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Lucio Dalla
Lucio Dalla OMRI (Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1º marzo 2012) è stato un cantautore e attore italiano.
Sul piano musicale è stato uno dei più affermati cantautori italiani, considerando la continuità della sua carriera che ha raggiunto i 50 anni di attività artistica.
Musicista di formazione jazz, riscopertosi poi autore dei testi delle sue canzoni in una fase matura, ha suonato da clarinettista, sassofonista e da tastierista.
La sua produzione musicale ha attraversato numerose fasi, dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d'autore, arrivando a varcare i confini della lirica e della melodia italiana; è stato inoltre un autore conosciuto anche all'estero, ed alcune sue canzoni sono state portate al successo tradotte in varie lingue, da Tutta la vita che Olivia Newton-John incise nel 1989 nel suo album The Rumour (tradotta da Davitt Sigerson) a 4/3/1943 che Chico Buarque De Hollanda tradusse in portoghese come Minha historia], da Se fossi un angelo e Canzone, entrambe lanciate in spagnolo da Ana Belen (come Si Yo Fuera un Ángel e Cancion) a Caruso, incisa da moltissimi artisti tra cui Julio Iglesias, Luciano Pavarotti, Enrique Candela (in spagnolo), Helmut Lotti (in inglese), Mireille Mathieu (in francese), Richard Galliano (strumentale).
Biografia
La sua carriera attraversò quattro periodi: le origini (tra il 1964 e il 1972 con il gruppo musicale "Gli Idoli"), il periodo Roversi (tra il 1973 e il 1976), la maturità artistica (tra il 1977 e il 1993) e la fase pop degli ultimi anni.
Gli inizi
Bolognese, suo padre fu direttore in città del club di tiro a volo (sarà citato in "Come è profondo il mare": "Babbo, che eri un gran cacciatore di quaglie e di fagiani..."), sua madre, Iole Melotti (ritratta nella copertina dell'album "Cambio"), fu sarta casalinga, mentre suo zio Ariodante Dalla, fu cantante melodico popolare negli anni quaranta e cinquanta.
Nel 1950, a sette anni, Dalla rimase orfano di padre, che morì stroncato da un tumore, e la madre decise di istruirlo presso il Collegio Vescovile "Pio X" di Treviso, dove trascorse le scuole elementari e dove iniziò ad esibirsi nelle recite scolastiche; imparò quindi a suonare la fisarmonica. Tornato adolescente a Bologna, si appassionò al jazz: la madre, per il suo tredicesimo compleanno, gli regalò un clarinetto, che il giovane Lucio imparò in fretta a suonare, esibendosi in alcuni gruppi dilettantistici della città e mettendosi subito in evidenza. In questo periodo conobbe Gianfranco Baldazzi, che diventerà in seguito suo fido collaboratore. La madre, di origini pugliesi, ogni anno era solita andare in vacanza a Manfredonia. Da qui nacque l'amore di Dalla per il mare, San Cataldo e Lido Mancarella. Per pagare dei lavori di sartoria, alcuni clienti residenti nelle Tremiti le diedero una casa nell'arcipelago così Dalla cominciò a trascorrervi tutte le estati, fino ad aprire in loco uno studio di registrazione nell'età matura. Il percorso scolastico non fu lineare: iniziò ragioneria, passando poi al liceo classico e infine al liceo linguistico.
Fece parte, come clarinettista, di un gruppo jazz bolognese, la Rheno Dixieland Band, di cui fece parte anche il regista Pupi Avati, il quale, sentendosi "chiuso" dal talento di Dalla, abbandonò presto trovando la via del cinema.
Nel 1960 partecipò con la Rheno al Primo festival europeo del Jazz, ad Antibes, in Francia. La formazione bolognese si classificò al primo posto tra le "bande tradizionali". Si fece così notare da un'orchestra di professionisti romani, la "Second Roman New Orleans Jazz Band", composta da Maurizio Majorana, Mario Cantini, Peppino De Luca, Roberto Podio e Piero Saraceni; con loro ebbe, nel 1961, la prima esperienza in sala d'incisione, suonando il clarino nel brano strumentale Telstar, cover di un successo internazionale, pubblicato dalla RCA su 45 giri, che fu la sua casa discografica per la prima parte della sua carriera. Alla fine del 1962 entrò invece nei Flippers collaborando quindi ad alcune incisioni di Edoardo Vianello, che i Flippers accompagnarono anche nelle serate.
Come raccontò lo stesso Dalla a "Torinosette" (settimanale de "La Stampa"), proprio con i Flippers firmò il suo primo contratto, sempre nel 1962, poco prima di iniziare la collaborazione con Vianello, impegnandosi per alcune serate nella sala "Le Roi Lutrario" di Torino, dove ebbe dispute con i padroni del locale che non approvarono la sua abitudine di esibirsi scalzo. Torino tornerà in numerose sue canzoni degli esordi scritte con Roversi.
Gino Paoli e Lucio Dalla durante il Cantagiro del 1964
Durante queste serate, prese a esibirsi negli estemporanei gorgheggi in stile scat, che divenne poi una sua caratteristica vocale: una delle sue prime incisioni scat fu inserita in un album dei Flippers, intitolato "At Full Tilt", nella canzone Hey you.
Coltivando lo studio dello stile di James Brown, con un uso della voce volutamente disarmonico e aspro e la tendenza jazzistica di decorare le linee melodiche con impreviste variazioni ai limiti delle più diffuse logiche musicali, Dalla iniziò a imporre un proprio marchio di fabbrica.
Durante il Cantagiro del 1963 Gino Paoli lo persuase a tentare la carriera da solista, come racconta Massimo Catalano: «Lucio suonava con me nel complesso dei "Flippers", partecipammo nel 1963 al Cantagiro con un brano intitolato I Watussi, insieme a Edoardo Vianello. A quella manifestazione partecipava anche Gino Paoli, che ci rubò letteralmente Lucio, facendolo diventare un cantante del suo clan. Noi ci incavolammo molto con Gino».
Nel 1964, a 21 anni, incise il suo primo 45 giri contenente Lei (non è per me) e Ma questa sera (quest'ultima, cover di Hey little girl di Curtis Mayfield), pubblicato dalla ARC, casa discografica distribuita dalla RCA Italiana, per cui usciranno i successivi 45 giri di Dalla, nonché il suo primo LP.
Il suo esordio al Cantagiro 1964, in cui presenta proprio Lei, scritta da Paoli, fu deludente, e sia durante le serate itineranti che (specialmente) durante gli spostamenti della carovana venne fatto segno di lanci di ortaggi e derrate alimentari: «Fu un fiasco di rimarchevoli proporzioni, ogni sera infatti raccattammo una buona dose di fischi e di pomodori, uno spettacolo nello spettacolo, che durò quanto la manifestazione. Lucio, in ogni modo, si mostrò veramente un duro, e non si lasciò abbattere».[7].
Lucio Dalla con gli Idoli nel 1972; da sinistra a destra Emanuele Ardemagni al basso, Giorgio Lecardi alla batteria e Bruno Cabassi alle tastiere
Formò quindi un proprio gruppo di accompagnamento con musicisti bolognesi, "Gli Idoli", con i quali incise il suo primo album, intitolato 1999, pubblicato nel 1966. L'album fu "trainato" da Quand'ero soldato e Paff....bum!, presentata qualche mese prima al festival di Sanremo del 1966 abbinato con gli Yardbirds. Sempre nel 1966 Dalla e gli Idoli registrarono un 45 giri con lo pseudonimo "The Group": contenente due standard jazz, See saw e Cool jerk, riscuotendo un discreto successo, nonostante la mancanza di promozione.
