Bastian contrario...discorsi...e cose cosi

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  1. la sirenetta
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    Bastian contrario...discorsi...e cose cosi



    Questo è un topic un pò particolare ed io ho pensato di aprirlo perchè son stata ispirata dai discorsi e dal modo di vivere di una persona che ho conosciuto poco tempo fa.
    Una di quelle persone con cui all'inizio magari ti vien voglia di litigare e poi pian piano inizi a comprenderne la sensibilità, il modo di affrontare la vita forse un pò sopra le righe o magari nell'unica maniera possibile e che non sempre è alla portata di tutti.

    Ho incontrato questa persona e mia fonte ispiratrice, una mattina quasi per caso...
    ero a passeggio sul lungomare che attraversa il piccolo borgo marino a pochi chilometri dal mio paese, mentre osservavo il mare, le persone sulla piccola spiaggetta, i bambini che giocavano sul bagnasciuga e ascoltavo i rumori caratteristici delle onde in sottofondo ...i miei occhi spaziando in giro hanno notato una nota stonata. Mi spiego....era tutto perfetto....il mare ...le voci in lontananza ....il sole tiepido ...la pineta laggiù...poi ....l'elemento estraneo ...un Camper, che era parcheggiato accanto al limite della piazzetta che delimita l'ingresso della pineta. Ora ....per prima cosa...in quel punto non si parcheggiano nè le auto, nè le moto, figuriamoci un Camper.
    In effetti la zona è chiusa al traffico ed è possibile transitare solo a piedi.
    Ero immersa in pensieri diciamo ....poco riguardosi verso la persona che infrangendo ogni divieto aveva parcheggiato e inoltre alle nove di mattina ascoltava musica ad alto volume, quando si apre la porta del Camper e ne esce un uomo con un cane .... e si avvicinano verso il muretto dove ero seduta.

    All'inizio stò zitta e osservo ...poi quando lui si siede e scioglie il guinzaglio al cane sorridendomi ...bè...sapete come son fatta, non mi trattengo e lo apostrofo :'' Lo sà che c'è il divieto non solo di transito, ma anche di parcheggio in questa zona? E poi i cani qui vanno tenuti al guinzaglio''
    Lui mi guarda in silenzio...con fare lento si fruga nella tasca della camicia e poi accende una sigaretta...al che io sbotto:'' Ecco ...ora il quadro è completo...magari se dopo butta a terra il mozzicone e lascia in giro i bisogni del suo cane ....siamo a posto''.

    A questo punto lui si toglie gli occhiali da sole e scoppia a ridere ...poi spegne la sigaretta ...richiama il cane e mentre si alza in piedi ...mi dice '' Troppi divieti tutti insieme in questo luogo....peccato ....mi piaceva ''
    E poi con un sorriso (da faccia da schiaffi) mi fà l'occhiolino.

    Poi mi dice '' Ti chiedo scusa miss ''è vietato'' ...comunque mi chiamo Luca e non sono di queste parti...cioè sono in viaggio , ma non per turismo...in effetti se dovessi descrivermi in poche parole, direi che ...sono Luca e nella vita ( per ora in questa vita) io ...viaggio.
    E questo è il mio cane che si chiama Luis''

    Era stato gentile, si era scusato....poi presentato ....e mi stava sorridendo...e anche se avevo voglia di mollargli un ceffone ( non sò perchè) ...mi son presentata anch'io.

    Si è seduto di nuovo sul muretto ed ha iniziato a parlare ....di tutto....dei suoi viaggi...del fatto che aveva fatto e faceva mille lavori ...che non si fermava mai a lungo da nessuna parte e tante altre cose.
    Io son stata in silenzio ad ascoltare....forse per 2 ore o 3 ....il tempo è volato.

    Poi ad un tratto lui si è alzato e mi ha detto ''Bene miss''è vietato'' adesso vado a spostare il Camper in una zona dove è possibile e poi faccio un giro a piedi....mi è piaciuto stare qui a parlare...magari la prossima volta mi racconti tu qualcosa''

    Ed è andato via.

    Ecco....da quel giorno l'ho incontrato in pineta, in giro sul lungomare, nel negozio di generi alimentari e sulla spiaggia ....e abbiamo parlato, cioè lui parlava ed io ascoltavo...ho detto pochissimo di me ....

