da Naxos.

    Ma negli anni della XCVI Olimpiade (396 a.C.) i nassioti in massa, minacciati da Dionisio, tiranno di Siracusa, si trasferirono a Tauromenion, spinti da Imilcone, condottiero dei Cartaginesi, alleato degli Jonici contro i Dorici, perché il colle era da considerarsi fortificato per natura. Poiché il tiranno di Siracusa voleva riprendersi con violenza il territorio dei Tauromenitani, essi risposero che apparteneva loro di diritto, poiché i propri antenati Greci ne avevano già preso possesso prima di loro stessi, scacciando gli abitanti locali.

    Afferma Vito Amico che la suddetta versione sulle origini di Taormina fornita da Diodoro è contraddetta nel 16° libro, quando sostiene che Andromaco, dopo l'eccidio di Naxos del 403 a.C., radunati i superstiti li convince ad attestarsi nel 358 a.C. sulle pendici del vicino colle "dalla forma di toro", e di conseguenza il nascente abitato prese il nome di Tauromenion, toponimo composto da Toro e dalla forma greca menein, che significa rimanere[3].

    Mentre le notizie fornite da Cluverio concordano con la seconda versione di Diodoro, Strabone narra che Taormina abbia avuto origine dagli Zanclei e dai Nassi. Ciò chiarirebbe in qualche modo, l'affermazione di Plinio, il quale afferma che Taormina in origine si chiamava Naxos.

    Secondo la testimonianza di Diodoro Siculo, Taormina, governata saggiamente da Andromaco, progredisce, risplendendo in opulenza e in potenza. Nel 345 a.C. Timoleone da Corinto, sbarca e raggiunge Tauromenium, per chiedere l'appoggio militare al fine di sostenere la libertà dei Siracusani.

    Taormina
    Dominio dei Tiranni di Siracusa
    Più tardi troviamo Taormina sotto il dominio del tiranno siracusano Agatocle, che ordina l'eccidio di molti uomini illustri della città e manda in esilio lo stesso Timeo, figlio di Andromaco. Anni dopo soggiace a Tindarione e quindi a Gerone, anch'essi tiranni Siracusani.

    Epoca romana
    Taormina rimane sotto Siracusa fino a quando Roma, nel 212 a.C., non dichiara tutta la Sicilia provincia romana. I suoi abitanti sono considerati alleati dei Romani e Cicerone, nella seconda orazione contro Verre, accenna che la città è una delle tre Civitates foederatae e la nomina "Civis Notabilis" (erroneamente tramandato, poi, come "Urbs notabilis"). In conseguenza di ciò non tocca ai suoi abitanti pagare decime o armare navi e marinai in caso di necessità.

    Nel corso della guerra servile (134 – 132 a.C.) Tauromenium è occupata dagli schiavi insorti, che la scelgono come caposaldo sicuro. Stretti d'assedio da Pompilio, resistono a lungo sopportando anche la fame e cedendo soltanto quando uno dei loro capi, Serapione, tradendo i compagni, lascia prendere la roccaforte.

    Nel 36 a.C. nel corso della guerra fra Sesto Pompeo ed Ottaviano, le truppe di quest'ultimo sbarcano a Naxos per riprendere la città a Sesto Pompeo che l'ha in precedenza occupata. Per ripopolare Tauromenium, dopo i danni della guerra subita, ma anche per presidiarla Ottaviano, divenuto Augusto, nel 21 a.C. invia una colonia di Romani, a lui fedeli, e nel contempo ne espelle gli abitanti a lui contrari.

    Strabone parla di Tauromenion come di una piccola città, inferiore a Messina e a Catania. Plinio e Tolomeo ne ricordano le condizioni di colonia romana.

    Tardo impero e caduta dell'impero
    Secondo una leggenda, con l'avvento del Cristianesimo, Pietro apostolo destina a Taormina il vescovo Pancrazio, che già prestava la sua opera di conversione nella regione, che costruisce la prima chiesetta sulle pendici di Taormina dedicata a san Pietro stabilendo la sede del primo vescovato in Sicilia.[senza fonte] Peraltro, l'effettiva esistenza storica di questo personaggio non risulta da alcun documento storico, a parte le leggende: le prime menzioni risalgono a dopo la fine del dominio mussulmano.

