LUCIO DALLA

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  1. Oceanya
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    Dalla, una carriera lunga 50 anni

    lucio-dalla

    Musicista e talent scout, ha lanciato gli Stadio, Ron, Luca Carboni, Samuele Bersani

    Lucio Dalla era nato a Bologna il 4 marzo 1943. Aveva cominciato a suonare sin da giovane, prima la fisarmonica poi il clarino. Fece parte della Second Roman New Orleans Jazz Band e poi dei «Flipper». Nel 1963 quando al Cantagiro, Gino Paoli si offre come produttore e l’anno successivo approda alla scuderia discografica Rca.

    Incide «Lei» e «Ma questa sera», ma senza successo. Debutta nel 1966 al Festival di Sanremo con «Paff...Bum», in coppia con i «Yardbirds» di Jeff Beck. Del 1971 è l’album «Storie di casa mia», contenente canzoni quali «Il gigante e la bambina», «Itaca», «La casa in riva al mare». Dal 1974 al 1977 collabora con il poeta bolognese Roberto Roversi realizzando tre album: «Il giorno aveva cinque teste», «Anidride solforosa» e «Automobili».
    Sciolto il sodalizio con Roversi, diventa anche paroliere e realizza dischi quali «Com’è profondo il mare» e «Lucio Dalla», che contiene classici quali «Anna e Marco» e «L’anno che verrà».

    Nel 1979 si esibisce dal vivo con Francesco De Gregori nel tour di grande successo «Banana Republic» (da cui l’omonimo «live»). Seguono nel 1980 «Dalla», con le stupende «La sera dei miracoli», «Cara» e «Futura». Incide nel 1981 «Lucio Dalla (Q Disc)», «1983» nel 1983 e «Viaggi organizzati» nel 1984. Nel 1985 esce l’album «Bugie» e nel 1986 «Dallamericaruso». In questo disco è inclusa la canzone «Caruso», riconosciuta dalla critica come il capolavoro di Dalla. Vende oltre otto milioni di copie, viene incisa in trenta versioni, tra cui la versione di Luciano
    Pavarotti.Nel 1988 si forma un’altra coppia vincente: Lucio Dalla e Gianni Morandi. Scrivono un album insieme, «Dalla/Morandi», a cui segue una trionfale tournee.

    Nel 1990 in televisione, presenta il suo nuovo brano «Attenti al lupo» e il seguente album «Cambio». Il disco totalizza quasi 1.400.000 copie vendute. Il 1996 segna l’ennesimo successo discografico con l’album «Canzoni», che supera la cifra di 1.300.000 copie vendute. Il 9 settembre 1999 pubblica «Ciao», a 33 anni dal suo primo album che si intitolava «1999». L’album contiene undici brani, prodotti ed arrangiati da Mauro Malavasi. La tiltle-track «Ciao» diventa il brano radiofonico dell’estate 1999. L’album conquista il doppio disco di platino.

    Oltre ad essere autore e interprete Dalla è anche un talent scout. A Bologna ha sede la sua etichetta discografica Pressing S.r.l., che ha lanciato gli Stadio, Ron, Luca Carboni, Samuele Bersani e ha permesso la rinascita artistica di Gianni Morandi. È autore di colonne sonore per i film di Mario Monicelli, Michelangelo Antonioni, Carlo Verdone, Giacomo Campiotti e Michele Placido. Ha anche aperto la galleria d’arte No Code, in Via dei Coltelli a Bologna. È autore di programmi televisivi di successo: Te vojo bene assaie, Capodanno, RaiUno - Taxi, Rai Tre - S.Patrignano. Non ultimo il programma con Sabrina Ferilli, «La Bella e la Besthia» (2002). Il 2010 si apre con la notizia di un concerto insieme di Dalla con Francesco De Gregori, a trent’anni da «Banana Republic». E soltanto di poche settimane fa la sua apparizione al Festival di Sanremo per accompagnare il giovane
    cantautore Pierdavide Carone, con il brano Nanì.


    come ad esempio una canzone
    mentre la stai cantando
    di là qualcuno muore
    qualcun altro sta nascendo
    è il gioco della vita
    la dobbiamo preparare
    che non ci sfugga dalle dita
    come la sabbia in riva al mare

    Ciao...

    Lucio Dalla, l'ultima intervista
    "Io, l'amore, la musica

    dalla_1
    " Amo l'opera, il jazz, il pop: i cambiamenti non vanno visti con sospetto ma con fiducia




    parigi

    Pubblichiamo l'ultima intervista di Dalla, concessa venerdì al quotidiano Libération che la pubblica oggi. Dalla doveva suonare all'Olympia il 13 marzo.

