VITE STRAORDINARIE: Indimenticabili

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  1. la sirenetta
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    Charlton Heston

    Charlton Heston, nome d'arte di John Charles Carter (Evanston, 4 ottobre 1923 – Beverly Hills, 5 aprile 2008), è stato un attore statunitense, grande interprete di kolossal d'argomento biblico-storico e premio Oscar come miglior attore nel 1960.

    Nativo dell'Illinois, figlio di Lila Charlton e Russell Whitford Carter, operaio, aveva dieci anni quando i suoi genitori divorziarono. Andò a vivere con la madre che, poco tempo dopo, sposò Chester Heston. La nuova famiglia si spostò nell'agiata Wilmette, sobborgo a nord di Chicago.

    Heston (questo il suo nuovo cognome) frequentò la New Trier High School. Si iscrisse al corso di recitazione, ottenendo ottimi risultati che gli fruttarono una borsa di studio per la Northwestern University da parte del Winnetka Community Theatre, dove lavorava come attore. Mentre era ancora al liceo, recitò in un film amatoriale muto, adattamento del Peer Gynt.

    Nel 1944, Heston lasciò il college e si arruolò nelle United States Army Air Forces, dove rimase due anni, presso le Isole Aleutine, in Alaska, con la Eleventh Air Force, ricoprendo il grado di Staff Sergeant.


    Nel 1944 sposò Lydia Marie Clarke. Dopo la seconda guerra mondiale i due vissero nel quartiere newyorkese di Hell's Kitchen, dove lavorarono come modelli. Nel 1948 a Charlton fu offerto un ruolo secondario a Broadway, nel rifacimento di Antonio e Cleopatra di William Shakespeare, con protagonista Katharine Cornell. Per la sua interpretazione, Heston ricevette vari consensi. Ebbe successo anche in televisione, ricoprendo numerosi ruoli nella serie della CBS Studio One, uno dei più popolari sceneggiati dell'epoca.

    A teatro interpretò molti ruoli, tra cui quello di protagonista nel Macbeth, Tommaso Moro in A Man for All Seasons e Marco Antonio sia in Giulio Cesare che in Antonio e Cleopatra.

    Il primo film professionale di Heston fu La città nera, nel 1950, per la cui interpretazione riscosse ammirazione. Il salto di qualità arrivò con il ruolo di un direttore di circo in Il più grande spettacolo del mondo (1952) e successivamente Heston divenne un'icona interpretando Mosè in I dieci comandamenti (1956), per cui fu scelto in quanto il regista Cecil B. DeMille riteneva che incarnasse la statua di Mosè del Michelangelo.

    Nella sua lunga carriera ricoprì numerosi ruoli da protagonista in pellicole dal tema epico-storico, come Ben-Hur (che gli valse l'Oscar al miglior attore e per cui oggi è soprattutto ricordato), El Cid, 55 giorni a Pechino, Il tormento e l'estasi e Khartoum.

    Altri due filoni cinematografici che videro impegnato Heston furono la fantascienza e i film catastrofici, alcuni dei quali riscossero un grande successo di pubblico e divennero dei cult del genere. Alcuni titoli da ricordare: Il pianeta delle scimmie, 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra, 2022: i sopravvissuti, Terremoto e Airport 1975.

    Nel 1970 impersonò ancora una volta Marco Antonio, nella prima versione cinematografica in Technicolor di un'opera di Shakespeare, 23 pugnali per Cesare. L'anno successivo debuttò dietro la cinepresa, realizzando All'ombra delle piramidi, un adattamento di Antonio e Cleopatra, che aveva già rappresentato in teatro nei primi anni di carriera: oltre a dirigere, qui interpretò per l'ennesima volta Marco Antonio. Avendo ricevuto caustici giudizi dalla critica, il film non uscì nemmeno nei cinema e raramente è stato trasmesso in televisione; non esiste nemmeno una versione in DVD. Scarsi consensi hanno avuto anche gli altri due film in cui diresse se stesso, I predatori della vena d'oro (1982) e il televisivo Un uomo per tutte le stagioni (1988).

    Charlton Heston (1982).A partire da I tre moschettieri (1973), Heston cominciò a partecipare a numerosi film in ruoli secondari o con semplici cameo. Nonostante ciò, la sua grande popolarità non è mai venuta meno. Grazie alla sua voce, immediatamente riconoscibile, è stato scelto come narratore in varie pellicole.

    Negli anni Ottanta e Novanta, insieme al figlio Fraser produsse e partecipò a numerosi film per la tv. Ottenne un grande successo dalla critica per la serie Charlton Heston presenta la Bibbia, trasmessa dalla tv via cavo A&E e riproposta con successo in DVD

    Nel 2001 prese parte con un cameo al remake del Pianeta delle scimmie di Tim Burton, interpretando il ruolo di un'anziana scimmia che prima di morire dà una pistola al figlio, introducendo l'uso delle armi da fuoco nella sua specie.

    Il suo ultimo film è stato My Father (2003), nei panni del nazista Josef Mengele. È stato impegnato in politica e fu presidente della National Rifle Association dal 1998 al 2001 ed eletto nel consiglio di amministrazione della stessa dal 2001 al 2003.

    Nel 2003 il Presidente George W. Bush gli ha concesso la Medaglia presidenziale della libertà . Charlton Heston è morto il 5 aprile 2008, a 84 anni, nella sua casa di Beverly Hills, in California; nel 2002 lui stesso rese noto di essere affetto dal morbo di Alzheimer. Il suo corpo è stato cremato.

    Viene citato nella canzone dei Cosa Nostra Klub(CNK) assieme al Soylent Green (vedi 2022:i sopravvissuti). La canzone parla di una cena delle truppe delle SS. Il figlio Fraser Clarke Heston fa il regista.


     
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  2. la sirenetta
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    Dorian Gray

    Dorian Gray, nome d'arte di Maria Luisa Mangini (Bolzano, 2 febbraio 1928 – Torcegno, 15 febbraio 2011), è stata un'attrice italiana.

    Debutta in palcoscenico nella rivista Votate per Venere (1950) con Erminio Macario e Gino Bramieri. Prosegue la carriera nel teatro di rivista con Gran Baraonda (1952-1953) di Garinei e Giovannini al fianco di Wanda Osiris e Alberto Sordi e con Passo doppio (1954-55) con Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Vince anche il premio Maschera d'argento.

    In seguito lascia il teatro per il cinema; prende parte a numerosi film negli anni cinquanta, soprattutto di genere brillante, nei quali si distingue per una bellezza solare e procace e per una verve innata.

    Tra i suoi ruoli principali c'è quello della malafemmina in Totò, Peppino e... la malafemmina (1956), l'attrice di teatro che si innamora del nipote di Totò e Peppino De Filippo. Federico Fellini la chiama a recitare il ruolo di Jessy, l'amante di Amedeo Nazzari in Le notti di Cabiria. È però soprattutto con Il grido di Michelangelo Antonioni - dove interpreta la benzinaia Virginia - che si impone al grande pubblico come attrice impegnata e drammatica, allontanando da sé l'immagine di bambola sensuale. Seppur doppiata da Monica Vitti l'attrice altoatesina desta l'attenzione della critica mostrando una grande maturazione artistica.