A Sanremo fece ritorno l'anno seguente, con Bisogna saper perdere, abbinato con i Rokes di Shel Shapiro: il 1967 fu anche l'anno del suicidio di Luigi Tenco, che collaborò con Dalla per uno dei testi del primo disco, Mondo di uomini, e con cui aveva stretto amicizia.(«Con Tenco avevo avuto rapporti di amicizia e di collaborazione. Andammo a Sanremo insieme, prendemmo la camera vicina, e la sua morte mi sconvolse...non dormii per un mese»).
Lino Patruno, Lucio Dalla, Nanni Svampa e Lucia Mannucci nel 1970
Sempre nel 1967 esordì in un film d'autore, dopo essere comparso in alcuni "musicarelli" tra cui Little Rita nel West o Quando dico che ti amo: recitò ne I sovversivi, dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, aggiudicandosi una candidatura come migliore attore alla Mostra di Venezia («Il film ebbe successo, io ero in lizza per vincere la palma come miglior attore, poi per ragioni, diciamo così, di organizzazione politica la dettero ad un attore jugoslavo»); l'attore in questione era il belgradese Ljubiša Samardžić (alias Smoki Samardi') per il film "Jutro"/L'alba.
Successivamente Dalla attraversò in maniera più diretta la stagione beat, pubblicando brani meno ambiziosi, tra cui si distinsero Lucio dove vai e soprattutto Il cielo, con cui partecipò al Festival delle Rose; lo stesso brano verrà anche presentato a Canzonissima 1968.
Lucio Dalla con Mina e Tata Giacobetti
Nel 1969 ebbe un discreto successo con la canzone "Fumetto", scelta dalla Rai come sigla del programma di cartoni animati della Tivù dei ragazzi "Gli eroi di cartone". All'inizio del nuovo decennio incise il secondo album Terra di Gaibola (da un sobborgo di Bologna) con alcune canzoni considerate tra le migliori della sua produzione (Il fiume e la città, Orfeo bianco, Non sono matto o la capra Elisabetta, scritta ancora con Gino Paoli e Africa) più una reinterpretazione di Occhi di ragazza scritta originariamente per Gianni Morandi e i primi brani scritti con un giovanissimo Ron. Completano il disco la già citata Fumetto e Sylvie, pubblicata qualche mese prima su 45 giri.
Dalla partecipò per la terza volta al Festival di Sanremo del 1971 con 4/3/1943, su parole della poetessa Paola Pallottino, che gli valse il terzo posto assoluto. Il brano, prima di essere ammesso alla manifestazione, conobbe gli strali della censura, essendo stato intitolato inizialmente Gesù Bambino, titolo giudicato irrispettoso, considerando anche la storia narrata di una ragazza madre, figlia di un ignoto soldato americano: insieme ad alcune parti del testo, anch'esse giudicate inadeguate, ne fu cambiato il titolo ex abrupto prendendo a spunto la sua data di nascita, pur non essendo una canzone autobiografica. Il brano ottenne comunque un successo notevole, fino allora mai raggiunto da Dalla, e fu interpretato in francese, nello stesso anno, da Dalida (il testo sarà firmato da Pierre Delanoë), e fu portata al successo oltreoceano da Chico Buarque de Hollanda, che la ascoltò direttamente da Dalla, la memorizzò a orecchio e ne scrisse un testo nella sua lingua. Anche il riscontro commerciale nel nostro Paese staccò nettamente, in termini di vendite, l'abbinamento con la Equipe 84.
In quell'anno uscì l'album "Storie di casa mia", contenente tra le altre: Un uomo come me, La casa in riva al mare, Il gigante e la bambina (sul tema della pedofilia, scritta per Ron e da questi portata al successo), Per due innamorati, e Itaca, dialogo metaforico di un marinaio di Ulisse al suo capitano, dove ai cori Dalla fece cantare gli impiegati della RCA (qualche anno dopo Dalla spiegherà la canzone come una metafora della ribellione del proletariato, rappresentato dai marinai, agli industriali raffigurati da Ulisse)..
Nel 1972 fu ancora a Sanremo con Piazza Grande, dedicato a un senzatetto, la cui musica fu scritta da Ron, pubblicato solo su 45 giri, come anche "Sulla rotta di Cristoforo Colombo", pubblicata qualche mese dopo e scritta insieme a Edoardo De Angelis.
La collaborazione con Roberto Roversi
« Nel bel prato d'Italia c'è odore di bruciato. Un filo rosso lega tutte, tutte queste vicende. Attenzione: dentro ci siamo tutti, è il potere che offende! »
(Roberto Roversi, da Le parole incrociate di Lucio Dalla)
Lucio Dalla e Umberto Bindi nel 1974
Nel 1973 Dalla cessò la collaborazione ai testi con Sergio Bardotti e Gianfranco Baldazzi (autori di quasi tutte le sue canzoni incise finora), e si rivolse al poeta bolognese Roberto Roversi per una collaborazione che attraversò quattro anni e tre album, che la critica definì fondamentali per la canzone d'autore italiana: ancora sperimentale il primo (Il giorno aveva cinque teste), di interpretazione a volte difficile, ma proprio per questo ricco di tematiche e di possibili livelli di lettura; il brano d'apertura Un'auto targata TO, mancò in extremis la partecipazione al Festival di Sanremo.
Più adeguato alla forma-canzone fu invece Anidride solforosa. Tra i brani: "Mela da scarto" (sulla delinquenza minorile, in cui viene citato il Ferrante Aporti, riformatorio di Torino), "Le parole incrociate", sugli eccidi di stato post-unitari, Carmen Colon, sui casi di cronaca nera raccontati dai mass media, e la stessa title-track (anni dopo incisa in coppia da Francesco De Gregori e Angela Baraldi). Sempre nel 1975 ebbe inizio la collaborazione con De Gregori (con il quale l'anno precedente Dalla tenne alcuni concerti, insieme ad Antonello Venditti e Maria Monti, da cui fu tratto il disco dal vivo Bologna 2 settembre 1974 (dal vivo)): scrissero insieme la musica per Pablo, che De Gregori inserì in Rimmel, e per Giovane esploratore Tobia, inclusa l'anno dopo in "Bufalo Bill".
Come atto conclusivo del sodalizio, la coppia Dalla-Roversi, nel 1976 concepì "Il futuro dell'automobile e altre storie", uno spettacolo teatrale trasmesso anche dalla Rai: Dalla, spinto dalla casa discografica, raccolse in un nuovo disco parte delle canzoni che ne facevano parte, contro il volere di Roversi che di conseguenza decise di non firmare l'album col suo nome depositandole con lo pseudonimo di Norisso: «Non ho voluto sottoscrivere il 33 giri Automobili" disse. "È un tattico stravolgimento da parte della casa discografica del filo rosso argomentante che sottostava allo spettacolo Il futuro dell'automobile».
Questa frizione portò al termine della collaborazione artistica tra i due; tra le canzoni non incluse da Dalla (i cui testi erano molto più politicizzati) I muri del '21, La signora di Bologna, Assemblaggio, Rodeo e Statale adriatica, chilometro 220 sono tuttora inedite, tranne "Ho cambiato la faccia di un dio", che Dalla incise nel 1990 in "Cambio" cambiando il titolo in Comunista e modificandone alcune strofe."Automobili", che nella sua programmatica monotematicità è il più eterogeneo dei tre, viene premiato dalle vendite grazie soprattutto alla canzone Nuvolari dedicata al pioniere dell'automobilismo; è il primo disco in cui collaborano con Dalla quattro musicisti che, anni dopo, daranno vita agli Stadio (Giovanni Pezzoli, Marco Nanni, Ricky Portera e Gaetano Curreri).