    Questa persona ha un animo sensibile, particolare...e fa una vita insolita, inconsueta....è un uomo carismatico....interessante....e mi ha ispirato...tante idee
    che mi saranno utili anche per il mio lavoro....( come qualcuno forse sà, io scrivo)

    Gli ho chiesto un pomeriggio '' Luca ...ma tu non pensi a fermarti in un posto ...ad avere una casa ....una famiglia ?''
    e lui '' Io ho una famiglia ....ho i miei genitori che vivono a Ostuni, ho un fratello sposato che abita in Belgio...non ho bisogno di altri legami''
    Ed io '' Si capisco...ma in futuro ...magari potresti sposarti o avere dei figli ...e forse trovare un posto dove restare''

    E lui'' Io adesso sto bene cosi, vivo come mi piace...viaggio...con il mio cane e incontro gente e vedo luoghi....sono felice ''


    Questa è una piccola parte dei discorsi che abbiamo fatto...Luca per ora è ancora qui in giro ....non ha ripreso il suo viaggio...e alla mia domanda di oggi pomeriggio (l'ho incontrato che giocava in spiaggia con dei ragazzini )
    dicevo...quando anche oggi gli ho chiesto'' Sei ancora qui ...quanto ti fermi?''
    lui mi ha strizzato l'occhio e mi ha detto '' per ora si ...''

    Quindi qui in questo topic ....metterò i discorsi, le idee di persone che forse con le loro parole hanno lasciato un retaggio, sono entrate nella storia, o fanno parte di una leggenda, o magari son diventati un semplice aneddoto.

    Amici del forum ....potete se ne avete voglia, scrivere qui anche voi di un incontro particolare o di un fatto che vi ha fatto riflettere.

    Ecco io inizio non solo con lo scrivere queste cose su Luca...ma anche di seguito continuerò con discorsi e cose inusuali, ma che fanno ''pensare''

    Ed i pensieri si sà non costano nulla ( specie di questi tempi in cui i governi ci fanno pagare anche l'aria che respiriamo)
    e sapete una cosa ?
    forse la vita di Luca è strana, non è convenzionale ....lui si sposta col vento( sono parole sue) ma di sicuro non ha padroni e di certo è Felice.

    Edited by Tauré - 23/1/2013, 15:12
     
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  2. la sirenetta
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    Un pò di storia e qualche spiegazione a partire dal titolo

    Con l’espressione bastian contrario siamo di fronte ad un meccanismo di coniazione popolare basato sulla trasformazione da nome proprio a nome comune: il punto di partenza è certamente il nome di un uomo (Bastiano, nella forma derivata da Sebastiano con caduta della sillaba iniziale) che, per la sua attitudine ostinata ad essere contrario a tutto, diviene proverbialmente il simbolo di questo atteggiamento. La derivazione dal nome proprio è dimostrata anche dalla sporadica presenza della maiuscola iniziale, riscontrabile nell’uso e registrata in alcuni dizionari.


    La prima attestazione dell’espressione bastian contrario risale al 28 febbraio 1819, in un intervento di Ludovico di Breme apparso sul numero 52 del giornale «Il Conciliatore» con il significativo titolo “Ai Signori associati al Conciliatore il compilatore Bastian-Contrario”. Nel 1918 Alfredo Panzini, nella terza edizione del suo Dizionario moderno, cita l’espressione popolare e dialettale Bastiàn contrari come «detto di persona che contraddice per sistema»; e, a partire dalla settima edizione (del 1935), integra: «Bastiàn cuntrari: pop. detto nelle terre subalpine di persona che contraddice per sistema. Fu in fatti un Bastiano Contrario, malfattore e morto impiccato, il quale solamente in virtù del cognome diede origine al motto». La concomitanza dell’uso dello pseudonimo-personaggio da parte di Ludovico di Breme e l’aggiunta di Panzini spingono a collocare la nascita dell’espressione nell’Italia nord-occidentale.
    Sull’identificazione del personaggio si sono fatte poi infinite ipotesi: c’è chi ha proposto il brigante sabaudo Bastian Contrario, che su incarico del Duca Carlo Emanuele di Savoia avrebbe condotto dal 1671 un’azione di disturbo nelle zone di confine con la Repubblica di Genova.