    Entrata nel cinema d'autore, continua ad essere molto richiesta nel cinema brillante; per il film Mogli pericolose di Luigi Comencini (1958) il suo talento è premiato con un Nastro d'Argento come migliore attrice non protagonista.

    In seguito recita ancora in numerose pellicole di genere farsesco e spionistico, fino a metà degli anni sessanta, quando, in attesa di un figlio, abbandona le scene ritirandosi a vita privata.

    Si uccide, avendo compiuto da poco 83 anni, il 15 febbraio 2011, sparandosi alla tempia con una pistola a Torcegno, in Trentino, dove viveva.
     
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  3. la sirenetta
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    Annie Girardot



    È morta all’ospedale Lariboiserie di Parigi l’attrice Annie Girardot, aveva 79 anni. Lo riferisce il sito internet del quotidiano ‘Le Figaro'.

    Al suo fianco la figlia, Giulia Salvatori, e la nipote lola Vogel. Dal 2006 la Girardot era ammalata di Alzheimer e aveva perso la memoria. Era stata definita da Jean Cocteau "il più bel temperamento drammatico del dopoguerra".

    La Girardot aveva riscosso fama internazionale nel 1960 per l’interpretazione della prostituta Nadia in ‘Rocco e i suoi fratelli’. Tra i suoi film si ricordano, tra l’altro, ‘I compagni’ (1963) di Monicelli, ‘La donna scimmia’ (1964) di Ferreri, ‘Vivere per vivere’ (1967) di Lelouch e ‘Metti una sera a cena’ (1969) di Patroni Griffi.

    Nel 2003, forse sentendo l’urgenza di afferrare i ricordi prima che scomparissero, l’attrice aveva pubblicato una appassionante biografia, ‘Partir, revenir’, partire, tornare. Poi Giulia, la figlia nata dall’amore con Renato Salvatori, rivelò il dramma nel libro ‘La Memoire de ma mere’, la memoria di mia madre.
     
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  4. la sirenetta
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    Jane Russel

    Fu una delle prime maggiorate della storia del cinema: Jane Russell, classe 1921, è morta un paio di mesi prima di festeggiare il suo novantesimo compleanno, lontana ormai dai ruoli conturbanti che l'aveva resa famosa negli anni Quaranta.

    Debuttò nel 1943 nel western scandalo "Il mio corpo ti scalderà", dove interpretava la donna di un bandito: un film poco memorabile nella grande produzione hollywoodiana di film del genere, se non fosse stato per lei, in atteggiamenti per allora audacissimi che provocarono alla pellicola, prodotta e diretta dal magnate Howard Hughes, non pochi guai con la censura ma consacrando Jane Russell sex symbol tra le truppe impegnate nella Seconda guerra mondiale e nei Paesi liberati dal nazifascismo.

    In seguito Jane Russell seppe farsi un nome come attrice comica, interpretando uno dei suoi film più popolari accanto alla collega e amica Marilyn Monroe, "Gli uomini preferiscono le bionde", e lavorò anche come cantante esibendosi in diversi recital.
    Nonostante i suoi debutti scandalosi Jane Russell ha avuto una vita tranquilla, sposata tre volte ma perché per due volte rimasta vedova, madre adottiva di tre ragazzi e fondatrice di un'associazione per promuovere le adozioni. In anni recenti aveva partecipato qui in Italia alle popolari trasmissioni "Quelli che il calcio" e "Ci vediamo in tv" con Paolo Limiti.

     
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  5. la sirenetta
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    Oriana Fallaci (Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006) è stata una scrittrice e giornalista italiana. Fu la prima donna in Italia ad andare al fronte in qualità di inviata speciale. Come scrittrice, con i suoi dodici libri ha venduto venti milioni di copie in tutto il mondo.

    Oriana Fallaci è la prima di quattro sorelle: Neera e Paola, anch'esse giornaliste e scrittrici, ed Elisabetta, figlia adottata dalla famiglia Fallaci. Il padre Edoardo fu un attivo antifascista che coinvolse la figlia, giovanissima, nella resistenza con compiti di vedetta.

    La giovane Oriana si unì così al movimento clandestino della Resistenza Giustizia e Libertà, vivendo in prima persona i drammi della guerra: nel corso dell'occupazione di Firenze da parte dei nazisti, il padre fu catturato e torturato a villa Triste, ed in seguito rilasciato mentre la Fallaci fu impegnata come staffetta per trasportare munizioni da una parte all'altra dell'Arno attraversando il fiume nel punto di secca dal momento che i ponti erano stati distrutti dai tedeschi. Per il suo attivismo durante la guerra ricevette a 14 anni, nel 1943, un riconoscimento d'onore dall'Esercito Italiano.

    Dopo aver frequentato il liceo classico la Fallaci si iscrisse alla facoltà di medicina che lasciò ben presto per dedicarsi al giornalismo esortata dallo zio Bruno Fallaci, egli stesso giornalista e direttore di settimanali.

    Esordì al Mattino dell'Italia centrale, quotidiano di ispirazione democristiana, dove si occupò di svariati argomenti dalla cronaca nera e giudiziaria al costume. Fu licenziata dal quotidiano perché si rifiutò di scrivere un articolo critico nei confronti di Togliatti come le aveva ingiunto il direttore, democristiano.

    Così la Fallaci si trasferì a Milano per lavorare al settimanale Epoca di Mondadori allora diretto da suo zio Bruno Fallaci che per non favorirla le affidava degli "incarichi infami".

    Nel 1951 venne invece pubblicato il suo primo articolo per L'Europeo, per il quale si occupava di modernità, mondanità, ma anche di cronaca nera. Nel luglio 1956 Oriana Fallaci giunse per la prima volta a New York per scrivere di divi e mondanità. Da quest'esperienza venne tratto il suo primo libro, I sette peccati di Hollywood, dove racconta i retroscena della vita mondana di Hollywood. La prefazione del libro è scritta da Orson Welles.

    Nel 1961 realizzò un reportage sulla condizione della donna in Oriente che poi diventa il primo vero successo editoriale della Fallaci scrittrice, Il sesso inutile. Nel 1962 esce Penelope alla guerra, la prima opera narrativa in cui racconta la storia di Giò, una ragazza italiana che si reca a New York per il suo lavoro di soggettista, dove incontrerà persone del suo passato.

    Alla vigilia dello sbarco americano sulla Luna la Fallaci partì per gli USA per andare ad intervistare astronauti e tecnici della NASA. Nel 1965 pubblicò il libro Se il sole muore, diario di quest'esperienza che la scrittrice dedica a suo padre. Per scrivere il libro incontrò il capo progetto della missione, l'ex scienziato nazista Wernher von Braun, colui che aveva progettato per Hitler i razzi V2 da sparare su Londra.