    Vescovi "prestantissimi per santità di costumi, zelo e dottrina", scrive Vito Amico, si succedono fino all'età araba. Poche sono le notizie in questo lasso di tempo, che annovera la caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 447, l'invasione dei Goti, la presenza dei Bizantini, la conquista araba.

    Certo è che Taormina, occupa una posizione strategica importante per la tenuta militare del territorio circostante, per 62 anni è l'ultimo lembo di terra dell'Impero romano d'Oriente insieme a Rometta e più volte resiste agli assalti dei saraceni (grazie alle sorgenti d'acqua potabile, alle cisterne ed agli acquedotti sotterranei), fino al 906.


    taormina
    Assedio del 904-906 e dominio arabo
    Nel 906, dopo un lungo assedio durato due anni, la notte del Natale del 906, a causa del tradimento di un mercenario messinese, tale Tommaso Balsamo, Taormina fu presa e distrutta totalmente. I suoi abitanti maschi furono tutti decapitati come il vescovo di Taormina, San Procopio, la cui testa fu portata su un piatto d'argento al capo delle truppe saracene Ibrahim II degli Aghlabidi (al quale è intestata una via di Taormina). Le ragazze più belle furono portate al califfo di Karaujan Al Moezzin e le altre furono rese schiave. I pochi superstiti fuggirono nelle montagne circostanti. La città fu ricostruita nella parte sud, laddove finiva quella greca-romana rasa al suolo dai saraceni e per quasi due secoli visse nella concordia e nella tolleranza fra arabi e cristiani. Gli arabi l'abbellirono adornandola di bei giardini e fontane e la ribattezzarono con il nome di Almoezia, dal nome del califfo Al Moezzin.

    Assedio del 1078 e dominio svevo
    Della città si impossessa il Gran Conte Ruggero, il quale espugnato Castronovo volge alla conquista del Val Demone, cingendo d'assedio la città, attraverso la costruzione di ben ventidue fortezze in legname: tronchi e rami formano un muro insuperabile; nondimeno i saraceni resistono per molto tempo prima di capitolare nel 1078.

    Taormina diviene Città Demaniale, compresa prima nella Diocesi di Troina e poi in quella di Messina, quando la sede vescovile viene qui trasferita.

    Seguono le vicende della Sicilia, sotto gli Svevi e poi sotto gli Aragonesi. Nel 1410 il Parlamento Siciliano, uno dei più antichi d'Europa, svolge a Taormina la sua storica seduta, al Palazzo Corvaja alla presenza della regina Bianca di Navarra, per l'elezione del re di Sicilia, dopo la morte di Martino I detto il giovane. Nel secolo XVI Filippo IV di Spagna concede il privilegio che la città appartenga stabilmente alla Corona.

    Assedio del 1675 e dominio francese
    Nel 1675, in occasione della Rivolta antispagnola di Messina, Taormina rimane fedele alla Corona di Spagna. Per tale motivo è assediata dai francesi, alleati di Messina che la espugnano nel settembre del 1676. I francesi di Casa D'Orleans non la ritengono città importante, tanto che per un certo periodo è posta sotto la giurisdizione militare della vicina Savoca che poco prima si era arresa ai francesi concludendo con questi una vantaggiosa capitolazione.

    Ritorno dei Borbone
    Sconfitti in Sicilia gli Angioini con la guerra del Vespro, Taormina ritorna sotto gli spagnoli ed i viceré con gli antichi privilegi. In seguito, con l'occupazione delle truppe napoleoniche di Napoli e del Sud e con il trasferimento della Reggia Borbonica a Palermo, Re Ferdinando I di Sicilia volle ringraziare Taormina per la sua antica fedeltà ai Borbone contro i francesi e Re Ferdinando I in visita ufficiale nella fedele Taormina, in segno di riconoscimento donò al sindaco dell'epoca Pancrazio Ciprioti l'Isola Bella.

    I Borbone, resero più facile l'accesso alla città, che sin dai tempi dei romani avveniva dall'angusta Consolare Valeria che si inerpicava fra le colline, tagliando il promontorio del Catrabico realizzando così una strada litoranea che congiungeva facilmente Messina a Catania.