Tra le altre canzoni del disco si segnalano "Il motore del 2000" (utilizzata anni dopo dalla Fiat per la colonna sonora dello spot della Fiat Uno Fire), e "Intervista con l'Avvocato" (con un testo ridotto rispetto allo spettacolo), in cui Dalla, usando il suo celebre scat, immagina un'intervista con Gianni Agnelli.
Così Dalla dichiarò a proposito del divorzio artistico con Roversi: «A un certo punto ci siamo divisi su come organizzare il nuovo lavoro: lui lo voleva in maniera estremamente rigorosa, impostata verso un approfondimento del linguaggio dei nostri lavori precedenti, per esempio lui voleva parlare ancora essenzialmente con un linguaggio politico, mentre io non ero d'accordo, perché bisognava allargare più contatti col pubblico».SPOILER (clicca per visualizzare)
La maturità artistica e il grande successo
Avviene a questo punto un nuovo strappo nella carriera di Dalla che, molto socievole e sostanzialmente un po' insicuro dietro la maschera difensiva della sua "clownerie", fino a quel momento aveva sentito il bisogno di appoggiarsi di volta in volta ad un qualche collaboratore per i testi vivendo di fatto anche l'inevitabile senso di inferiorità culturale verso colleghi intellettuali e di solito acculturatissimi; frustrato da una collaborazione con Roversi entrata in crisi subito dopo aver dato i suoi frutti migliori, Dalla decide di diventare referente unico della sua musica e di lì in avanti sarà in tutti i suoi album sia compositore che autore, senza però smettere di frequentare artisti, poeti e scrittori come, ad esempio, Mimmo Paladino, Aldo Mondino, Pier Vittorio Tondelli, Michelangelo Pistoletto, Luigi Ghirri, Enrico Palandri, Giacomo Campiotti, Gian Ruggero Manzoni, Andrea Pazienza, Enzo Cucchi, Luigi Ontani. Pubblica nel 1977 Come è profondo il mare (con Quale allegria e Disperato erotico stomp): il disco viene visto da molti fan come un tradimento ed un cedere ad esigenze commerciali, ed in tal senso lo attaccherà Roversi: «Ha voluto semplicemente essere lasciato in pace a cantare il niente. Sono scelte industriali, non sono scelte culturali».
Conquista però molti nuovi appassionati; una certa pubblicità al disco si ha anche per le polemiche legate al linguaggio di Disperato erotico stomp (così dalle pagine de L'espresso il cantautore viene attaccato da Sergio Saviane: «Dalla, per fare troppo lo spiritoso o per far vedere che soffre, condisce i suoi spaghetti canori miliardari con i luoghi comuni della miseria e del sesso sottoproletario: siamo arrivati al populismo della masturbazione bolognese. Che bisogno c'è di tanti culi, fiche, peli o pippe per mandare un messaggio?»). Come è profondo il mare è seguito da un disco ancora più famoso nel 1979, Lucio Dalla (con Anna e Marco, L'ultima luna, L'anno che verrà), che raggiunge il milione di copie vendute, bissato nel 1980 da Dalla (Futura, Cara, Balla balla ballerino).
Anche le tournée legate alla promozione dell'album riscuotono grande successo: a Torino, ad esempio, la sera del 4 aprile 1979 si presentano ben 20.000 persone per ascoltare il suo concerto, e poiché il Palasport ha una capienza, all'epoca, di 15.000 spettatori, restano fuori dai cancelli 5000 persone.
La collaborazione con Francesco De Gregori
Tra i due album citati c'è il 45 giri Ma come fanno i marinai, scritto e cantato in collaborazione con Francesco De Gregori. Il brano è nato in modo abbastanza casuale, come racconta il cantautore romano: «La canzone, forse la gente non ci crede, è nata a pranzo, quando, dopo il caffè, ci siamo messi a suonare insieme».
Ad esso fa seguito qualche mese dopo Banana Republic, tour dei due cantautori (seguito da disco e film) che riempie nel 1979 gli stadi di tutta Italia, e che è lanciato da un concerto nel luglio dell'anno precedente allo stadio Flaminio di Roma, con ben quarantamila spettatori.
Nel 1980 la collaborazione tra i due cantautori ha un'appendice: collaborano infatti all'album Una città per cantare di Ron, sia scrivendo i testi per il cantautore pavese, sia cantando insieme nell'ultima strofa della title-track.
Nel 1981 pubblica Q disc (con Telefonami tra vent'anni) e due anni dopo l'incompreso 1983, che induce Dalla a cambiare rotta musicale: abbandona gli Stadio, ormai avviati ad una carriera come gruppo, ed inizia a collaborare con Mauro Malavasi, che accentua la ritmica degli arrangiamenti: il risultato è Viaggi organizzati, con la famosissima Tutta la vita, incisa anche in inglese da Olivia Newton-John e cantata anche anni dopo da De Gregori dal vivo, e Washington, con la parte musicale scritta da Tullio Ferro, storico autore di musiche per Vasco Rossi.
Nel 1986 torna a lavorare con gli Stadio per l'album Bugie (dove partecipano come batterista e autore Giovanni Pezzoli e come corista Gaetano Curreri) e poi parte in concerto con il gruppo al completo (Ricky Portera, Marco Nanni, Aldo Fedele, Roberto Costa + Pezzoli e Curreri) per una serie di concerti all'estero culminati con le esibizioni negli Usa da cui verrà tratto il doppio album dal vivo DallAmeriCaruso. Memorabile è l'unico brano inedito dell'album, Caruso, che regalerà nuovamente a Dalla un successo notevole che da anni stentava ad arrivare.
La collaborazione con Gianni Morandi
Nel 1988 arriva una nuova esperienza ovvero Dalla/Morandi, disco (con inediti scritti da Mogol, Mario Lavezzi, Battiato, Stadio e Ron) e lunghissimo tour (anche all'estero) nel quale i due miti della musica italiana, accompagnati (per l'ultima volta) dagli Stadio giocano a scambiarsi i brani, raccontando la loro storia e incantando il pubblico che interviene numerosissimo ad ogni concerto. Rai 1 manda in onda in diretta la tappa conclusiva del tour estivo dal Teatro Greco di Siracusa (con la regia di Gabriele Salvatores) che avrà picchi di ascolto notevoli. In seguito verrà tratta anche una vhs/dvd della data invernale registrata a Venezia e un ulteriore album (singolo) intitolato DallaMorandi in Europa (brani tratti dal doppio album).
L'avventura DallaMorandi chiude definitivamente, e con qualche polemica, la lunga collaborazione tra Dalla e gli Stadio e lancia la giovanissima Angela Baraldi, presente nei concerti come corista e in seguito affermatasi come cantante solista (inizialmente prodotta proprio da Dalla) e anche attrice.
Gli anni novanta e duemila
Superati i cinquant'anni, Dalla abbandona quasi completamente gli istrionismi. Dagli anni novanta i suoi album restano ottime raccolte di canzone d'autore tra cui vanno ricordati Cambio del 1990 (con il successo del singolo Attenti al lupo scritto da Ron) e il malinconico Henna del 1993, c on brani intimisti (Latin lover) e brani piu' anarchici(come nell'ironica Merdman).