    Ecco quindi qualche accenno storico e popolare....quindi forse Luca è un Bastian Contrario :)
    La storia dice che forse erano persone dedite ad azioni sovversive ...o briganti o comunque in contrasto con il comune modo di vivere....qualcuno finì anche impiccato...
    io all'inizio ....si...dico al primo incontro avrei voluto prenderlo a schiaffi ...ma impiccarlo ....;)
    questo no :)
     
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  3. *Sjiofn*
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    Si racconta storicamente ma potrebbe essere una leggenda, un aneddoto o anche una dicerìa, che la Regina Maria Antonietta d'Asburgo Lorena nel periodo dei tafferugli popolari in Francia, alle parole riferitele dai suoi consiglieri riguardanti il popolo francese, che versava in tragiche condizioni igieniche e personali e molti morivano di fame per le strade, alle parole precise: "Maestà, il popolo non ha più pane". Si racconta che ella rispose: "S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche" (Se non hanno pane, che mangino brioches).
    Qualche storico afferma che in realtà la frase sia stata pronunciata da Maria Teresa moglie di Luigi XIV. Verità? Bugia? Aneddoto? Storiella? Non si sa, comunque è una risposta che andava contro corrente e ignorava il bisogno di un popolo in rivolta. Maria Antonietta d'Asburgo Lorena o Maria Teresa, bastian contrario? O donne schiacciate dal peso della corona?

     
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  4. la sirenetta
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    Alessandro Magno, trovandosi ad Atene, volle vedere Diogene. Andò dunque, circondato dalla sua splendida corte, a visitare il filosofo, che viveva in una botte, e, standogli davanti gli domandò cosa potesse fare per lui per dimostrargli la sua gratitudine e ammirazione. Diogene prontamente rispose:

    '' Puoi levarti dal Sole!''
    I cortigiani si indignarono per questa risposta, ma Alessandro disse: ''Se non fossi Alessandro vorrei essere Diogene''
     
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  5. *Sjiofn*
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    Nel 1586, Papa Sisto V incaricò l'architetto Domenico Fontana di innalzare in Piazza San Pietro il gigantesco obelisco (25 metri d'altezza per 350 tonnellate di peso!), che tutt'ora si trova al centro della grande piazza di Roma. La difficoltà e la delicatezza dell'operazione − per la quale pare furono necessari circa 800 uomini e un centinaio di cavalli − spinsero Sisto V ad emanare un editto col quale imponeva, pena la morte, il massimo silenzio durante lo svolgimento dei lavori.

    Quando l'obelisco fu sollevato ad una certa altezza, si videro le funi allungarsi pericolosamente col rischio di cedere da un momento all'altro. Proprio nel momento di massima tensione, un uomo presente tra la folla, incurante dell'imposizione del papa al silenzio, urlò: "Acqua alle corde!". Il consiglio fu subito seguito, le funi furono bagnate e l'obelisco poté essere innalzato senza problemi. L'autore dell'incitazione era di un marinaio sanremese di nome Bresca, il quale sapeva per esperienza che la canapa, con la quale sono fatte le cime delle navi, bagnandosi si accorciano e diventano più resistenti. In un primo momento Bresca venne arrestato per aver violato l'editto papale, ma non appena Sisto V venne a conoscenza del fatto, invece di farlo punire premiò il coraggioso marinaio con una pensione e numerosi privilegi.

     
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  6. la sirenetta
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    "Chaplin, il re dei vagabondi
    era nato da una zingara"

    Dunque Sir Charles Spencer Chaplin, mimo, attore, regista, cantante, compositore, genio del Novecento e uomo-bambino, era uno zingaro. Il figlio Michael, in un programma registrato per Radio 4 che andrà in onda questa sera, racconta che quando suo padre ricevette la lettera dall’Inghilterra che gli svelava il mistero, rimase violentemente turbato. «Fece una cosa per lui del tutto inusuale: la conservò e non ce ne parlò mai più». Era il 1971 e Charlot, perché chiunque per strada lo chiamava così essendo ormai impossibile distinguere la maschera dal suo creatore, abitava a Vevey in Svizzera, diventata la sua residenza 20 anni prima, dopo che gli Stati Uniti gli avevano ritirato il permesso di soggiorno per supposte attività antiamericane.