    «Non vedo l’ora di tornare all’Olympia» diceva Lucio Dalla solo qualche giorno fa. «Quando feci il primo Festival di Sanremo non arrivai in finale ma a un produttore francese piacque molto la mia canzone e mi portò a Parigi dove rimasi un anno. Ho ancora molti amici lì. La mia formazione musicale ha una parte anglofona e una parte francese anche se le mie radici sono profondamente italiane: abito da sempre a Bologna, poi ho case qua e la a Urbino, in Sicilia sull’Etna, alle Isole Tremiti. Purtroppo per colpa del lavoro le sfrutto poco, uso di più la barca, che è ormeggiata a Castellamare di Stabia ma è un vero e proprio studio galleggiante. Bocelli ci ha creato il suo ultimo disco».

    Che rapporto ha con le varie anime dell’Italia?
    «Amo molto i dialetti, sono legato per ragioni storiche ai dialetti del Sud perché sono quelli delle mie origini, ma adoro il dialetto bolognese. Nelle mie canzoni ho messo delle frasi dialettali come fossero slang. Nella musica si parla e si scrive con l’animo e con la testa abbandonando il linguaggio ufficiale».

    Lei nasce come jazzista, giusto?
    «La mia storia musicale è cominciata così, è lì che si è formato il mio amore per la musica che poi mano a mano è cambiato. La musica non ha steccati, ho fatto anche regìe di opere liriche, ho prodotto molti artisti. Non so neanche più io qual è il mio lavoro preciso, mi piace fare molte cose e mi diverto se sono diverse l’una dall’altra».

    Cosa ricorda di Chet Baker?
    «E’ l’inizio della mia storia musicale, ero poco di più di una mascotte, suonavo con loro ma facevo anche un po’ da accompagnatore. E’ stata un’esperienza musicale straordinaria, molto difficile e controversa personalmente».

    Il suo rapporto con l’opera lirica?
    «E’ iniziato con la regia di Prokofiev, un Pierino e il lupo che avevo teatralizzato, poi ho fatto Pulcinella di Stravinski con l’ Arlecchino di Busoni, Beggars opera , e quante ne vorrei ancora fare, solo che trovare il tempo non è facile. Ho anche scritto una versione nuova della Tosca , sia musica che testo non saprei neanche dire qual è la musica che sento più vicina».

    Com’è nata «Caruso»?
    «In modo totalmente casuale: la mia barca si è rotta e ho dovuto fermarmi nel porto di Sorrento: mentre aspettavo che la riparassero mi diedero la suite dove era morto Caruso: c’era il pianoforte che aveva usato lui e mi sono fatto raccontare le ultime ore della sua vita, poi ho aggiunto i pezzi in napoletano per dare l’ epos giusto. Mai avrei pensato che quella canzone avrebbe venduto 30 milioni di dischi nel mondo, pensare che se non avessi rotto la barca....»

    Ma dentro c’è anche tutto il suo amore per Napoli.
    «Napoli è la città che preferisco sia dal punto di vista della bellezza che culturale. È la mia seconda città, ma forse anche la prima. Bologna per me è stata importante fino alla fine degli Anni Settanta, è magnifica ma non mi dà la stessa sensazione di appartenenenza che mi dà Napoli. E’ un posto difficile da vivere con freddezza, o ti appassiona o ti infastidisce, un coacervo di culture e di linguaggi per me sono i luoghi ideali dove vivere».

    Come è nata - e rinata - la collaborazione con Francesco De Gregori?
    «Abbiamo lavorato insieme trent’anni fa con Banana Republic , poi non ci siamo più visti. Ci siamo reincontrati per caso e così è ripartito un nuovo tour, bellissimo, insieme. Poi magari non ci sentiremo più per altri trent’anni. Lo stimo moltissimo, è molto diverso da me ma proprio per questo ci completiamo a vicenda».

    Perché un cantautore va al Festival di Sanremo?
    «Sanremo è inspiegabile se non lo si vive: la maggior parte dei contenuti musicali di qualità non ci sono più, ma continua a colpire l’immaginario. Quando nel 1971 feci 4-3-43 vinsero tre canzoni che poi diventarono successi mondiali, adesso c’è una mediocrità appena accettabile ed è diventato un grande spettacolo multimediale. Ma quello della qualità è un problema globale nella musica. A seconda dei periodi storici ci sono paesi leader, innovativi, adesso sono le nazioni Nord europee con artisti come Bjork o i Sigur Ros che fanno ricerca e sperimentazione. E poi c’è il resto del mondo che vive nella frenesia delle varie mode e anche Sanremo casca in questo tranello».