Nel 1996 esce Canzoni e ancora una volta l'album è trainato da un singolo di grossa presa popolare ovvero Canzone, il cui testo è stato scritto insieme a Samuele Bersani, giovane pupillo di Dalla. Dopo Ciao del 1999, il nuovo millennio si apre con Luna Matana del 2001, contenente brani come: Siciliano con la partecipazione di Carmen Consoli, Kamikaze, Zingaro, Baggio Baggio e Agnese delle Cocomere con la partecipazione di Ron, brano dedicato ad uno storico ritrovo di Bologna frequentato oltre che da Lucio Dalla anche da altri cantanti e personaggi dello spettacolo come Gianni Morandi, Cesare Cremonini, Biagio Antonacci, Vasco Rossi, Enzo Iacchetti e molti altri: il brano non è solamente dedicato al locale ma anche ai bolognesi e alla bolognesità.
Dalla si è dedicato anche alla composizione ad ampio respiro (con la sua "Tosca - Amore disperato" brano interpretato con la partecipazione di Mina. Ha interpretato musiche di Vivaldi con i Solisti Veneti di Claudio Scimone. Scrive le musiche del film Prima dammi un bacio di Ambrogio Lo Giudice dove tra i protagonisti figura Luca Zingaretti. Supervisiona le musiche della soap opera Sottocasa in onda su Raiuno.
Dalla si esprime anche come talent scout e negli ultimi anni riesce a dedicarsi ad iniziative che puntano a rivitalizzare il panorama musicale italiano. Tra le altre iniziative il Lucio Dalla Music Club organizzato prevalentemente con l'ausilio del web[20].
Nel 2001, diviene direttore creativo di My-Tv, la prima web-tv italiana.
Dal 2002 è stato docente presso l'Università di Urbino con la cattedra di "Tecniche e linguaggi pubblicitari". Il 9 luglio 1999, inoltre, era stato insignito anche della laurea ad honorem in Lettere e Filosofia (Discipline di arte musica e spettacolo) dall'Università di Bologna.
Nel febbraio 2007 torna ad esibirsi con Ron, in uno spettacolo accompagnato da un'orchestra d'archi, dal violinista Lino Cannavacciuolo, dalla compagnia di mimo e danza Kataklò e la regia curata da Pepi Morgia; nello stesso periodo inizia a collaborare con Marco Tutino, sovrintendente e direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna per un progetto sul "Pulcinella" di Igor Stravinskij, del 1920.
Quest'opera del musicista russo viene messa in scena dal 18 al 27 marzo 2007, con la regia di Lucio Dalla e le coreografie di Luciano Cannito per il primo ballerino, il crotonese Alessandro Riga, mentre l'orchestra è diretta dal maestro David Agler, abbinata all'"Arlecchino" di Ferruccio Busoni (del 1917), che vede come primo attore Marco Alemanno: Dalla opera un intervento scenografico sulle due opere, spostandone l'azione a New York (per "Pulcinella") e in un paesino delle colline tosco-emiliane per "Arlecchino". I DVD degli spettacoli sono stati prodotti da Gianni Salvioni (che ha prodotto anche il DVD "classic" del cofanetto intitolato 12.000 lune edito da SonyBmg e contenente il live con le canzoni di Lucio Dalla in chiave classica) e pubblicati dalla casa discografica Ermitage.
Ha cantato al trofeo "Birra Moretti" allo stadio San Paolo di Napoli, l'8 agosto 2007.
Nel gennaio 2008 ha rilasciato una intervista al quotidiano cattolico online Petrus dedicato al pontificato di Papa Benedetto XVI dove afferma di non essere "mai stato né marxista, né comunista" ma di ispirarsi a San Josemaría Escrivá de Balaguer fondatore dell'Opus Dei. Tuttavia, in una successiva apparizione televisiva,ha dichiarato di essere stato male interpretato: nell'intervista ha semplicemente asserito di essere concorde con le affermazioni riguardanti il lavoro fatto dal fondatore dell'Opus Dei, il cui nome ed il relativo pensiero aveva sentito per la prima volta in quell'occasione. Nella medesima partecipazione televisiva ha dichiarato inoltre di essere una persona avulsa dal senso di vergogna, e di portare un parrucchino.
Sempre nel 2008 Lucio Dalla mette in scena L'opera del Mendicante di John Gay, interpretata dalla cantante e attrice Angela Baraldi e Peppe Servillo degli Avion Travel. Lo spettacolo ha debuttato al teatro Duse di Bologna il 31 marzo.
Il 7 luglio 2008 il cantautore bolognese presenta l'inno ufficiale della squadra olimpica italiana, intitolato Un uomo solo può vincere il mondo ed appositamente composto per i Giochi di Pechino.
A dicembre, il cantante recita in Artemisia Sanchez su Raiuno; per tale miniserie scrive e canta il tema d'apertura.
L'11 maggio 2009 è ospite per la prima volta di una trasmissione delle reti Mediaset (Mattino Cinque, Canale 5) e esegue col pianista Nazzareno Carusi, all'interno del suo spazio Pillole di Classica, l'aria Nessun dorma dalla Turandot di Giacomo Puccini.
Il 10 ottobre 2009 viene trasmesso dalle radio il singolo Puoi sentirmi?, che anticipa l'uscita dell'album Angoli nel cielo, pubblicato il 6 novembre successivo.
La nuova collaborazione con De Gregori e il ritorno a Sanremo
Dalla e De Gregori al PalaFabris di Padova (ottobre 2010)
Il 2010 si apre con la notizia, che viene data il 2 gennaio, di un concerto insieme di Dalla con Francesco De Gregori, a trent'anni da Banana Republic, al Vox club di Nonantola, con la denominazione Work in progress.
Il concerto, che in breve tempo diventa "tutto esaurito" in prevenditafa da preludio ad una serie di concerti insieme che vengono annunciati proprio in occasione della data di Nonantola e che si svolgeranno nel mese di maggio a Milano e Roma[30]; nel corso della serata i due presentano, oltre alle canzoni note, un inedito intitolato Non basta saper cantare ed annunciano l'uscita, in occasione del tour, di un album realizzato insieme, intitolato Work in Progress, con la scenografia curata dall'artista e amico Mimmo Paladino.
Il 22 marzo 2010 conduce insieme a Francesco De Gregori la nuova trasmissione televisiva di Rai 2, intitolata Due, durante la quale i cantanti si esibiscono singolarmente ed in duetto in cover e brani del loro repertorio.
Il tour continua per tutto il 2010 e buona parte del 2011.
Come degna conclusione di questo tour, i due partecipano al concerto del 1 maggio, presentato da Neri Marcorè, come punta di diamante dell'evento.
Il 5 gennaio 2011 ha partecipato ad un concerto in occasione della raccolta fondi per i restauri della basilica di Santo Stefano di Bologna.
Il 6 luglio 2011 è tra i principali firmatari dell'appello promosso dalla SIAE atto a sostenere l'azione di lobby affinché venga difesa e approvata, nella sua prima e più stringente stesura, la delibera AgCom (presieduta da Corrado Calabrò) 668/2010[34]; delibera che dichiara lo scopo di combattere possibili violazioni del diritto d'autore e di proteggere gli interessi economici legati all'industria discografica e del multimediale in rete; grazie a questa delibera, all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, semplice autorità amministrativa indipendente di nomina politica, si dovrebbe dare il potere di bloccare, oscurare, censurare e cancellare qualsiasi sito sospettato di violare un copyright, tramite una semplice azione amministrativa (anche indotta dalla segnalazione della lobby che si ritenesse danneggiata), senza una previa azione dell'autorità giudiziaria che dovrebbe appurare l'effettiva presenza del reato.
Il 14 febbraio 2012 ritorna sul palco del Festival di Sanremo a quarant'anni dall'ultima partecipazione, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano Nanì, del quale è anche co-autore.
Il 27 febbraio 2012 da Lucerna, Svizzera parte la sua nuova tournèe, che fa tappa la sera seguente a Zurigo ed il 29 febbraio a Montreux.