    Erano i tempi del maccartismo e c’era qualcosa di ecumenicamente sovversivo nella inusuale dolcezza di un artista che diceva: «Canta, balla, ridi, vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che finisca senza applausi». E peggio ancora: «Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all’odio e al terrore». Frasi misteriose. Dunque pericolose. Dette da un saltimbanco con bombetta e bastone di bambù che detestava la società industriale e aveva fatto innamorare di sé un intero pianeta. Un monello o un grande dittatore? «Papà si rigirò la lettera tra le mani seduto in poltrona e la lesse più volte senza parlare. Si alzò, aprì un cassetto, la chiuse a chiave e poi si mise a guardare lontano, fuori dalla finestra». Gli avevano appena restituito un pezzo della sua esistenza. Forse il più importante, l’inizio.

    Confermando un sospetto che Chaplin aveva sempre avuto, l’estensore della missiva, Jack Hill, lo accusava di avere «mentito» quando nelle sue memorie aveva dichiarato di essere nato a Londra, a East Lane, nel sobborgo di Wolworth. «Se davvero vuoi saperlo, sei nato in un carrozzone, proprio come me. Un bel carrozzone. Apparteneva alla regina zingara, che poi era mia zia. Tu sei nato nel parco Black Patch di Smethwick. Come me, due anni e mezzo dopo». L’uomo racconta di essere figlio del capitano J.J. Hill (lo stesso cognome della madre di Chaplin), «un domatore di animali selvatici», e chiude la lettera precisando di non volere nulla per queste informazioni. «Arrivederci e buona fortuna».

    Sei anni prima di morire il re dei vagabondi si rende perciò conto che quell’istinto insopprimibile a inseguire nuovi orizzonti, quella attenzione ossessiva per gli emarginati, quella impossibilità di omologarsi agli standard del bel mondo nonostante la straordinaria ricchezza accumulata nel corso di una carriera impareggiabile, aveva le sue radici in un accampamento gitano. Michael racconta che quel giorno suo padre rilesse ad alta voce un’intervista rilasciata nel 1931 che spiegava la sua visione di Charlot. «All’inizio simboleggiava un gagà londinese finito sul lastrico, lo consideravo soltanto una figura satirica. Nella mia mente i suoi indescrivibili pantaloni rappresentavano una rivolta contro le convenzioni, i suoi baffi la vanità dell’uomo, il cappello e il bastone erano tentativi di dignità. E i suoi scarponi gli impedimenti che lo intralciavano sempre».

    Descrizione poetica ma fino a quel momento imperfetta. Chaplin, figlio di un guitto di teatro sempre sbronzo e di una mediocre cantante morta di turbe mentali, guardò il figlio. «Credo che in Charlot ci sia l’origine della mia vita. E del mio lavoro». Il Black Patch Park di Smethwick, a cinque chilometri da Birmingham, è un posto mitico per gli zingari, che ne fecero la propria base a metà dell’Ottocento, prima di essere cacciati 60 anni più tardi. Adesso c’è una targa che ricorda quel periodo. E’ un luogo fatato, immerso nel verde, oggi pieno di turisti e di ragazzini che giocano a pallone, ma fino a 110 anni fa era attraversato da balli, fuochi, chitarre, matrimoni e racconti di viaggio. Esau Smith, signore dei gitani, morì a 91 anni lasciando il titolo di regina alla sua vedova: Henty. Fu lei a far nascere Charlot? Forse. «Non ho mai usato un copione, ho sempre avuto ogni cosa in testa, tutto ciò che mi serve per fare una commedia è un parco, un poliziotto e una ragazza carina», sosteneva sir Charles Spencer Chaplin, nato nel carrozzone di una regina zingara il 19 aprile del 1889. E il parco era quello di Black Patch.
     
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  7. la sirenetta
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    Lo jettatore è quello che paga per tutti

    La credenza nella jettatura è assai radicata in Italia, in particolare al Sud. Nel 1999 un siciliano ha ucciso i vicini di casa perché parlavano di lui come di uno jettatore; il cantante Marco Masini, invece, si è ritirato temporaneamente dalla scene perché perseguitato dalla fama di portar scalogna, come si diceva di Mia Martini. Ma non è solo questione di cantanti. Togliatti, segretario del Pci, teneva sempre in tasca chiodi di ferro contro il malocchio e Benito Mussolini sembra temesse gli jettatori più degli antifascisti. Sergio Benvenuto, psicoanalista e filosofo, nato a Napoli, ha scritto una breve storia della jettatura.