    Nel 1967 si recò in qualità di corrispondente di guerra per L'Europeo in Vietnam. Ritornerà nel paese dell'Indocina dodici volte in sette anni raccontando la guerra criticando sia i Vietcong e i comunisti sia gli statunitensi e i Sudvietnamiti, documentando menzogne e atrocità ma anche gli eroismi e l'umanità di un conflitto che la Fallaci definì una sanguinosa follia. Le esperienze di un anno di guerra vissute in prima persona vennero raccolte nel libro Niente e così sia pubblicato nel 1969.

    A metà del 1968 la giornalista lasciò provvisoriamente il fronte per tornare negli USA a seguito della morte di Martin Luther King e di Bob Kennedy e delle rivolte studentesche di quegli anni. In un passaggio di Niente e così sia irride «i vandalismi degli studenti borghesi che osano invocare Che Guevara e poi vivono in case con l'aria condizionata, che a scuola ci vanno col fuoristrada di papà e che al night club vanno con la camicia di seta».

    Il 2 ottobre 1968, alla vigilia dei Giochi olimpici, durante una manifestazione di protesta degli studenti universitari messicani contro l'occupazione militare del campus dell'UNAM, oggi ricordata come il massacro di Tlatelolco, la Fallaci rimase ferita in piazza delle Tre Culture a Città del Messico da una raffica di mitra. Morirono centinaia di giovani (il numero preciso è sconosciuto) e anche la giornalista fu creduta morta e portata in obitorio: solo in quel momento un prete si accorse che era ancora viva. La Fallaci definì la strage come «un massacro peggiore di quelli che ho visto alla guerra».

    Come corrispondente di guerra seguì anche i conflitti tra India e Pakistan, in Sud America e in Medio Oriente.

    Nel 1969 tornò negli USA per assistere al lancio della missione Apollo 11: il resoconto di quell'esperienza è raccolto nel libro Quel giorno sulla luna pubblicato nel 1970. Il comandante dell'Apollo 12, Charles Conrad, alla vigilia del lancio, si recò a New York per incontrare la Fallaci e chiederle un consiglio riguardo alla frase da usare al momento di mettere piede sulla Luna. Poiché Neil Armstrong aveva detto: «Un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l'umanità», la fiorentina consigliò, dato la bassa statura di Conrad, la frase: «Sarà stato un piccolo passo per Neil, ma per me è stato proprio lungo». Il comandante, che portò con sé sulla Luna una foto di Oriana bambina con la madre, disse proprio questa frase una volta giunto sul satellite.

    Il 21 agosto 1973 la giornalista fiorentina conobbe Alekos Panagulis, leader della Resistenza greca contro il regime dei Colonnelli. Si incontrarono il giorno in cui lui uscì dal carcere: ne diventerà la compagna di vita fino alla morte di lui, avvenuta in un misterioso incidente stradale il 1 maggio 1976. La storia di Panagulis verrà raccontata dalla scrittrice nel romanzo Un uomo, pubblicato nel 1979.

    All'attività di reporter hanno fatto seguito le interviste a importanti personalità della politica, le analisi dei fatti principali della cronaca e dei temi contemporanei più rilevanti. Tra i personaggi intervistati dalla Fallaci: re Husayn di Giordania, Vo Nguyen Giap, Pietro Nenni, Giulio Andreotti, Giorgio Amendola, l'arcivescovo Makarios, Alekos Panagulis, Nguyen Cao Ky, Yasser Arafat, Mohammad Reza Pahlavi, Haile Selassie, Henry Kissinger, Walter Cronkite, Federico Fellini, Indira Gandhi, Golda Meir, Nguyen Van Thieu, Zulfikar Ali Bhutto, Deng Xiaoping, Willy Brandt, Sean Connery, l'ayatollah Khomeini (durante l'intervista la Fallaci lo apostrofò come «tiranno» e si tolse il chador che era stata costretta ad indossare per essere ammessa alla sua presenza) e Muammar Gheddafi. Alcune di queste interviste sono raccolte nel libro Intervista con la Storia uscito nel 1974.

    Nel 1975 la Fallaci e Panagulis collaborarono alle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini, amico della coppia. La Fallaci sarà la prima a denunciare il movente politico dell'omicidio del poeta
    Lo stesso anno uscì il primo libro di Oriana Fallaci diverso dall'inchiesta giornalistica, Lettera a un bambino mai nato. Fu un grande successo editoriale della scrittrice e vendette 4 milioni e mezzo di copie in tutto il mondo.

    Nel 1976 sostenne le liste del Partito Radicale, anche per le loro campagne femministe
    Nel 1990 uscì il romanzo Insciallah in cui la scrittrice coniuga la ribalta internazionale con il racconto. Il libro è ambientato tra le truppe italiane inviate dall'ONU nel 1983 a Beirut. La Fallaci ottenne dall'allora ministro della Difesa Spadolini di essere accreditata presso il contingente italiano.
    I suoi libri e articoli sulle tematiche dell'11 settembre hanno suscitato sia elogi sia contestazioni nel mondo politico e nell'opinione pubblica. Attraverso essi la scrittrice denuncia la decadenza della civiltà occidentale che, minacciata dal fondamentalismo islamico, ritiene incapace di difendersi.

    La Fallaci riteneva che la crescente pressione esercitata negli ultimi anni dall'immigrazione islamica verso l'Europa, e l'Italia in particolare, unita a scelte politiche, a suo parere, discutibili e all'aumentare di atteggiamenti di reciproca intolleranza, fosse la dimostrazione della veridicità delle sue tesi. Secondo la sua opinione, staremmo assistendo ad un pianificato tentativo del mondo musulmano di islamizzazione dell'Occidente, istigato e supportato dal Corano e testimoniato da oltre un millennio di conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani, tentativo che dovrebbe inevitabilmente portare ad uno scontro di civiltà.

    Nel 2004 la Fallaci si schierò contro l'eutanasia relativamente al caso di Terri Schiavo, presentando le sue posizioni con un articolo apparso su Il Foglio, e contro il referendum abrogativo della legge sulla procreazione medicalmente assistita, con un articolo pubblicato dal Corriere della sera.

    Pur continuando ad esprimere opinioni anticlericali e dichiarandosi ne La forza della ragione "atea-cristiana", dichiarò pubblicamente la sua ammirazione verso papa Benedetto XVI, che l'ha ricevuta a Castel Gandolfo in udienza privata il 27 agosto 2005. L'incontro doveva rimanere segreto, ma la notizia è stata resa pubblica tre giorni dopo l'incontro, mentre i contenuti del colloquio non sono mai stati resi noti.

    Nel marzo 2005 il quotidiano Libero lanciò una raccolta di firme affinché il Presidente della Repubblica conferisse alla Fallaci il titolo di senatore a vita. Vennero raccolte oltre 75.000 firme.

    La Fallaci è deceduta il 15 settembre 2006 a 77 anni, dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute dovuto al tumore che da anni l'aveva colpita. Aveva deciso di tornare a Firenze, con grande riserbo, per passarvi i suoi ultimi giorni.