La morte improvvisa
Lucio Dalla muore la mattina del 1º marzo 2012, stroncato da un infarto, a Montreux, in Svizzera, dove il cantante si trovava per alcuni concerti del suo nuovo tour e dove si era esibito la sera prima. Tre giorni più tardi avrebbe festeggiato il suo sessantanovesimo compleanno. Il corpo viene ritrovato poco dopo le 10 del mattino dal suo corista. Il feretro ritorna in Italia il giorno seguente. Sarà allestita sabato dalle 9.30 nel Cortile d'onore del Comune di Bologna la camera ardente per l'ultimo saluto. La città ha proclamato il lutto cittadino. I funerali si svolgeranno domenica alle 14.30, giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni, nella basilica di San Petronio di Piazza Maggiore.
Passione per lo sport
Oltre ad essere un mito della musica internazionale, Dalla era anche un appassionato vero di sport, di basket e calcio in particolare. In occasione della sua morte la Gazzetta dello sport gli ha dedicato la prima pagina del 2 marzo 2012, riadattando i titoli di alcune delle sue canzoni alle notizie sportive del giorno.
Il cantante era un grande tifoso del Bologna, presenziando spesso alle partite casalinghe della squadra rossoblù, e della Virtus Bologna di basket. Aveva composto anche l'inno per la rappresentativa azzurra alle Olimpiadi di Pechino 2008.
Altra grande passione era quella per i motori. Dalla ha dedicato alcuni dei suoi pezzi a grandi personalità del mondo automobilistico come Tazio Nuvolari o Ayrton Senna. Proprio il pezzo dedicato al pilota italiano, intitolato Nuvolari, è stato colonna sonora dello spot pubblicitario istituzionale della Alfa Romeo nel 2008-2009. Inoltre, Il motore del 2000, è stata colonna sonora dello spot pubblicitario della Fiat Uno Fire nel 1992.
Discografia
Album
1966 - 1999 (ARC, SA 16)
1970 - Terra di Gaibola (RCA Italiana, PSL 10462)
1971 - Storie di casa mia (RCA Italiana, PSL 10506)
1973 - Il giorno aveva cinque teste (RCA Italiana, DPSL 10583)
1975 - Anidride solforosa, (RCA Italiana, TPL 1-1095)
1975 - Bologna 2 settembre 1974 (dal vivo), (RCA Italiana, TCL 2-1110; con Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Maria Monti)
1976 - Automobili (RCA Italiana, TPL 1-1202)
1977 - Come è profondo il mare (RCA Italiana, PL 31321)
1979 - Lucio Dalla (RCA Italiana, PL 31424)
1979 - Banana Republic (RCA Italiana, PL 31466; con Francesco De Gregori)
1980 - Dalla (RCA Italiana, PL 31537)
1981 - Lucio Dalla (Q Disc) (RCA Italiana, PG 33420)
1983 - 1983 (RCA Italiana, PL 31692)
1984 - Viaggi organizzati (Pressing, ZPLPS 34219)
1985 - Bugie (Pressing, ZL 70960)
1985 - Lucio Dalla Marco Di Marco (Fonit Cetra, ALP 2008; inciso insieme a Marco Di Marco)
1986 - DallAmeriCaruso (RCA Italiana, PL 71181)
1988 - Dalla/Morandi (RCA, PL 71778 (2); con Gianni Morandi)
1988 - In Europa (Ariola, con Gianni Morandi)
1990 - Cambio (Pressing, ZL 74761)
1991 - Geniale? (RCA; registrazioni dal vivo del 1969-1970 con alcuni inediti)
1992 - Amen (Pressing, 74321-10942-2; dal vivo)
1993 - Henna (Pressing, 74321-18293-2)
1996 - Canzoni (Pressing, 74321 40062 2)
1999 - Ciao (Pressing, 74321 696362)
2000 - Live @ RTSI (RTSI Televisione Svizzera 5020912; registrazioni dal vivo del 1978)
2001 - Luna Matana (Pressing, 74321 892912)
2002 - Caro amico ti scrivo
2003 - Lucio (Pressing, 82876570272)
2006 - 12000 lune (Pressing, 82876897492)
2007 - Il contrario di me
2008 - LucioDallaLive - La neve con la luna
2009 - Angoli nel cielo
2010 - Work in Progress (con Francesco De Gregori)
2011 - Questo è amore
Singoli
1962 - Telstar/Madison: a swingin' time (RCA Italiana, PM 3164; inciso con la Seconda Roman New Orleans Jazz Band)
1964 - Lei (non è per me)/Ma questa sera (ARC, AN 4008)
1965 - L'ora di piangere/Io al mondo ho solo te (ARC, AN 4037)
1966 - Paff... bum!/Io non ho pianto mai così (ARC, AN 4072)
1966 - Questa sera come sempre/Io non ci sarò (ARC, AN 4084)
1966 - See-saw/Cool jerk (ARC, AN 4091, pubblicato come The Group)
1966 - Quando ero soldato/Tutto il male del mondo (ARC, AN 4101)
1967 - Bisogna saper perdere/Lucio dove vai (ARC, AN 4113)
1967 - Non è un segreto/Passerà passerà (ARC, AN 4119)
1967 - Il cielo/1999 (ARC, AN 4128)
1968 - E dire che ti amo/Se non avessi te (ARC, AN 4148)
1968 - Hai una faccia nera nera/Cos'è Bonetti? (ARC, AN 4154)
1969 - Per fare un uomo basta una ragazza / ...e invece no (ARC, AN 4171)
1970 - Sylvie/Orfeo bianco (RCA Italiana, PM 3522)
1971 - 4-3-1943/Il fiume e la città (RCA Italiana, PM 3578)
1971 - La casa in riva al mare/Itaca (RCA Italiana, PM 3588)
1971 - Il colonnello/Il gigante e la bambina (RCA Italiana, PM 3610)
1972 - Piazza Grande/Convento di pianura (RCA Italiana, PM 3638)
1972 - Sulla rotta di Cristoforo Colombo/Un uomo come me (RCA Italiana, PM 3651)
1974 - Anna bell'Anna/Pezzo zero (RCA Italiana, TPBO 1003))
1975 - Anidride solforosa/Tu parlavi una lingua meravigliosa (RCA Italiana, TPBO 1105)
1976 - Nuvolari/Il motore del duemila (RCA Italiana, TPBO 1189)
1977 - Quale allegria/Il cucciolo Alfredo (RCA Italiana, PB 6157)
1978 - Ma come fanno i marinai/Cosa sarà (RCA Italiana, PB 6265; con Francesco De Gregori)
1981 - Cara/Balla balla ballerino (RCA Italiana, PB 6507)
1988 - Dimmi Dimmi/Pomeriggio in ufficio (RCA Italiana, PB 42251)
2002 - Come è profondo il mare/La distanza (Virgin, 7243 5 46386 2 6; solo prima traccia coi Tiromancino)
Partecipazioni
1962 con la Seconda Roman New Orleans Jazz Band: Telstar/Madison: a swingin' time (RCA Italiana, PM 3164)
1975 nell'album collettivo dal vivo Trianon '75 - Domenica Musica: Passato, presente(RCA Italiana)
1976 nell'album Progetto per un inno l'internazionale di Mario Schiano (canta L'Internazionale insieme a Antonello Venditti e Francesco De Gregori
1977 nell'album L'Eliogabalo di Emilio Locurcio
1985 suona clarino e sax nel Qdisc "RAPEZZI" di Ugo Rapezzi prodotto da Sergio Bardotti.