    Benvenuto (cognome quanto mai adatto ad affrontare un simile tema) invita a non confondere la jettatura col malocchio, il quale riguarda piuttosto lo sguardo invidioso che provoca disgrazie in chi ne è oggetto. Il malocchio rivelerebbe la potenza soprannaturale del desiderio umano, tanto che in varie lingue le due parole - desiderio e invidia - si dicono con un medesimo termine. La jettatura nasce ufficialmente nel Settecento con il libro di un illuminista napoletano, Nicola Valletta.
    L’illuminista napoletano istituisce la figura dello jettatore che non vuole, come l’invidioso tradizionale, il male altrui. La jettatura, scrive Benvenuto, sospende la separazione tra realtà e illusione, e sopratutto quella tra Bene e Male. Cosa significa? Che lo jettatore non è più una figura malvagia, un mago o uno stregone, bensì un brav’uomo che porta male. Tutto questo sarebbe l’effetto del razionalismo settecentesco che, come ha mostrato Todorov, separando razionalità da irrazionalità, realtà da fantasia, provoca la nascita della stessa letteratura fantastica. E qui spunta lo jettatore, ben incarnato da Totò nel film di Zampa, Questa è la vita, dove interpreta il personaggio creato da Pirandello nel racconto La patente: un uomo per bene, morigerato, disoccupato, un menagramo che decide di fare di questo un mestiere per campare, e pretende la patente di jettatore, al fine di ottenere compensi dai negozianti che minaccia con la sua presenza.

    Cosa significa? Lo jettatore moderno non è dunque l’invidioso della tradizione, bensì il suo contrario: uno privo d’invidia. Si tratta di un personaggio privo di desiderio, e proprio per questa carenza in grado di far convergere una forza indesiderabile su chi fissa. Se si segue René Girard, il creatore del paradigma del «capro espiatorio», il desiderio umano è mimetico, imita, e tende alla rivalità: si desidera quello che l’altro possiede. Questa dinamica ha bisogno di un capro espiatorio, un individuo o un gruppo, su cui far cadere, nei momenti di grande tensione collettiva e di crisi, la colpa del Male. Lo jettatore sarebbe secondo Benvenuto un capro espiatorio. Ma cosa c’entra tutto questo con l’Illuminismo? Separando razionalità da irrazionalismo, scienza da spiritismo, i Lumi della Ragione hanno creato involontariamente i presupposti per un doppio regno che prima non esisteva, essendo il pensiero pre-illuminista mitologico e simbolico: la realtà è una sola, l’Anima Mundi che pervade sia il micro come nel macrocosmo.

    La psicosi della jettatura nascerebbe qui, come una forma di paranoia, l’unica malattia mentale che, come ci ricorda Luigi Zoja in Paranoia (Bollati Boringhieri), si comunica agli altri, e che può avere perciò una dimensione collettiva. Benvenuto arriva a supporre che nel Settecento e nell’Ottocento la jettatura sia stata addirittura una forma di xenofobia. Il passaggio dal malocchio alla jettatura ha significato il passaggio dal primato dello sguardo a quello della parola, dalla magia visiva alla magia del linguaggio. E oggi? Viviamo nel regno del «non è vero, ma ci credo». Lo jettatore non esiste per il sapere scientifico, ma quando il napoletano - e non solo lui - incontra una «certa persona» si tocca le palle e fa il segno delle corna. Esiste, ma a livello viscerale, che è poi quello di cui si occupa la psicoanalisi. Siamo divisi, proprio come il feticista o il perverso di cui parla Freud: crediamo in certe forze in virtù del sapere empirico, ma temiamo, oppure desideriamo intensamente, altre forze che manifestano il nostro lato infantile, quello primordiale e irrazionale. Le superstizioni apparterrebbero, dice Benvenuto, a una area ambigua tra razionale e irrazionale: «sono saperi desideranti, e desideri in forma di saperi».

    Come nel caso delle credenze intorno a Babbo Natale e alla Befana, si scopre ben presto da bambini che non esistono, e subito si capisce, più o meno chiaramente, che sono proprio gli adulti ad alimentarle: «la credenza puerile serve a far sopravvivere la fede mistica degli adulti». Serve, proprio come la jettatura, così che è il bambino ad essere il padre dell’uomo, come diceva Wordsworth. Siamo divisi. Che male c’è? Nessuno, ovviamente. Si sa che non si dovrebbe credere nel potere dello jettatore, ma ci si comporta come ci si credesse. Una volta Umberto Eco ha detto: «Non siate superstiziosi! La superstizione porta iella». Sergio Benvenuto replica: la credenza nello jettatore contesta la razionalità dominante e afferma, sì credenze superate, ma dimostra che razionalismo, scienza e tecnologia portano iella e ci rendono infelici. Sarà vero? Meglio toccarsi.