    È stata sepolta nel cimitero degli Allori, di rito evangelico, ma che ospita anche tombe di atei, musulmani e ebrei, a Firenze nel quartiere del Galluzzo, nella tomba di famiglia accanto ad un ceppo commemorativo di Alekos Panagulis, suo compagno di vita. Con la bara sono stati sepolti una copia del Corriere della Sera, tre rose gialle e un Fiorino d'Oro (premio che la città di Firenze, con grandi polemiche, non aveva voluto conferirle), donatole da Franco Zeffirelli.

     
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  6. la sirenetta
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    Nilla Pizzi

    Nilla Pizzi, all'anagrafe Adionilla Pizzi (Sant'Agata Bolognese, 16 aprile 1919 – Segrate, 12 marzo 2011), è stata una cantante italiana, prima vincitrice del Festival di Sanremo nel 1951.

    Il 1950 la vede interprete di numerosi motivi che si rivelano subito altrettanti successi come Ciliegi rosa, Che bel fiulin, Nulla, scritta per lei da Casasco, contrabbasso dell'orchestra Angelini, Italia mia,Quiereme mucho.

    Nel 1951 vince il primo Festival di Sanremo con Grazie dei fiori, piazzandosi anche seconda con La luna si veste d'argento, cantata in duetto con Achille Togliani. Grazie dei fior venderà 36 mila copie a 78 giri, vero record per l'epoca.

    L'anno successivo trionfa nuovamente al Festival di Sanremo conquistando l'intero podio (primo, secondo e terzo premio) rispettivamente con Vola colomba, Papaveri e papere e Una donna prega, che rimane un record a tutt'oggi mai eguagliato da nessun altro cantante. Luca Goldoni parlando della Pizzi in un suo articolo la definisce "la Regina della Canzone Italiana", titolo con cui passerà alla storia. Le sue canzoni segnano un'epoca: Vola colomba accompagna il ritorno di Trieste all'Italia mentre Papaveri e papere, che vende 75 mila copie, viene tradotta in quaranta lingue, fa il giro del mondo e ispira anche il titolo di un film con Walter Chiari. Ne incide una storica versione pure il tenore Beniamino Gigli.

    Nel 1952 nasce il Festival di Napoli, che vince con Desiderio 'e sole in coppia con Franco Ricci, conquistando anche il terzo posto con Margellina, cantata in abbinamento con Sergio Bruni.

    Al Festival di Sanremo del 1953 si piazza "solo" seconda con Campanaro presentata in coppia con Teddy Reno. Subito però si rifà con altre incisioni che ne confermano l'alto successo: Me voy pa'l pueblo, Anema e core, El marinerito, Stelle e lacrime, Inganno, Malasierra (canzone di cui cura anche il testo), Padam padam, Non è la pioggia, Chérie, Mandolino napoletano, Duska, 'O ciucciariello, Mondina, Eternamente, Canzone appassionata, Statte vicino a me.

    Nel frattempo riempie le cronache rosa la sua love story col cantante Gino Latilla, col quale duetta in numerosi celebri motivi come Colpa del bajon, Col tricche-ballacche, El bajon, Amico tango, Volevo dir di no.

    Sostituita da Vittoria Mongardi al Festival di Sanremo del 1954, colpita dal tentato suicidio di Gino Latilla (dopo essere stato lasciato da lei), decide di cambiare casa discografica, diventa magrissima e si fa bionda. È la protagonista di alcuni fortunati film musicali come Ci troviamo in galleria di Mauro Bolognini (dove recita accanto a Carlo Dapporto e Sofia Loren), e Canzone appassionata di Giorgio Simonelli.

    I suoi ammiratori fondano in suo onore a Torino, il primo fan club della storia della canzone italiana, chiamato Il salottino di Nilla. Nasce inoltre la moda delle "cartoNille", fac-simile delle cartoline postali che recano invece la scritta "cartonilla postale", con varie immagini della Pizzi incollate davanti, che i suoi fans si scambiano per gli auguri natalizi e le comunicazioni sui suoi concerti.

    Nel 1954 lancia alla Piedigrotta, sotto le stelle di Anacapri, la celeberrima Luna caprese, ricevendo ben otto richieste bis; per tutto il mese di maggio inoltre dà il buongiorno ai radioascoltatori con il motivo O mese d'e rrose. L'anno successivo partecipa assieme a Teddy Reno e Alberto Talegalli alla rivista musicale Rosso e nero di Corrado, ottenendo ampi successi. Compie poi una fortunata tournée in America, partecipando a trasmissioni radiofoniche e televisive, incidendo dischi e trionfando con la canzone Croce di oro; il Progresso Italo-Americano di New York scrive che il titolo di "Regina della Canzone Italiana" non è affatto una trovata pubblicitaria ma bensì il giusto appellativo per la Pizzi.

    Nel 1957 vince il Festival di Velletri con Dicembre m'ha portato una canzone in coppia con Nunzio Gallo; parallelamente trionfa al Festival della canzone siciliana con il motivo Sicilia bedda. Intraprende con Paolo Bacilieri una tournée in Russia, da cui porterà in Italia i brani Kira e Podmoskovnye večera (conosciuta in italiano come Mezzanotte a Mosca), incisi con la Roman New Orleans Jazz Band di Carlo Loffredo. Nello stesso anno sposa segretamente ad Acapulco il chitarrista Carlo Porti, dal quale si separerà pochi mesi dopo.

    Nel 1958 torna al Festival di Sanremo dove si piazza seconda e terza a Sanremo, rispettivamente con L'edera e Amare un altro ripetute da Tonina Torrielli e da Gino Latilla (è l'unica cantante che riesce a insidiare il boom di Domenico Modugno, vincitore con Nel blu dipinto di blu).

    Nel 1959 vince Canzonissima (con il brano L'edera), il Festival di Barcellona (in coppia con Claudio Villa che presentava Binario), il Premio della Critica del Festival della canzone italiana (Premio della Critica Sanremese) (con Adorami). Inoltre si piazza terza al Festival di Napoli con Vieneme 'nzuonno, assieme a Sergio Bruni.

    Negli anni novanta è stata spesso ospite dei programmi televisivi RAI condotti da Paolo Limiti (E l'Italia racconta... 1996, Ci vediamo in TV 1998, Alle 2 su Raiuno 2000, Ci vediamo su RaiUno 2002) in cui ha reinterpretato più di cinquecento canzoni di vario genere e repertorio. È spesso ospite di trasmissioni televisive in veste di cantante ed opinionista. Nel 1992, fu vittima di Marco Balestri nella trasmissione Scherzi a parte, dove ricevette un forte calore alle natiche causato da una finta poltrona.

    In occasione del Festival di Sanremo 1994 fece parte del gruppo Squadra Italia, appositamente costituito per l'occasione, cantando il brano Una vecchia canzone italiana, classificatosi diciannovesimo.

    Nel 1992 le è stato attribuito il premio "Personalità Artistica" alla Carriera.

