Fondamentale nuotare per molteplici aspetti

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  1. la sirenetta
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    nuotare
    Il nuoto è il re degli sport: parola di scienziati. Mantiene in forma l’apparato cardiorespiratorio, migliora la densità ossea riducendo il rischio di osteoporosi, rende più elastica la muscolatura, corregge la postura, brucia le calorie in eccesso, attenua il mal di schiena e i dolori articolari, allevia le tensioni, facilita il recupero dopo un infortunio. Nuotando con regolarità il tasso di mortalità si abbassa del 53%, ben tre punti percentuali in più rispetto al jogging che si ferma "solo" al 50%.

    Secondo un recente studio dell'Università del Texas, pubblicato sulla rivista American Journal of Cardiology, chi nuota per 15-45 minuti almeno 3-4 volte a settimana ottiene un immediato abbassamento della pressione e un miglioramento generale della funzione vascolare del cuore. I ricercatori americani sono giunti a questa conclusione dopo avere monitorato 43 volontari adulti, sedentari e ipertesi. Dopo un programma di nuoto durato tre mesi, la riduzione media della pressione sanguigna sistolica è stata di 9 punti, mentre l'arteria carotidea, il cui buon funzionamento garantisce l’ottimale pompaggio del sangue, si è rivelata più elastica e reattiva alle variazioni di flusso sanguigno.
    Il nuoto, un lavoro tipicamente aerobico e di resistenza, caratterizzato da uno sforzo regolare e di durata, allenando moltissimo i muscoli e il sistema circolatorio periferico, offre indirettamente un enorme beneficio al miocardio. In pratica, grazie ai vari adattamenti che avvengono a livello periferico, il muscolo cardiaco viene allenato a consumare, a parità di sforzo fisico, meno ossigeno con un conseguente risparmio di energie. Un minore affaticamento che si traduce in un abbassamento della frequenza cardiaca. Un meccanismo molto utile anche per i cardiopatici stabilizzati e con una buona riserva coronarica, abitualmente curati proprio con farmaci utili a ridurre il consumo energetico del cuore.
    Differente è, invece, la situazione per chi è stato colpito da infarto con un decorso che ancora non può escludere l’eventualità di un’angina. In questo caso, è bene sapere che quando si è immersi nell’acqua, per motivi neurologici, la sensazione del dolore si avverte solo dopo un certo lasso di tempo, di conseguenza una possibile ischemia cardiaca potrebbe essere avvertita con un pericoloso ritardo. Un’eventualità assolutamente da evitare.
    Il nuoto, come del resto tutte le altre attività sportive, deve essere praticato in funzione del proprio livello di preparazione fisica e tecnica. Affaticarsi eccessivamente, anche se perfettamente in salute, non ha alcun senso. Poiché in questa disciplina, a differenza per esempio di quanto avviene nella corsa, non è la frequenza del battito cardiaco a fungere da campanello d’allarme (per una questione strettamente biomeccanica non aumenta mai molto), occorre fare attenzione ad altri messaggi che il corpo ci invia. Primo fra tutti il mal di gambe che subentra quando l’organismo comincia a produrre acido lattico. Inizialmente il muscolo è in grado di eliminarlo, ma se si prosegue l’esercizio con un’identica intensità, comincia ad accumularsi, procurando un’evidente sensazione di pesantezza e affaticamento.
     
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0 replies since 1/8/2012, 07:17   35 views
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