1990 nell'album collettivo live dedicato a Piero Ciampi Te lo faccio vedere chi sono io interpreta Ha tutte le carte in regola' (edizioni Blu) - serata ripresa integralmente in TV
2005 nel DVD Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev, prodotto da Fabula Classica (voce narrante e regista)
2007 nell'album Ci sono cose di Ricky Portera Co-Prodotto da Maurizio Silvestri, dona la voce a servizio di un suo grande successo "La sera dei miracoli"
2009 nell'album Extended Play 2009 della band SpaccailSilenzio in veste di clarinettista su "Da questo muro"
Duetti
Con Ana Belén: Canción (cover di Canzone) - Respondeme
Con Angela Baraldi: Anidride solforosa (live)
Con Anna Oxa: Caruso (live a Torno sabato, Rai 1).
Con Dajana: Sei come sei (dall'album Peccato reload di Dajana, 2009)
Con Edoardo De Angelis Sulla rotta di Cristoforo Colombo (Fonit Cetra, 1992)
Con Elio e le Storie Tese: Psichedelia
Con Fabio Concato: 051-222525 (live, dall'album Giannutri', 1990)
Con Francesco De Gregori: 4/3/1943 - Addio a Napoli - Banana Republic - Ma come fanno i marinai - Quattro cani - Un gelato al limon (in Banana Republic, 1979); Ma come fanno i marinai (45 giri); Cosa sarà (45 giri)
Con Gianni Morandi: Dimmi dimmi - Vita
Con Gianni Morandi e Francesco Guccini: Emilia
Con Gigi D'Alessio: Medley live TV 2002
Con Gigi D'Alessio, Gigi Finizio e Sal Da Vinci: Napule (in Quanti amori di Gigi D'Alessio, 2004)
Con Gigi D'Alessio, Gigi Finizio e Sal Da Vinci: Caruso (Live Piazza Plebiscito 30-09-2005 Diretta Rtl)
Con Iskra: Quasi amore (dall'album Quasi amore di Iskra, 2009; live al Festival di Sanremo 2009)
Con Julio Iglesias: Caruso (Dalla interviene nel finale)
Con Loredana Errore: Anna e Marco (live)
Con Luciano Pavarotti: Caruso
Con Luciano Pavarotti, Sting, Brian May, Zucchero: La donna è mobile
Con Mango: Forse che sì, forse che no* (dall'album Ti porto in Africa, 2004)
Con Marco Mengoni: Meri Luis (dall'album Questo è Amore, 2011)
Con Mina: Amore disperato
Con Nazzareno Carusi: Nessun dorma (dall'album Petrolio di Nazzareno Carusi, 2011)
Con Neri per caso: Balla balla ballerino (dall'album Angoli diversi dei Neri per Caso, 2008)
Con Ornella Vanoni & Gianni Morandi: Vita (dall'album Più di te, 2009)
Con Ornella Vanoni: Senza Fine (dall'album Più di me, 2008)
Con Ornella Vanoni: I grandi cacciatori (dall'album Uomini, 1983)
Con Pierdavide Carone: Nanì, canzone portata al Festival di Sanremo 2012
Con Renato Zero: La sera dei miracoli (live)
Con Renzo Zenobi: Telefono elettronico
Con Rita Pavone: Pirupirupirulì (dalla colonna sonora del film "Little Rita nel west", 1967)
Con Ron: Chissà se lo sai (in 70/00 di Ron, 2000)
Con Ron: Piazza grande (in 70/00 di Ron, 2000)
Con Ron: Le ragazze (in Ma quando dici amore di Ron, 2005)
Con Ron e Francesco De Gregori: Una città per cantare
Con Stadio: Un fiore per Hal (dall'album Stadio, 1982)
Con Tosca: Rispondimi (dall'album Henna, 1993)
http://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Dalla
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Oceanya.
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Dalla, una carriera lunga 50 anni
Musicista e talent scout, ha lanciato gli Stadio, Ron, Luca Carboni, Samuele Bersani
Lucio Dalla era nato a Bologna il 4 marzo 1943. Aveva cominciato a suonare sin da giovane, prima la fisarmonica poi il clarino. Fece parte della Second Roman New Orleans Jazz Band e poi dei «Flipper». Nel 1963 quando al Cantagiro, Gino Paoli si offre come produttore e l’anno successivo approda alla scuderia discografica Rca.
Incide «Lei» e «Ma questa sera», ma senza successo. Debutta nel 1966 al Festival di Sanremo con «Paff...Bum», in coppia con i «Yardbirds» di Jeff Beck. Del 1971 è l’album «Storie di casa mia», contenente canzoni quali «Il gigante e la bambina», «Itaca», «La casa in riva al mare». Dal 1974 al 1977 collabora con il poeta bolognese Roberto Roversi realizzando tre album: «Il giorno aveva cinque teste», «Anidride solforosa» e «Automobili».
Sciolto il sodalizio con Roversi, diventa anche paroliere e realizza dischi quali «Com’è profondo il mare» e «Lucio Dalla», che contiene classici quali «Anna e Marco» e «L’anno che verrà».
Nel 1979 si esibisce dal vivo con Francesco De Gregori nel tour di grande successo «Banana Republic» (da cui l’omonimo «live»). Seguono nel 1980 «Dalla», con le stupende «La sera dei miracoli», «Cara» e «Futura». Incide nel 1981 «Lucio Dalla (Q Disc)», «1983» nel 1983 e «Viaggi organizzati» nel 1984. Nel 1985 esce l’album «Bugie» e nel 1986 «Dallamericaruso». In questo disco è inclusa la canzone «Caruso», riconosciuta dalla critica come il capolavoro di Dalla. Vende oltre otto milioni di copie, viene incisa in trenta versioni, tra cui la versione di Luciano
Pavarotti.Nel 1988 si forma un’altra coppia vincente: Lucio Dalla e Gianni Morandi. Scrivono un album insieme, «Dalla/Morandi», a cui segue una trionfale tournee.
Nel 1990 in televisione, presenta il suo nuovo brano «Attenti al lupo» e il seguente album «Cambio». Il disco totalizza quasi 1.400.000 copie vendute. Il 1996 segna l’ennesimo successo discografico con l’album «Canzoni», che supera la cifra di 1.300.000 copie vendute. Il 9 settembre 1999 pubblica «Ciao», a 33 anni dal suo primo album che si intitolava «1999». L’album contiene undici brani, prodotti ed arrangiati da Mauro Malavasi. La tiltle-track «Ciao» diventa il brano radiofonico dell’estate 1999. L’album conquista il doppio disco di platino.
Oltre ad essere autore e interprete Dalla è anche un talent scout. A Bologna ha sede la sua etichetta discografica Pressing S.r.l., che ha lanciato gli Stadio, Ron, Luca Carboni, Samuele Bersani e ha permesso la rinascita artistica di Gianni Morandi. È autore di colonne sonore per i film di Mario Monicelli, Michelangelo Antonioni, Carlo Verdone, Giacomo Campiotti e Michele Placido. Ha anche aperto la galleria d’arte No Code, in Via dei Coltelli a Bologna. È autore di programmi televisivi di successo: Te vojo bene assaie, Capodanno, RaiUno - Taxi, Rai Tre - S.Patrignano. Non ultimo il programma con Sabrina Ferilli, «La Bella e la Besthia» (2002). Il 2010 si apre con la notizia di un concerto insieme di Dalla con Francesco De Gregori, a trent’anni da «Banana Republic». E soltanto di poche settimane fa la sua apparizione al Festival di Sanremo per accompagnare il giovane
cantautore Pierdavide Carone, con il brano Nanì.
come ad esempio una canzone
mentre la stai cantando
di là qualcuno muore
qualcun altro sta nascendo
è il gioco della vita
la dobbiamo preparare
che non ci sfugga dalle dita
come la sabbia in riva al mare
Ciao...