    Un cammeo è sicuramente una sua partecipazione ad uno sketch con Aldo Giovanni & Giacomo con Giovanni che interpretava il DJ DiscoMetallaro Jhonny Glamour in una puntata di Mai Dire Gol Del Lunedì

    Nel 2001 ha reinterpretato il brano Grazie dei fiori in chiave rap, assieme alla boyband 2080. Con lo stesso gruppo presenta il brano Io e te alla commissione selezionatrice del Festival di Sanremo 2002, che viene, con sua grande amarezza, respinto. Il 1º giugno 2002 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la nomina Grande Ufficiale della Repubblica Italiana.

    L'anno seguente, nel 2003, durante il Festival di Sanremo le viene assegnato il prestigioso Premio alla Carriera. Nello stesso anno torna in sala di registrazione, incidendo l'album Insieme si canta meglio, che comprende dodici duetti con grandi nomi dello spettacolo quali Platinette, Valeria Marini, Don Backy, Mino Reitano ed altri. Nell'estate dello stesso anno, stupendo tutti, decide di partecipare ad un tour estivo in tutta Italia accompagnata dalla star televisiva Platinette, un progetto presto interrotto a causa di problemi di salute. Colpita da una patologia vascolare, è stata costretta a seguire un lungo periodo di riabilitazione, che l'ha tenuta lontano dal mondo dello spettacolo per un intero biennio. È tornata sui suoi passi tra il 2005 e il 2006 apparendo ospite di altre trasmissioni televisive come Domenica In e Sanremo contro Sanremo. Nel 2006 ha inciso uno bellissimo duetto assieme a Michele Paulicelli intitolato Vicino a chi se non a te, che attualmente rimane la sua ultima incisione.

    Il 2008 e il 2009 l'hanno vista tra i protagonisti dell'estate musicale di Ozzano dell'Emilia dove si è esibita assieme a Giorgio Consolini, col quale ha duettato anche nel settembre del 2008 a Capannori durante i festeggiamenti del 40º Anniversario dell'Associazione Lucchesi nel Mondo.

    Le voci divulgate da Lorena Bianchetti il 22 febbraio 2009 nel corso del programma Domenica In, circa un "peggioramento delle sue condizioni di salute", sono state ampiamente smentite. Nel giorno del suo 90º compleanno le sono arrivati gli Auguri personali del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e molti quotidiani e trasmissioni televisivi l'hanno giustamente omaggiata; Mina, nella sua rubrica all'interno del quotidiano La Stampa, ha scritto che: "Io ho imparato molto dalla sua voce, ed è giusto ammetterlo, finalmente". Nel corso dei festeggiamenti ha annunciato la prossima uscita di un cd contenente canzoni e poesie e una crociera tra le isole greche.

    Nilla Pizzi ha aderito ufficialmente al progetto Amiche per l'Abruzzo. L'iniziativa è partita da Laura Pausini che ha organizzato insieme ad altre cinquanta cantanti italiane, tra cui la Pizzi, un concerto che si è tenuto il 21 giugno 2009 allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano. Il ricavato della serata è andato alla ricostruzione in Abruzzo. Il 4 luglio 2009 Nilla Pizzi ha ritirato personalmente un premio alla carriera conferitole, durante la festa della decennale della squadra azzurra 2000, ad opera di Lele Mora. Il 14 agosto 2009 le è stato conferito un altro premio alla carriera ad Alassio da parte del comune di Sanremo.

    In settembre è stata nuovamente in tournée in crociera sul Mediterraneo assieme al collega Giorgio Consolini.

    Nilla Pizzi ha fatto un inatteso ritorno in televisione durante la trasmissione televisiva Domenica Cinque condotta da Barbara D'Urso, il 15 novembre 2009, apparendo in un collegamento in diretta dalla casa di Lele Mora dove la Pizzi era invitata insieme ad altri colleghi ed amici tra cui Loredana Bertè.

    A settembre 2010 ha iniziato i lavori per la registrazione di un nuovo album di inediti che avrebbe dovuto vedere la luce nel 2011 ma non riuscirà a completarlo a causa della sua improvvisa scomparsa, avvenuta la mattina del 12 marzo 2011 in una clinica di Milano, all'età di 91 anni.
     
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  7. la sirenetta
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    In California è morto , all’età di 96 anni, Hugh Martin, uno dei più celebri autori di colonne sonore statunitensi. Il musicista si è spento nella sua casa di Encinitas, a nord di San Diego, in California. Tra i lavori di più grande successo, 'Have Yourself A Merry Little Christmas', cantato da Judy Garland nel musical 'Meet me in St. Louis' del 1944.

    La sua musica è stata anche cantata da Frank Sinatra, Doris Day, Ella Fitzgerald, Christina Aguilera, Coldplay, John Denver e Ernie and Bert from Sesame Street.
     
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  8. la sirenetta
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    Enzo Cannavale

    Vincenzo Cannavale detto Enzo (Castellammare di Stabia, 5 aprile 1928 – Napoli, 18 marzo 2011) è stato un attore italiano di teatro e cinema
    Primo di quattro fratelli, viene "scoperto" artisticamente da Eduardo De Filippo quando era un impiegato delle Poste. Esponente del teatro napoletano, attore dalla verve ironica e comica, abile caratterista, ha calcato i palcoscenici assieme ad Eduardo De Filippo e Aldo Giuffré: Fortunato...!, Miseria e nobiltà e La festa di Montevergine, sono solo alcuni titoli di commedie di successo in cui ha recitato.

    Numerosissimi sono stati i suoi ruoli al cinema, soprattutto nel cinema di genere anni settanta e anni ottanta, facendo spesso coppia con Bombolo.

    A coronamento della lunga carriera artistica, nel 1988 gli è stato assegnato il prestigioso Nastro d'Argento al migliore attore non protagonista per l'interpretazione in 32 dicembre di Luciano De Crescenzo. Sempre nello stesso anno recitò in Nuovo cinema Paradiso, il film di Giuseppe Tornatore vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1989 e dell'Oscar per il miglior film straniero.

     
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  9. la sirenetta
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    Walt Whitman

    Walt Whitman (West Hills, 31 maggio 1819 – Camden, 26 marzo 1892) fu un poeta e scrittore statunitense. È conosciuto per essere l'autore della famosa raccolta di poesie Foglie d'erba (pubblicata in diverse edizioni a partire dal 1855).

    Fu cantore della libertà (ma anche della sessualità e dell'omosessualità) e di un ideale visionario che pone l'uomo come momento centrale rispetto al senso di percezione e comprensione delle cose. Cantò, soprattutto, l'essenza di quello che diventerà successivamente il sogno americano. Dalla sua opera proviene la celeberrima ode che inizia con il verso "O capitano! Mio capitano!" (filo conduttore del film L'attimo fuggente).

    Nato da una famiglia di umili condizioni, canterà il suo luogo natale - West Hill, sobborgo di Long Island - come l'isola "a forma di pesce". Suo padre, Walter, si dedicava a mestieri di vario genere, dal contadino, al muratore, al carpentiere, al falegname. La madre, Louisa Van Velsor, aveva con il figlio un rapporto privilegiato: se ne ha testimonianza dalla corrispondenza che intercorse tra i due; da essa si può arguire come la comunicazione fra madre e figlio potesse superare gli ostacoli frapposti dalla scarsa alfabetizzazione di Louise.