    Da parte di molte nazioni europee e di famosi scrittori ed artisti (Goethe, Maupassant, Houel ed altri) si manifestò un interesse verso l'amenità del luogo e verso le sue bellezze archeologiche. Taormina da adesso in poi si svilupperà, divenendo luogo di residenza del turismo elitario, inizialmente proveniente soprattutto dall'Inghilterra come Lady Florence Trevelyan, figlia del Barone Spencer Trevelyan e la cui nonna paterna era Lady Maria Wilson una prima cugina della Regina Vittoria, alla cui Corte Florence era cresciuta attorniata dai cani che adorava come la "zia Vittoria" che, però, lei puritana, per impedire uno scandalo a Corte, la obbligò all'esilio con un ricco vitalizio, per una sua relazione con suo figlio, il Re Edoardo VII che era sposato con l'austera Alessandra di Danimarca e che decise di vivere a Taormina dove sposò Salvatore Cacciola, professore di chirurgia all'università di Bologna, sindaco di Taormina ed amico del Duca di Kent.

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    Dal XIX secolo ai giorni nostri
    Lady Florence Trevelyan acquistò l'Isola Bella e comprò 82 vecchie casupole di pescatori e lotti di terreno che abbatté per realizzare lo splendido giardino che, dopo la sua morte, divenne il giardino pubblico di Taormina con le caratteristiche costruzioni ispirate ai suoi viaggi in estremo oriente, aiutò i La Floresta ad ampliare il primo albergo di Taormina, l'Hotel Timeo; dall'Inghilterra arrivò anche il Re Edoardo VII (dopo due anni, però, dalla morte della madre la Regina Vittoria nel 1903, 1904, 1907, 1908) e dalla Germania personaggi come Johann Wolfgang von Goethe, che citò Taormina nel suo Viaggio in Italia (Italienische Reise), il fotografo barone Wilhelm von Gloeden, il pittore Otto Geleng, Friedrich Nietzsche (dal 1882) che qui scrisse Così parlò Zarathustra, Richard Wagner,lo Zar Nicola I, il Kaiser Guglielmo II di Germania (1896-1897-1901-1904,1908) col cugino lo Zar Nicola II,la Zarina Aleksandra Fëdorovna Romanova nipote della Regina Vittoria in quanto figlia di Alice d'Inghilterra con gli amici, Ignazio Florio e Franca Florio, "la stella d'Italia" come la chiamava il Kaiser ed amica della Trevelyan, Gabriele D'Annunzio, Gustav Klimt, Sigmund Freud, Edmondo De Amicis, il Granduca Paolo di Russia, il Principe Jusupov Feliks con la Principessa Irina, l'Arciduca Mihail Pavlopic fratello dello Zar Nicola II e banchieri, magnati, aristocratici di tutto il mondo.[4]

    Ben presto Taormina divenne famosa in tutto il mondo sia per le sue bellezze paesaggistiche, per i suoi panorami variopinti, per i quadri dell'Etna innevato e fumante che declina sino al mare turchese e che fecero il giro del mondo, ma anche per la sua permissività, per la sua "trasgressione", per i suoi "dotti cenacoli", per il "mito d'Arcadia", per la sua sfrenata "dolce vita".

    "I pazzi a Taormina" dello scrittore catanese Massimo Simili[5] descrive un periodo in cui non passava giorno che a Taormina, non accadesse qualcosa di "folle" grazie ai suoi estrosi e famosi frequentatori. Ciò che era permesso a Taormina creava scandalo persino nella "internazionale" Capri dove, per esempio, l'armiere tedesco Krupp aveva cercato, senza riuscirvi di ricreare i "cenacoli taorminesi" in cui efebi locali ed ancelle erano al centro delle "scene". Krupp a Capri fu travolto dallo scandalo e pochi giorni dopo si tolse la vita per la vergogna a Brema.

    Sorsero tanti alberghi tutti gestiti da famiglie taorminesi. Il paese di pescatori e contadini e di benestanti borghesi si trasformò in un paese di commercianti, albergatori, costruttori. Durante la seconda guerra mondiale fu sede del Comando tedesco della Wehrmacht per cui il 9 luglio del 1943, giorno del patrono San Pancrazio, Taormina subì due devastanti bombardamenti aerei alleati che distrussero parte della zona sud e persino un'ala del famoso albergo San Domenico in cui era in corso una riunione dell'alto comando tedesco.