Lucio Dalla, l'ultima intervista
"Io, l'amore, la musica
" Amo l'opera, il jazz, il pop: i cambiamenti non vanno visti con sospetto ma con fiducia
parigi
Pubblichiamo l'ultima intervista di Dalla, concessa venerdì al quotidiano Libération che la pubblica oggi. Dalla doveva suonare all'Olympia il 13 marzo.
«Non vedo l’ora di tornare all’Olympia» diceva Lucio Dalla solo qualche giorno fa. «Quando feci il primo Festival di Sanremo non arrivai in finale ma a un produttore francese piacque molto la mia canzone e mi portò a Parigi dove rimasi un anno. Ho ancora molti amici lì. La mia formazione musicale ha una parte anglofona e una parte francese anche se le mie radici sono profondamente italiane: abito da sempre a Bologna, poi ho case qua e la a Urbino, in Sicilia sull’Etna, alle Isole Tremiti. Purtroppo per colpa del lavoro le sfrutto poco, uso di più la barca, che è ormeggiata a Castellamare di Stabia ma è un vero e proprio studio galleggiante. Bocelli ci ha creato il suo ultimo disco».
Che rapporto ha con le varie anime dell’Italia?
«Amo molto i dialetti, sono legato per ragioni storiche ai dialetti del Sud perché sono quelli delle mie origini, ma adoro il dialetto bolognese. Nelle mie canzoni ho messo delle frasi dialettali come fossero slang. Nella musica si parla e si scrive con l’animo e con la testa abbandonando il linguaggio ufficiale».
Lei nasce come jazzista, giusto?
«La mia storia musicale è cominciata così, è lì che si è formato il mio amore per la musica che poi mano a mano è cambiato. La musica non ha steccati, ho fatto anche regìe di opere liriche, ho prodotto molti artisti. Non so neanche più io qual è il mio lavoro preciso, mi piace fare molte cose e mi diverto se sono diverse l’una dall’altra».
Cosa ricorda di Chet Baker?
«E’ l’inizio della mia storia musicale, ero poco di più di una mascotte, suonavo con loro ma facevo anche un po’ da accompagnatore. E’ stata un’esperienza musicale straordinaria, molto difficile e controversa personalmente».
Il suo rapporto con l’opera lirica?
«E’ iniziato con la regia di Prokofiev, un Pierino e il lupo che avevo teatralizzato, poi ho fatto Pulcinella di Stravinski con l’ Arlecchino di Busoni, Beggars opera , e quante ne vorrei ancora fare, solo che trovare il tempo non è facile. Ho anche scritto una versione nuova della Tosca , sia musica che testo non saprei neanche dire qual è la musica che sento più vicina».
Com’è nata «Caruso»?
«In modo totalmente casuale: la mia barca si è rotta e ho dovuto fermarmi nel porto di Sorrento: mentre aspettavo che la riparassero mi diedero la suite dove era morto Caruso: c’era il pianoforte che aveva usato lui e mi sono fatto raccontare le ultime ore della sua vita, poi ho aggiunto i pezzi in napoletano per dare l’ epos giusto. Mai avrei pensato che quella canzone avrebbe venduto 30 milioni di dischi nel mondo, pensare che se non avessi rotto la barca....»
Ma dentro c’è anche tutto il suo amore per Napoli.
«Napoli è la città che preferisco sia dal punto di vista della bellezza che culturale. È la mia seconda città, ma forse anche la prima. Bologna per me è stata importante fino alla fine degli Anni Settanta, è magnifica ma non mi dà la stessa sensazione di appartenenenza che mi dà Napoli. E’ un posto difficile da vivere con freddezza, o ti appassiona o ti infastidisce, un coacervo di culture e di linguaggi per me sono i luoghi ideali dove vivere».
Come è nata - e rinata - la collaborazione con Francesco De Gregori?
«Abbiamo lavorato insieme trent’anni fa con Banana Republic , poi non ci siamo più visti. Ci siamo reincontrati per caso e così è ripartito un nuovo tour, bellissimo, insieme. Poi magari non ci sentiremo più per altri trent’anni. Lo stimo moltissimo, è molto diverso da me ma proprio per questo ci completiamo a vicenda».
Perché un cantautore va al Festival di Sanremo?
«Sanremo è inspiegabile se non lo si vive: la maggior parte dei contenuti musicali di qualità non ci sono più, ma continua a colpire l’immaginario. Quando nel 1971 feci 4-3-43 vinsero tre canzoni che poi diventarono successi mondiali, adesso c’è una mediocrità appena accettabile ed è diventato un grande spettacolo multimediale. Ma quello della qualità è un problema globale nella musica. A seconda dei periodi storici ci sono paesi leader, innovativi, adesso sono le nazioni Nord europee con artisti come Bjork o i Sigur Ros che fanno ricerca e sperimentazione. E poi c’è il resto del mondo che vive nella frenesia delle varie mode e anche Sanremo casca in questo tranello».
Lei come ha vissuto l’era Berlusconi?
«Lo conosco bene, è un amico, credo che sia stata un’anomalia nella storia dell’Italia, ma assolutamente connessa con lo spirito del Paese. Mi divertivo a raccontare a chi mi chiedeva di lui che sicuramente è migliore di quello che sembra, non l’ho mai votato, ma umamamente è piacevole. Un fenomeno di tarda italianità: se ha raggiunto il potere è perche rappresenta un tipo nazionale. E’ tutt’altro che un personaggio mediocre dal punto di vista dell’energia e della comunicativa».
Il suo mestiere è cambiato e se dovesse ricominciare una carriera quale sarebbe?
«Come ho detto all’inzio, il mio mestiere è talmente variabile è cambiato così tanto negli anni, sono arrivate le major nel mondo della comunicazione e hanno stravolto la musica anche dal punto di vista produttivo. È difficile trovare un equilibrio tra qualità e successo in un tempo come questo. Però ha anche ottenuto spazio una musica di nicchia, che pur rimamendo di nicchia viene ascoltata più di prima. I cambiamenti vanno sempre guardati non con sospetto ma con fiducia».
DINO DI MEO
Dalla, l'ultima volta sul palco a Sanremo 2012. -
Oceanya.
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L addio commosso a LUCIO DALLA ...tra le lacrime della gente ,l'ultimo saluto al Maestro
I funerali in San Petronio
bologna
Un lunghissimo applauso nella piazza Maggiore gremita mentre suonano le campane a lutto dell'Arengo. Così è stata accolta la bara di Lucio Dalla che ha lasciato il cortile d'onore del comune di Bologna, portata a spalle fino alla basilica di San Petronio dove sono iniziate le esequie. Dietro alla salma, oltre al compagno Marco Alemanno, Ron e alcuni tra i suoi più stretti collaboratori. Anche San Petronio è gremita. Tra gli altri Renato Zero, Gigi D'Alessio, Cesare Cremonini, Luca Cordero di Montezemolo; Pierferdinando Casini, Alessandro Haber, Samuele Bersani, Roberto Vecchioni, Gianni Morandi, Renzo Arbore, Giovanotti, i Pooh, Nek, Ornella Vanoni, Eros Ramazzotti e Luca Carboni.