     
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  8. la sirenetta
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    Siamo capaci di ascoltare
    il riso dei santi “folli”?



    Nella storia del monachesimo, alcuni uomini e donne hanno caratterizzato il loro stile di vita ascetica attraverso forme di abdicazione alla normalità, di follia agli occhi dei loro contemporanei.



    Non per protagonismo eccentrico, ma per opporre la stoltezza della croce a quanti di questa croce hanno fatto un labaro, un’insegna trionfante, un emblema dell’imperium ecclesiale sul mondo. A volte, in una chiesa fatta di sapienti, di intellettuali, di arconti, di istituzioni ordinate e allineate non è stato possibile testimoniare la «follia della croce» di cui parla l’apostolo Paolo se non assumendo la forma della pazzia, dell’eccesso, della non-normalità. Questi testimoni amavano definirsi «semplici, idioti, pazzi» e sceglievano di confondere «ciò che è» attraverso la debolezza di «ciò che non è» (cf. Prima Lettera ai Corinti 1,28) in nome di un amore folle per il Crocifisso, il Disprezzato, l’Alienato fino alla morte e alla morte di croce.



    Il corpo di questi uomini e queste donne, «fratello asino», rivestendo la forma della follia è divenuto segno efficace di quella stoltezza di Dio che confonde la sapienza umana: a volte si è spogliato nudo, altre volte ha mostrato un eccesso di stravaganza oppure si è mescolato ai trasgressori dell’ordine costituito, si è reso familiare alle bestie, ha assunto la forma del peccatore, preferendo dimorare nei postriboli piuttosto che tra le colonne delle chiese affollate di cristiani ipocriti e formalisti...



    Quello che altri innamorati folli di Cristo hanno consegnato ai fratelli attraverso gli scritti e la predicazione, costoro lo hanno impresso nel proprio corpo, mettendo in scena un dramma e vivendo un mimo somatico capaci di trasmettere un messaggio efficace. Fin dal IV secolo, nel deserto della Siria appaiono i folli stiliti, autoconfinati in cima a una colonna, e i dendriti, che vivevano in simbiosi con gli alberi, come braccia issate verso il cielo; il mondo greco-bizantino ha conosciuto i «pazzi», così come quello russo secoli dopo ha visto apparire i «folli»: immagini del Crocifisso, questi vagabondi, dimentichi di sé, disprezzati dalla gente comune, hanno ricordato la «follia della croce» a una chiesa ben installata tra i potenti e i saggi di questo mondo. Ma anche in occidente, nonostante il diritto romano e la prudente legislazione ecclesiastica che rendevano attenti al «principio delle realtà e del senso comune», i folli in Cristo non sono mancati: questa insania evangelica è riuscita addirittura a influenzare un santo come Ignazio di Loyola, che definiva la sua compagnia una «societas di stolti e di professanti la stoltezza», senza dimenticare Francesco d’Assisi che ribadiva costantemente la sua qualità di pazzus in Christo, simplex et idiota.



    Ma è nell’oriente cristiano che la figura dei folli in Cristo è stata talmente frequente da originare una categoria vera e propria di santità: persone definite nei calendari liturgici come «quelli che, spinti dall’amore di Dio e del prossimo, hanno adottato una forma di pietà cristiana che si chiama follia per amore di Cristo. Costoro rinunciano volontariamente non solo alle comodità e ai beni della vita terrestre, ai vantaggi della vita sociale ma accettano in più di assumere l’apparenza di un pazzo che misconosce le regole della convenienza e del pudore e si permette sovente di commettere azioni scandalose. Costoro non temono di dire la verità ai potenti di questo mondo, accusando quelli che hanno dimenticato la giustizia di Dio e consolando quelli che, pur disprezzati, temono Dio in tutta umiltà». Come non citare una figura tra tante, quella di san Basilio di Mosca che nella sua apparente follia protestò contro la crudeltà di Ivan il Terribile offrendogli come pasto carne cruda in tempo di Quaresima? Al rifiuto scandalizzato, il folle in Cristo chiese allo zar come mai avesse scrupoli a mangiare carne di animali durante la Quaresima proprio lui che in ogni stagione dell’anno non esitava a mettere a morte cristiani e persone innocenti. Del resto, basta leggere l’Idiota di Dostoevskij o Il maestro e Margherita di Bulgakov per capire come la figura del «folle» abbia informato tutta la cultura russa, fino ai pazzi per Cristo descritti in Le mie missioni in Siberia da Spiridione, cappellano nei gulag zaristi all’inizio del XX secolo.



