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Panteryna^.
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Un classico della modernità, Ungaretti è il poeta che inaugura il Novecento italiano .
Inizia solo nel 1914 a fare poesia, è un giovane di 25-26 anni che esordirà tre anni dopo con il primo libro Il porto sepolto , che presenta il punto di vista di un soldato semplice di fanteria sul fronte del Carso. Nel 1919 esce Allegria di naufragi, che mette in evidenza la vitalità contraddittoria di Ungaretti che riesce spesso ad intrecciare gli estremi della condizione umana (felicità e dramma, vita e morte). «E subito riprende / il viaggio…» e nel 1933 esce il Sentimento del tempo, in cui riaffronta i temi esistenziali della prima stagione creativa in un’ottica nuova, recuperando ciò che già è stato detto dagli autori della tradizione classica italiana, in particolare Petrarca e Leopardi. Tra le altre raccolte è da sottolineare Il dolore del 1947, dal tema biograficamente dominante per le sofferenze che hanno segnato l’esistenza di Ungaretti. La sua produzione poetica continua fino al 1960 con raccolte come, per citare le più famose, La terra promessa o Il taccuino del vecchio, anche se quest’ultima parte è segnata da frammentarietà e incompiutezza. Quello che più colpisce della sua opera è il sillabare messaggi vitali in versi brevissimi, l’essenzialità lirica e la purezza dell’espressione. É una “creatura” che pone interrogativi elementari,quelli senza tempo che non necessitano di filtri letterari ma di un approccio a sé.In poche ed essenziali parole nutre il lettore goccia a goccia con distici indimenticabili, lancia qua e là un grido che la tradizione letteraria italiana non conosceva. Ogni parola «scavata è nella mia vita / come un abisso», nasce un nuovo modo di fare poesia che darà origine all’Ermetismo. In internet è disponibile molto materiale biografico, anche in lingua straniera e vi sono molti siti che offrono la lettura delle poesie più note.
ve le ricordate le sue poesie? brevi (xk ermetiche appunto) ?
io una si..Mattina
Mi illumino d'immenso.
e voi?
Edited by egiziana - 18/5/2014, 02:05. -
R5GT22.
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ETERNO
tra un fiore colto e l’altro donato
l’inesprimibile nulla. -
R5GT22.
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Dannazione
Chiuso fra cose mortali
(Anche il cielo stellato finirà)
Perché bramo Dio
. -
R5GT22.
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SOLDATI
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie
. -
Oceanya.
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Da "L'allegria"
Agonia
Morire come le allodole assetate
sul miraggio
O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia
Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità Fratelli
San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
E' il mio cuore
il paese più straziato
Allegria di naufragi
Versa il 14 febbraio 1917
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
Mattina
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917
M'illumino
d'immenso.
Soldati
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.
La madre
1930
E il cuore quando d'un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d'ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia.
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.
Dove la luce
1930
Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui giovani prati,
Le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
E del mare e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.
L'ora costante, liberi d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo
Sentimento del tempo
1931
E per la luce giusta,
Cadendo solo un'ombra viola
Sopra il giogo meno alto,
La lontananza aperta alla misura,
Ogni mio palpito, come usa il cuore,
Ma ora l'ascolto,
T'affretta, tempo, a pormi sulle labbra
Le tue labbra ultime.
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