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    Essendo una città turistica internazionale molte spie inglesi durante il fascismo si erano ben camuffate e uscirono allo scoperto appena entrarono le truppe alleate. Nel dopoguerra Taormina si ingrandì senza alterare le proprie bellezze naturali e sino al 1968 era una città turistica prettamente invernale per un turismo ricco ed individuale, tant'è che i migliori alberghi aprivano ad ottobre e chiudevano a giugno ed era frequentata da scrittori di fama come Roger Peyrefitte, Truman Capote, André Gide, D. H. Lawrence, Salvatore Quasimodo (al quale venne assegnato anche il Premio Letterario Etna-Taormina, di gran prestigio a quel tempo), da nobili (Giuliana d'Olanda), dai reali di Svezia e di Danimarca, dal Presidente della Finlandia Urho Kekkonen, da personaggi illustri e famosi come Soraya, Ava Gardner, Romy Schneider, che fecero amicizia anche con alcuni affascinanti play boys del luogo, nonché Liz Taylor, Richard Burton, Dino Grandi, Willy Brandt, Greta Garbo, che svernavano per mesi negli alberghi taorminesi trascorrendo le giornate, ma soprattutto le notti nei tipici locali notturni dell'epoca e continuando, così, quella dolce vita iniziata con la Belle Époque.

    Centro d'incontro per tutti (artisti, nobili, playboy, scrittori, personaggi curiosi) era il Caffè Concerto "Mocambo" dell'estroso play boy Robertino Fichera. Robertino, con i suoi mitici amici Chico Scimone e Dino Papale, quest'ultimo fondatore della Women's Tennis Association, volle rappresentare in un murale, che fece dipingere nel salone del suo famoso Caffè affinché rimanessero "immortali" seduti accanto a Sigmund Freud e Albert Einstein, quelli che erano i veri protagonisti del grande teatrino taorminese cioè quella umanità "viva", composta da playboy, artisti e "pazzi", che "creava" ogni giorno la dolce vita taorminese. "Che la festa inizi" è il titolo del murale. Ma la festa stava per finire, ed anche la vita terrena di Robertino.

    Nel 1968, accadde il terremoto del Belice che fece paura per le ripercussioni che avrebbe potuto avere sul turismo ad alcuni operatori turistici taorminesi che frettolosamente si indirizzarono verso il turismo di massa facendo contratti con i maggiori tour operator europei. Taormina, così, rapidamente si trasformò. Gli alberghi "vendevano" le camere a contratto annuale ai grandi tour operator del turismo di massa rinunciando al turismo classico individuale che sino allora aveva reso ricca e famosa Taormina con un taglio decisamente di alta classe e di prestigio.

    Col turismo di massa la cittadina si espanse nelle adiacenti zone verdi, fu rapidamente e disordinatamente cementificata, nacquero nuovi alberghi e tante nuove attività commerciali e siccome i taorminesi non si volevano dedicare ai lavori umili, vi fu una invasione dall'arretrato entroterra siciliano di gente povera di diversa cultura in cerca di fortuna, che in poco tempo, richiamò a Taormina amici e parenti che si improvvisarono albergatori, ristoratori, commercianti.

    Taormina divenne, in breve tempo, una cittadina balneare per un turismo di massa, una nobile decaduta.

    Gli alberghi ora chiudevano a novembre per riaprire a Pasqua. Fu il crollo per quasi tutte le famiglie di antichi albergatori taorminesi che non riuscirono ad adeguarsi ai nuovi tempi ed in pochi anni persero i propri alberghi che furono acquistati da società venute da fuori che miravano più ai bilanci che alla qualità dei servizi.

    Gli alberghi non erano più le seconde case di lusso dei viaggiatori che venivano accolti con grande cortesia dai proprietari e con i quali si familiarizzava, si conversava e si prendeva il thè ... ma erano degli anonimi alberghi con degli anonimi clienti come tanti di tutto il mondo. Fu una rivoluzione anche nel tessuto economico sociale tradizionale di Taormina a causa dei tanti immigrati arrivati a Taormina in cerca di fortuna, che non solo dettero vita alla speculazione edilizia, avendo necessità di costruire abitazioni per essi, per gli amici e per i parenti, ma si insediarono anche nelle strutture di potere della città.

    taormina
    Fu la fine anche della dolce vita taorminese, i cui protagonisti erano stati tanti estroversi personaggi della aristocrazia siciliana e alcuni affascinanti play boy locali che, fra le dolcezze della natura taorminese, intrattenevano turiste famose e non, inducendole a ritornare annualmente più volte a Taormina, proprio come avveniva agli albori del secolo con Geleng e Von Gloeden.