«Bologna ha perso un figlio vero, un grande amico, l’amico di tutti»: lo ha detto durante l’omelia in San Petronio, il padre francescano Bernardo Boschi, confessore di Lucio Dalla, che ha tracciato un ricordo dell’artista scomparso mettendone in risalto l’aspetto della fede. Del cantante ha ricordato «l’aspetto schivo, ma anche quella sottile ironia, quella profondità, quella specie clownesca che rivestiva la sua umanità», chiedendosi da dove veniva. «Da un colloquio con Dio incredibile», ha detto ancora il francescano, che ha ricordato Dalla quando si raccoglieva davanti all’Immacolata quasi come davanti a una mamma. «Questa è stata la sua fede - ha detto ancora il francescano - la sua grandezza passava attraverso tutta l’umanità».
«Lucio attingeva dalla profondità, aveva una profonda sete di Dio, dell’assoluto - ha detto ancora padre Boschi - Lucio trasmetteva gioia, serenità, perchè attingeva da questo». Messaggi, ha detto ancora il sacerdote, che Lucio poi lasciava scolpiti nelle anime con la parola, con la musica. «L’eredità che ci lascia è proprio questa - ha continuato ancora il sacerdote - Ron ha parlato di leggerezza, bravo Ron. L’insostenibile leggerezza di Lucio, questo era Lucio». All’inizio dell’omelia il sacerdote aveva ricordato quando con Lucio e la madre, in Piazza Cavour festeggiava il suo compleanno. «Era molto semplice - ha ricordato Boschi - oggi hai tutta Bologna che celebra con te questo compleanno. Mi viene in mente una delle tue canzoni più celebri ’La terra finisce, la comincia il cielò. Tu sarai con la mamma a celebrare questo compleanno, noi siamo qui tristi ma tu non vorresti. Tu hai amato tutti, anche gli ultimi, forse non hai amato le grandi manifestazioni». Alla fine dell’omelia, padre Bernardo ha salutato così Lucio Dalla: «caro Lucio, ti salutiamo, saremo sempre con te, perchè tu sei con noi, in mezzo a noi».
Oltre 50 mila persone, da ieri mattina, hanno reso omaggio al feretro di Lucio Dalla nella camera ardente allestita a Palazzo d’Accursio. Una fila interminabile, che si è interrotta solo poche ore nella notte. Il giorno dell’addio all’artista e del lutto cittadino è iniziato alle 7 in punto, quando ha riaperto i battenti la camera ardente, dove questa mattina sono arrivati anche numerosi omaggi floreali. Su tutti quello dell’amico Vasco Rossi, una corona di girasoli attraversata dalla scritta "Ciao Lucio!", depositata accanto al feretro davanti al quale la gente comune e i personaggi famosi si commuovono.
Dopo il saluto nella notte di Renato Zero e Jovanotti, questa mattina è stata la volta di Paola Turci, di Roberto Baggio e del Novara Calcio, impegnato oggi pomeriggio contro il Bologna, con in testa l’allenatore Emiliano Mondonico: «Quando sono morti Battisti e John Lennon - ha detto Mondonico, che è anche un grandissimo appassionato di musica - mi sono rammaricato di non essere potuto andare al funerale. Oggi non potevo non venire a salutare Lucio Dalla, ha più o meno la mia età, mi ricorda la mia vita».
In Piazza Grande, come Dalla aveva ribattezzato piazza Maggiore, continuano a suonare le note delle canzoni dell’artista bolognese. Gli altoparlanti si interromperanno soltanto per il suono della campana dell’Arengo, uno dei simboli di Bologna. «Sono orgoglioso di essere sindaco di questa città - commenta il sindaco, Virginio Merola -. Lucio è sempre stato molto presente e interessato a Bologna, l’ha amata e l’ha criticata perchè le voleva bene, e i bolognesi si sono auto-organizzati in modo libero e responsabile e si sono messi in fila per rendergli omaggio».
Vasco scegli i girasoli...
Edited by Oceanya - 12/12/2012, 23:45. -
Oceanya.
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furetta.
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C'e' solo una canzone al mondo:CARUSO!!
Grazie Lucio. -
la sirenetta.
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L’anno che verrà è il primo senza Lucio
Ron ricorda bene la prima volta che ascoltò «L’anno che verrà»: «Lucio ci radunò nel castello di Carimate, dove stavamo registrando l’album che si sarebbe chiamato “Lucio Dalla”, e seduti sul parquet ascoltammo la canzone di speranza che lui aveva scritto la notte precedente. La musica c’era già, era nata prima, come sempre accadeva con lui, e di getto, in una notte appunto, aveva buttato giù le parole che ora tutti ricordiamo».
Le nuove canzoni debuttarono alla televisione della Svizzera italiana il 20 dicembre 1978, a pochi giorni dal Natale, e uscirono in disco nel febbraio dell’anno seguente, l’ultimo del decennio. Il 1979 è l’anno di Banana Republic, la storica tournée, condotta con Francesco De Gregori, che riportò la musica italiana negli stadi.
In quei concerti Dalla cantava «L’anno che verrà» al pianoforte, da solo, con Ron e De Gregori ai cori e alla chitarra. Trent’anni dopo, di nuovo in coppia con De Gregori, la cantavano entrambi, e il pubblico l’intonava senza esitazioni dal primo momento e fino alla fine, da «Caro amico ti scrivo...» a «...io mi sto preparando è questa la novità. La lettera di fine anno spedita al mondo da Lucio Dalla ora porta la firma di tutti.
Caro amico ti scrivo... «Sono parole che fotografano un passaggio - mi dice Massimiliano Panarari, che insegna Comunicazione politica all’Università di Modena e Reggio Emilia e che di cultura pop discorre sempre volentieri - e sono un dispaccio inviato dal fronte, dalla città assediata. Ricordano certi romanzi di fantascienza distopici, utopie negative e segnano la fine dei nostri Anni Settanta, partiti tra grandi speranze e finiti nel piombo, con un’inflazione a due cifre e grande tensione sociale. È una fine, ma naturalmente anche un nuovo inizio, che Dalla annuncia con parole di speranza e che apre gli Anni Ottanta, gli anni del riflusso, post-ideologici. La canzone annuncia il passaggio all’era dell’individuo, che rivendica spazio e libertà e che vuole vivere secondo le proprie regole. Non a caso, l’arrivo del nuovo mondo Dalla lo fa annunciare alla televisione, che in effetti dominerà la fase successiva della storia d’Italia».
«Quell’album- ricorda Ron - rimase per due anni in classifica. Era uno scrigno pieno di tesori: anche per questo, sul momento “L’anno che verrà”, che pure era uno dei pezzi più importanti, non fu compreso appieno. Ora invece tutti la conoscono a memoria, forse anche perché mai come in questa canzone c’è l’essenza stessa di Lucio, la sua malinconia di fondo e la voglia di esplodere, di esserci. “Che in questo istante ci sia anch’io” è per me il momento-chiave, il senso di tutto: in quella voglia di combattere, di non stare a guardare e non piangersi addosso continuano a riconoscersi in moltissimi».
Erano anni, sostiene con una certa nostalgia Ron (che nella registrazione di «L’anno che verrà» suonò la chitarra acustica), in cui registrare un disco di canzoni era un gesto importante, che nessuno sottovalutava: «E Lucio era un veggente, annusava l’aria e da lì traeva l’ispirazione per riuscire a raccontare il futuro». Nessuna meraviglia, insomma, che oggi come dieci, vent’anni, trent’anni fa, in questi giorni di fine d’anno a molti torni in mente quella canzone, e si ritrovino a canticchiarla, e a emozionarsi. Ma questo è il primo Capodanno senza Lucio.
E allora «E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi amico mio come diventa importante che in questo istante ci sia anch’io» acquista un nuovo senso, e sa più che mai di malinconia.. -
-Carla-.
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Una meraviglia
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