    Lei come ha vissuto l’era Berlusconi?
    «Lo conosco bene, è un amico, credo che sia stata un’anomalia nella storia dell’Italia, ma assolutamente connessa con lo spirito del Paese. Mi divertivo a raccontare a chi mi chiedeva di lui che sicuramente è migliore di quello che sembra, non l’ho mai votato, ma umamamente è piacevole. Un fenomeno di tarda italianità: se ha raggiunto il potere è perche rappresenta un tipo nazionale. E’ tutt’altro che un personaggio mediocre dal punto di vista dell’energia e della comunicativa».

    Il suo mestiere è cambiato e se dovesse ricominciare una carriera quale sarebbe?
    «Come ho detto all’inzio, il mio mestiere è talmente variabile è cambiato così tanto negli anni, sono arrivate le major nel mondo della comunicazione e hanno stravolto la musica anche dal punto di vista produttivo. È difficile trovare un equilibrio tra qualità e successo in un tempo come questo. Però ha anche ottenuto spazio una musica di nicchia, che pur rimamendo di nicchia viene ascoltata più di prima. I cambiamenti vanno sempre guardati non con sospetto ma con fiducia».

    DINO DI MEO

    Dalla, l'ultima volta sul palco a Sanremo 2012



    Da 'Piazza grande' a 'Attenti al lupo' I successi di Dalla




    Dalla, oggi la camera ardente Domanil'ultimo saluto a Bologna a Cei: niente canzoni al funerale

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    Per le esequie scelto il giorno del suo 69esimo compleanno
    Lutto cittadino a Bologna




    Da domani, a Bologna, in piazza Maggiore, risuoneranno le canzoni di Lucio Dalla. domenica, giorno del funerale, sarà lutto cittadino. Lo ha annunciato il sindaco di Bologna Virginio Merola, mentre sulle esequie dell'artista arriva il monito della Cei, secondo la quale il funerale non è uno spettacolo, e non deve solo «esaltare» la figura del defunto. «Spero che nel funerale di Lucio Dalla non vengano messi dischi con le sue canzoni. Dopo di che, noi non abbiamo i carabinieri per andare a impedirlo». Lo ha detto mons. Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della Commissione Cei per la Liturgia, il giorno dopo la notizia choc della morte dell'artista.

    Stamane il carro funebre che trasportava il feretro di Lucio Dalla ha lasciato la camera mortuaria cappella Saint-Roch di Losanna, salutato da alcuni fan con baci e lanci di fiori. Domani a Bologna sarà aperta la camera ardente. Per il funerale è stato scelto il giorno del suo 69° compleanno, domenica 4 marzo.

    Intanto l'ingresso della sua abitazione a Bologna è diventato un tappeto di fiori e biglietti di ricordo. Per tutta la mattina è stato incessante il pellegrinaggio dei bolognesi per rendere omaggio a uno dei concittadini più amati. Qualcuno ha lasciato anche due sciarpe del Bologna e della Virtus Pallacanestro, le due grandi passioni sportive di Dalla. Nei bar vicino alla casa si ascolta solo la sua musica e nei negozi, come in strada, non si parla d’altro.

    Nei tanti biglietti fioccano le citazioni delle canzoni più famose, da "L’anno che verra" a "Piazza Grande". Ci sono anche tre lumini e un’immagine sacra: "Caro amico di tutti, la tua voce ci accompagna ancora!!!". Ma l’omaggio più intimo è nascosto sotto altri biglietti sotto il balcone di casa Dalla, in piazza dei Celestini: "Dal Grondaia 1966 al Ca.Ba.Ma.Da.Pi. "ciao Lucio dove vai", firmato "il tuo primo pianista".

    Sulla scomparsa di Dalla è intervenuto in mattinata anche il sindaco di BolognaVirginio Merola: «Bologna perde la sua grande creatività, ma credo che ci saranno moltissime persone che seguiranno il suo esempio. I ricordi sono tantissimi - ha affermato -, in particolare quelli delle canzoni di quando ero più giovane. Certe canzoni ci accompagnano per tutta la vita: la canzone dei sacchi di sabbia davanti alla finestra mi perseguita dal 1977». Quanto alle esequie e alla camera ardente, il sindaco di Bologna si è limitato ad osservare: «Siamo in contatto con i familiari e oggi daremo notizia. Vogliamo fare tutto in sintonia con i familiari», ha concluso.
     
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6 replies since 3/3/2012, 03:53   951 views
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