     
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  10. la sirenetta
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    Elizabeth Taylor

    Elizabeth Rosemond Taylor, nota come Liz Taylor, DBE (Hampstead, 27 febbraio 1932 – Los Angeles, 23 marzo 2011), è stata un'attrice inglese, considerata l'ultima grande diva dell'era d'oro di Hollywood per le sue doti recitative e la singolare avvenenza.
    Elizabeth Taylor nasce ad Hampstead, Londra, seconda figlia di Francis Lenn Taylor (28 dicembre 1897 - 20 novembre 1968) e Sara Viola Warmbrodt (21 agosto 1895 - 11 settembre 1994), due statunitensi residenti in Gran Bretagna.

    Liz Taylor muore il 23 marzo 2011 a 79 anni a Los Angeles (CA) per un'insufficienza cardiaca.

    Suo fratello maggiore è Howard Taylor (nato nel 1929), e alla figlia viene data la nazionalità statunitense. Entrambi i genitori erano originari di Arkansas City, nel Kansas. Suo padre era un commerciante di arte e sua madre una ex-attrice famosa col nome d'arte di Sara Sothern, ritiratasi dalle scene quando si sposò nel 1926 a New York.

    Anche se molto spesso ci si riferisce a lei come Liz, ha sempre dichiarato di preferire il suo nome proprio per esteso; i suoi nomi di battesimo sono stati scelti in onore alla nonna paterna, Elizabeth Taylor, nata Elizabeth Mary Rosemond.

    All'età di 3 anni Elizabeth inizia a prendere lezioni di danza. Dopo l'entrata in guerra del Regno Unito i suoi genitori scelsero di tornare negli Stati Uniti per evitare le ostilità. Elizabeth ed il fratello tornarono immediatamente con la madre, mentre il padre le raggiunse poco tempo dopo per finire di sistemare gli affari a Londra. La famiglia si trasferì a Los Angeles, dove viveva al momento la famiglia di Sara, i Warmbrodts.

    All'età di nove anni, la Taylor appare nel suo primo film, There's One Born Every Minute (1942), prodotto dagli Universal Studios. Scaduto il contratto con la Universal, che comprendeva solo questa pellicola, Elizabeth viene ingaggiata dalla Metro-Goldwyn-Mayer, dove il suo primo lavoro è Torna a casa Lassie! (1943), che la porta all'attenzione del pubblico.

    Dopo un altro paio di pellicole, una delle quali "in prestito" alla 20th Century Fox, appare nel suo primo film come protagonista, interpretando Velvet Brown, una bambina che allena un cavallo per vincere l'Aintree Grand National, nel film di Clarence Brown Gran Premio (1944), con Mickey Rooney. La pellicola ottiene un grandissimo successo, con un incasso di oltre 4.000.000$ al botteghino, e le fa guadagnare lo status di "bambina-prodigio". Il successo di pubblico e le ottime critiche spingono la casa di produzione a proporle un lauto contratto a lungo termine.

    Frequenta la scuola direttamente negli studi della Metro-Goldwyn-Mayer, e successivamente si diploma alla University High School di Los Angeles il 26 gennaio 1950, lo stesso anno in cui, diciottenne, si sposa per la prima volta.

    Nel 1951 è impegnata contemporaneamente nel film Un posto al sole (A Place in the Sun) e nel kolossal Quo vadis? (apparizione non accreditata).

    La Taylor ottiene tre nomination all'Oscar consecutive per L'albero della vita (1957) di Edward Dmytryk, interpretato accanto a Montgomery Clift, La gatta sul tetto che scotta (1958) di Richard Brooks, in cui impersona una procace moglie insoddisfatta a causa dell'indifferenza del marito (interpretato da Paul Newman), e Improvvisamente l'estate scorsa (1959) di Joseph L. Mankiewicz, con Clift, Katharine Hepburn e Mercedes McCambridge.

    Elizabeth Taylor nel film CleopatraNel 1961 vince finalmente l'Oscar alla migliore attrice per la sua interpretazione in Venere in visone (1960) di Daniel Mann, che vedeva nel cast accanto alla Taylor il marito Eddie Fisher. Nel 1967 vincerà nuovamente la statuetta per Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) di Mike Nichols, accanto all'allora marito Richard Burton, conosciuto sul set del kolossal Cleopatra (1963) .

    Nel 1963 diventa la star cinematografica più pagata quando le viene offerto un contratto da 1.000.000$ per interpretare come protagonista il kolossal Cleopatra della 20th Century Fox. Durante la lavorazione di questa pellicola incontra per la prima volta, sul set il futuro marito Richard Burton, che interpreta Marco Antonio. I tabloid scandalistici cominciano a parlare di una storia d'amore nata sul set tra i due attori, all'epoca entrambi erano sposati.

    Coinvolta in questa nuova relazione sentimentale, la Taylor lascia il marito Eddie Fisher per Burton, non molto tempo dopo che lo stesso Fisher aveva lasciato a sua volta in maniera simile la moglie Debbie Reynolds per sposare Elizabeth Taylor. Anni dopo, Burton avrebbe ironicamente definito tutto l'affare come "la scandale". L'episodio, che consolidò la reputazione della Taylor come femme fatale, lanciò incredibilmente la carriera di Debbie Reynolds, cui vennero offerti numerosi ruoli romantici come tipica "fidanzatina" americana bionda, e portò Burton nell'Olimpo delle stelle di Hollywood. Solo Fisher non ottenne in realtà alcun vantaggio da tutto lo scandalo e dalla pubblicità gratuita che ne scaturì.

    Secondo il settimanale britannico "The Sunday Express", Liz sarebbe stata intenzionata a sposarsi per la nona volta con un fotografo di origini iraniane di nome Firooz Zahedi, diciassette anni più giovane della Diva, di cui si era follemente innamorata.

    La Taylor ebbe due figli con Wilding, Michael Howard Wilding (nato il 6 gennaio 1953) e Christopher Edward Wilding (nato il 27 febbraio 1955), ed una figlia, Liza, da Mike Todd,(nata il 6 agosto 1957). Nel 1964 lei e Fisher iniziarono le pratiche per l'adozione di una bambina, poi in seguito adottata da Burton, Maria Burton (nata il 1º agosto 1961). Durante il suo matrimonio con Hilton, la Taylor si convertì al Giudaismo (dopo aver fatto parte della Chiesa Anglicana dalla nascita).

    Elizabeth Taylor ha sempre dichiarato la sua passione per la gioielleria. Nel corso degli anni ha posseduto una grande quantità di famosi gioielli, due dei quali, tra i più celebri, sono stati il diamante Krupp da 33,19 carati (6,638 g) e il diamante Taylor-Burton, a forma di "pera", da 69,42 carati (13,884 g), che, come si può intuire dal nome, è stato uno dei numerosi incredibili regali del marito Richard Burton. La sua collezione di gioielli è stata immortalata dal libro My Love Affair with Jewelry (2002). Nel 2005 si è messa in società con Jack e Monty Abramov della Mirabelle Luxury Concepts di Los Angeles per introdurre la House of Taylor Jewelry.