    Taormina veniva, quindi, "spersonalizzata", perdeva la propria "identità" di città di artisti e di "pazzi" in cui ognuno poteva vivere come non poteva nella propria città e Taormina rischiava di morire a causa del "provincialismo" dei tanti immigrati che erano venuti a Taormina per cercar fortuna e che, avendola trovata ed essendosi anche arricchiti avevano ben presto occupato i posti di potere snaturando, così la città che perdeva la sua identità e veniva invasa dal cemento, come tante altre famose città turistiche e ciò anche a causa del turismo "mordi e fuggi" prediletto da una categoria di audaci mercanti.

    Si perdeva soprattutto l'identità del taorminese ospitale e colto anche perché il centro storico veniva svuotato in quanto molti taorminesi svendevano le loro vecchie case ed al loro posto sorgevano tante seconde e terze case per villeggianti della provincia, sin quando, all'inizio del III millennio, alcuni imprenditori non hanno iniziato a creare nuovamente alberghi di gran lusso, maisons de charme, che, aperti tutto l'anno, hanno in poco tempo, fatto sì che Taormina sia nuovamente una città turistica di fama internazionale, elegante, con un salotto buono (il Corso Umberto I) in cui sono presenti splendidi negozi con le maggiori griffe mondiali ed in cui, grazie anche ai tanti prestigiosi eventi culturali, una per tutte Taormina Arte, vi è una stagione turistica che dura tutto l'anno con delle punte massime in agosto e minime a gennaio-febbraio e che accoglie sia clientela di lusso, sia un turismo di massa (d'estate) medio-alto. Attualmente Taormina è considerata una delle città più belle, più accoglienti e più affascinanti di tutta l'intera Sicilia; questo suo nobile aspetto è dovuto essenzialmente alla caratteristica del paesaggio circostante: da un lato vi è il mare con la sua attraente spiaggia, tipico aspetto della zona costiera della Sicilia, mentre dall'altro è circondata interamente da montagne e colline varie, caratteristico di tutta la parte centrale della regione; è proprio questa la principale particolarità che spinge ogni anno milioni di turisti a visitare questa perla sperduta tra il Mar Mediterraneo.

    Luoghi di culto

    - Duomo di Taormina, XII secolo d.C.
    - Chiesa Anglicana di San Giorgio (Taormina)
    - Chiesa del Varò, sec. XVIII-XIX
    - Chiesa di San Giuseppe
    - Chiesa di Santa Caterina, sec. XVII
    - Chiesa di Santa Domenica, sec. XVII
    - Chiesa di San Pancrazio, sec. VI-IX ?
    - Chiesa di San Pietro e Paolo, sec. XVIII
    - Chiesa Madonna della Rocca, 1640 ca.
    - Cappella della Madonna delle Grazie, 1850
    - Chiesa del Convento di Sant'Antonio da Padova (originariamente Santa Caterina d'Alessandria), sec. XVI
    - Chiesa di Sant'Antonio Abate, 1330

    Siti archeologici

    - Teatro antico di Taormina
    - Le Naumachie, I secolo a.C.
    - Odeon (Taormina)|Odeon, I secolo a.C.
    - Castello di Monte Tauro, X secolo d.C.

    Altri monumenti e luoghi di interesse

    - Mappa dei monumenti di Taormina
    - Palazzo Corvaja
    - Palazzo Duchi di Santo Stefano
    - La Villa Comunale
    - Isola Bella
    - Parco Letterario Salvatore Quasimodo (a Roccalumera, distanza 8 km)
    - Stazione ferroviaria Taormina-Giardini
    - Badia vecchia
    - Chiesa di Sant'Agostino sede della biblioteca comunale

    Geografia fisica
    È situata su una collina a 206 m di altezza sul livello del mare, sospesa tra rocce e mare su un terrazzo del monte Tauro, in uno scenario di bellezze naturali unico per varietà e contrasti di motivi.

    Il clima è dolcemente mite.

    In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +11,0 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +26,6 °C

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