    Ha anche creato e lanciato tre profumi col suo nome, "Passion," "White Diamonds" e "Black Pearls", che insieme hanno incassato complessivamente circa 200.000.000$ in vendite annuali.

    La Taylor ha impegnato molto tempo e molte energie nella lotta all'AIDS, attraverso manifestazioni e raccolte fondi. È stata tra le fondatrici American Foundation for AIDS Research (amfAR, amfar.org) dopo la morte del suo collega ed amico Rock Hudson. Ha anche dato vita ad una propria fondazione. Fino al 1999, ha aiutato a raccogliere circa 50.000.000$ per la lotta alla malattia.

    Nei primi anni ottanta si trasferì a Bel Air, Los Angeles, California, dove risiedeva ultimamente. La proprietà, la cui intimità è difesa da alte recinzioni e cancelli, è una delle fermate principali dei tour della case delle star, ed è segnata sulle mappe vendute ai turisti.

    Nel novembre 2004 la Taylor ha annunciato di avere una grave forma di insufficienza cardiaca, una condizione terminale nella quale il cuore non riesce a pompare nel corpo una quantità sufficiente di sangue. Si è infortunata alla schiena cinque volte, la prima delle quali all'età di 9 anni mentre girava There's One Born Every Minute (1942), è sopravvissuta ad un'operazione per la rimozione di un tumore benigno al cervello, un cancro alla pelle e a due polmoniti. Per lunghi periodi ha vissuto, anche per colpa della cattiva salute, da reclusa, dovendo spesso rinunciare ad apparizioni pubbliche. Secondo le ultime notizie la sua mobilità era ormai limitata ed era costretta su una sedia a rotelle.

    Il 27 aprile 2006 si è diffusa la notizia che la Taylor fosse vicina alla morte proprio per i suoi problemi cardiaci, e che, consapevole della fine vicina, stesse dettando le sue volontà per i funerali. La notizia è stata prontamente smentita dal suo portavoce, Dick Guttman, secondo il quale le informazioni diffuse su Internet e da alcuni giornali non trovano fondamento, mentre Elizabeth Taylor gode tuttora di buona salute ed ha una vita impegnata con le sue linee di profumi e gioielli e il suo impegno nella lotta all'AIDS.

    Durante gli ultimi anni, secondo diverse fonti la Taylor si è attaccata sempre di più al suo cagnolino, un cucciolo di maltese di nome Sugar, senza il quale non si sposta mai. In un'intervista al magazine W ha raccontato che era più felice quando era con i mariti Todd e Burton, ma ora si deve accontentare di Sugar per avere un po' di compagnia. Dopo la morte del cane, avvenuta nel giugno 2005, la Taylor nel settembre dello stesso anno ha adottato un nuovo cane di nome Daisy.

    Nel febbraio 2007 ha festeggiato i 75 anni con un favoloso party a Las Vegas, al quale è intervenuta anche la collega coetanea Debbie Reynolds.

    Muore il 23 marzo 2011 all'età di 79 anni al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles. Era da tempo malata di cuore. A luglio 2009, infatti, a causa di problemi alle coronarie, era stata costretta a un ricovero in una clinica di Los Angeles.
     
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  11. la sirenetta
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    Fred Astaire



    Fred Astaire, all'anagrafe Frederick Austerlitz (Omaha, 10 maggio 1899 – Los Angeles, 22 giugno 1987), è stato un ballerino, coreografo, attore e cantante statunitense che seppe coniugare squisitamente ballo, musica e cinema e fu indiscusso maestro del tip-tap. Vincitore di un Premio Oscar alla carriera nel 1950, Astaire è stato attivo in teatro e al cinema per ben settantasei anni, durante i quali ha interpretato trentun film musicali. È soprattutto ricordato per aver lavorato in coppia con Ginger Rogers, con la quale ha girato dieci film.

    George Balanchine e Rudolph Nureyev lo hanno considerato il più grande ballerino del XX secolo, e gli viene generalmente riconosciuto di essere stato il ballerino più influente nella storia dei musical sul grande e piccolo schermo. È stato anche giudicato il quinto tra le più grandi Star maschili di tutti i tempi dall'American Film Institute.

    Figlio di un ebreo austriaco, convertitosi al cattolicesimo, e di un'americana discendente di tedeschi luterani, Frederick Austerlitz, questo il suo vero nome, dimostra fin da bambino una grande passione per la danza. Insieme alla sorella Adele si sposta a New York, dove il duo inizia a esibirsi in una serie di spettacoli teatrali. Notati per il loro stile ed il loro affiatamento, in breve Fred e Adele debuttano con successo a Broadway. In riviste come Lady Be Good, di George e Ira Gershwin, i due ballerini ottengono un vero e proprio trionfo. Verso la metà degli anni venti approdano nei teatri di Londra, riscuotendo anche lì un buon successo.

    Fred Astaire, alto, slanciato ed elegante, matura uno stile tutto suo. Con lo sfrenato scalpiccio dei suoi piedi giganteggia nel tip-tap, rendendo questa danza un vera e propria forma d'arte. Nelle sue coreografie cerca di unire il ritmo della musica jazz con l'eleganza di quella europea.

    Fred Astaire in un numero di ballo con la sorella AdeleNel 1932 Adele abbandona le scene per sposarsi, così Fred continua da solo la propria carriera teatrale, avvicinandosi però anche al cinema.

    Debutta infatti l'anno successivo, accanto a Joan Crawford e Clark Gable, nel film La danza di Venere (Dancing Lady, 1933). Nello stesso anno, scritturato dalla RKO, inaugura il sodalizio artistico con la giovane e affascinante Ginger Rogers (10 film in tutto), a partire dalla commedia musicale Carioca (Flying Down to Rio, 1933). Fred e Ginger formano un duo strepitoso, che brilla per ritmo, classe e sintonia durante tutti gli anni trenta in numerosi film musicali, come Cerco il mio amore (The Gay Divorcee, 1934), Cappello a cilindro (Top Hat, 1935), considerato il loro capolavoro, Seguendo la flotta (Follow the Fleet, 1936), e Voglio danzar con te (Shall We Dance, 1937). Dopo una separazione durata 10 anni, i due torneranno a lavorare insieme nel 1949 nel musical I Barkleys di Broadway (The Barkleys of Broadway).

    A partire dagli anni quaranta Fred Astaire lavora come free-lance per diverse case di produzione, ma soprattutto per la Metro Goldwyn Mayer. Nei suoi numeri di danza viene affiancato da altre splendide attrici, come Rita Hayworth in Non sei mai stata cosi bella (You'll Never Get Rich, 1941), Judy Garland in Ti amavo senza saperlo (Easter Parade, 1948), Cyd Charisse in Spettacolo di varietà (The Band Wagon, 1953), splendido musical diretto da Vincente Minnelli, ed Audrey Hepburn in Cenerentola a Parigi (Funny Face, 1957) di Stanley Donen.

    Smesso il frac, Astaire fornirà altre grandi prove d'attore in film non musicali: da ricordare in proposito il ruolo dello scienziato poco onesto nel film di denuncia sul nucleare L'ultima spiaggia (On the Beach, 1959) di Stanley Kramer, accanto ad Ava Gardner e Gregory Peck.

    Nel 1974 partecipa al ricco cast del film catastrofico L'inferno di cristallo (The Towering Inferno, 1974) con Paul Newman, Steve McQueen, William Holden, Jennifer Jones e Faye Dunaway, e l'interpretazione di Harlee Claiborne gli frutta una nomination all'Oscar quale miglior attore non protagonista. Nel 1981 gira il suo ultimo film, Storie di fantasmi (Ghost Story). Muore nel 1987 all'età di 88 anni.

     
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  12. la sirenetta
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    Gianni Brezza

    (La Spezia, 9 novembre 1942 – Roma, 5 aprile 2011) è stato un ballerino, coreografo, regista e attore italiano.

    Originario di La Spezia, si è trasferito a Roma dove ha iniziato l'attività negli anni sessanta. Divenuto primo ballerino del corpo di ballo della RAI, ha lavorato nei principali programmi RAI degli anni sessanta e settanta, tra cui Canzonissima, Studio Uno e Milleluci.

    Successivamente è stato coreografo, attore al fianco di Rita Pavone e regista.

    Dopo aver lasciato la professione di ballerino per problemi di salute e la sopraggiunta età, si è dedicato alla regia e alla collaborazione in progetti teatrali e televisivi con Loretta Goggi, che ha sposato nel 2008 dopo una quasi trentennale convivenza
    Muore a Roma il 5 aprile 2011, a causa di un male incurabile

     
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  13. la sirenetta
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    Sidney Lumet

    Sidney Lumet (Filadelfia, 25 giugno 1924 – New York, 9 aprile 2011) è stato un regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico statunitense

    Figlio dell'attore Baruch Lumet e della ballerina Eugenia Wermus, dopo il debutto a quattro anni all'Yiddish Art Theatre di New York ha studiato al Professional Children School e dal 1939 ha partecipato a diversi spettacoli teatrali.

    Agli inizi degli anni cinquanta ha lavorato come regista per alcuni spettacoli teatrali e per alcune serie televisive. All'età di trentatré anni debutta come regista cinematografico con il lungometraggio La parola ai giurati (1957) interpretato dall'amico Henry Fonda, con cui girerà cinque film. La pellicola affronta i temi del razzismo e la violazione dei diritti civili e ottiene numerosi riconoscimenti tra cui l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e frutta al regista anche una nomination all'Oscar.

    I suoi film riscuotono molto successo anche per l'abilità dimostrata nel dirigere grandi star come Sophia Loren in Quel tipo di donna (1959), Anna Magnani e Marlon Brando in Pelle di serpente (1960), Katharine Hepburn e Ralph Richardson ne Il lungo viaggio verso la notte (1962), Henry Fonda nel ruolo del presidente degli Stati Uniti in A prova d'errore (1964), Rod Steiger ne L'uomo del banco dei pegni (1964), Sean Connery ne La collina del disonore (1965).

    Ormai acclamato come una celebrità del cinema hollywoodiano, negli anni settanta dirige altri film di successo come Serpico (1973) e Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) entrambi con l'interpretazione di Al Pacino agli inizi della carriera, Assassinio sull'Orient-Express (1974) - tratto da un romanzo di Agatha Christie e che vede riuniti talenti del calibro di Ingrid Bergman (Oscar come migliore attrice non protagonista), Lauren Bacall, Anthony Perkins, Sean Connery, Vanessa Redgrave e Albert Finney (nel ruolo di Poirot) - e Quinto potere (1976), una critica al sistema televisivo e agli effetti nei confronti degli spettatori. Il film vale l'Oscar ai due protagonisti, Peter Finch e Faye Dunaway.

    Negli anni ottanta gira altre pellicole notevoli quali Il verdetto (1982) con il duo Newman-Mason, Daniel (1983) sul caso Rosenberg e Il mattino dopo (1986) per il quale Jane Fonda viene nominata all'Oscar. Dopo pellicole che non riscontrano il consenso delle precedenti (tra le quali Gloria con Sharon Stone, remake del film di John Cassavetes), ha girato Prova a incastrarmi, con Vin Diesel (2005) e Onora il padre e la madre (2007) con Ethan Hawke e Philip Seymour Hoffman.

    Ottiene alla 77ª edizione degli Oscar (2005) il riconoscimento alla carriera.

    Nel 2009 partecipa al documentario I Knew It Was You sotto la regia di Richard Shepard per ricordare l'attore John Cazale a trent'anni dalla morte.

     
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  14. la sirenetta
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    Carlo Capponi

    E’ morto a soli 58 anni Carlo Capponi, l’ex concorrente del reality show L’Isola dei Famosi condotto da Simona Ventura. Ieri Capponi era impegnato in lavori nel giardino della sua casa a Zocca, nel modenese, dove viveva insieme alla compagna Lia. Verso le 15 ha avuto un malore improvviso. Purtroppo all’arrivo dell’ambulanza è stato inutile, Capponi era già morto per un attacco cardiaco.
    'Il “bidello” dell'Università di Bologna è stato uno dei mattatori della sesta edizione dell’Isola dei Famosi. Simpatico, spontaneo, estroso, aveva stretto una bella amicizia con Patrizia De Blanc e Vladimir Luxuria. Fu proprio Luxuria, che vinse poi quella edizione, a soprannominarlo "Charlie Banana" per la sua mania per le banane. Famosa la sua frase “Le persone famose sono quelle che vediamo sulle riviste patinate. Essere in televisione non significa essere famosi” che disse a Valerio Staffelli quando gli consegnò il famoso Tapiro d'oro per non aver vinto l’Isola dei Famosi, ultima riflessione di un uomo “normale” che ha tanto fatto divertire il pubblico con le sue eccentricità.

     
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  15. la sirenetta
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    Sol Saks

    Sol Saks era noto al grande pubblico come il creatore del telefilm con Elizabeth Montgomery nel ruolo di Samantha, serie televisiva amatissima ancora oggi, trasmessa dalla rete tv americana ABC dal 1964 al 1972.
    Il regista William Asher voleva realizzare una serie televisiva che avesse come protagonista sua moglie, la giovane attrice Elizabeth Montgomery, e propose al produttore Sol Saks un soggetto basato su una donna che, dopo avere sposato un semplice impiegato, gli rivela di essere la figlia di uno degli uomini più ricchi del mondo. Dal canto suo, Sol Saks stava invece perfezionando un suo progetto dal titolo "The Witches of Wesport" perché gli piaceva l'idea di portare la magia nel XX secolo.
    William Asher decise di eliminare la cupa atmosfera delineata da Saks e di integrarla con la sua idea originale: invece di rivelare al marito di essere un'ereditiera, la donna sarebbe stata niente meno che una strega.
    Complessivamente ''Vita da strega'' ha totalizzato 254 episodi.

     
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345 replies since 22/6/2010, 13:40   41474 views
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