    Né a questa santità particolare mancano i riferimenti a figure bibliche decisive: il re David non solo si finse pazzo intonando un salmo «Io sono folle nel Signore, chi è umile ascolti e si rallegri...», ma di fronte all’arca della presenza di Dio si abbandonò nudo a una danza sfrenato, pazzo di gioia per Dio. Persino Gesù fu considerato «fuori di sé» dai suoi familiari che volevano fermarne la predicazione, ritenuta scomoda a causa delle folle che riusciva ad entusiasmare (cf. Marco 3,20-21). E che dire di san Paolo che a più riprese esortava i cristiani di Corinto a sopportare la sua pazzia e a ritenerlo pure un pazzo, fino a confessare apertamente: «Sì, sono diventato pazzo!».



    Al di là di affermazioni dogmatiche e confessioni di fede dettate da un’inappuntabile razionalità, questi uomini e queste donne hanno vissuto lo slancio estremo della fede, vivendo costantemente rivolti verso il Cristo crocifisso, il solo «sapiente» che han voluto conoscere in questa vita. Malati di mente? Forse. Di certo malati di Dio. Ibn Arabi, il grande mistico sufi poteva dire – forse proprio per aver incontrato qualcuno di questi folli: «Colui la cui malattia è Gesù non guarirà mai più!». Gesù non ha forse detto di essere «venuto a portare il fuoco sulla terra»? Questi folli hanno lasciato che quel fuoco bruciasse fino a consumare la razionale sapienza di chi si ritiene saggio. Siamo capaci di ascoltarne il riso ammonitore?
     
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  9. la sirenetta
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    Usa, 2400 milionari chiedono
    il sussidio di disoccupazione



    Disoccupati di lusso, paperoni in cerca di occupazione con un conto in banca pieno di zeri e che ricevono comunque un sussidio di disoccupazione di 300 dollari la settimana. È quanto emerge da un rapporto (i cui dati fanno riferimento al 2009) pubblicato dal Congresso americano, che analizza la spesa per il welfare realizzata dai vari stati. Denaro che dovrebbe garantire la sopravvivenza a chi ha perso il lavoro, ma che viene sfruttato anche da chi di quel piccolo assegno settimanale non avrebbe nessun bisogno.



    Tra i 2400 milionari in cerca di occupazioni, ce ne sono anche 18 che hanno denunciato, personalmente o come nucleo familiare, oltre 10 milioni di reddito, e altri 74 con un reddito compreso tra i 5 e i 10 milioni. Altri 954mila hanno avuto accesso ai sussidi nonostante dichiarassero redditi superiori ai 100mila dollari. Si tratta spesso di ex manager di banche o multinazionali che hanno chiuso i battenti, ma anche mogli e figli a carico che, piuttosto di chiedere una mano al capofamiglia, preferiscono mungere il sistema di welfare statunitense.



    Il senatore repubblicano Tom Coburn ha proposto una norma per bloccare i sussidi ai milionari già nel Febbraio 2011, ma il disegno di legge – che inizialmente era stato approvato ad unanimità – è stato aggregato ad un’altra legge che è poi stata bocciata. Couborn stima che solo abolendo il sussidi a chi dichiara oltre un milione di dollari si potrebbero risparmiare 20milioni nel giro di 10 anni. Una aggiustamento di buon senso che potrebbe portare un po’ di sollievo alle esangui casse federali, che l’anno scorso hanno ricevuto oltre 4.6 milioni di nuove richieste di sussidi di disoccupazione.
     
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  10. *Sjiofn*
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    Il mio amico aprì il cassetto del comodino di sua moglie e ne estrasse un pacchetto avvolto in carta di riso: "Questo - disse - non è un semplice pacchetto, è biancheria intima". Gettò la carta che lo avvolgeva e osservò la seta squisita e il merletto. "Lo comprò la prima volta che andammo a New York, 8 o 9 anni fa. Non lo usò mai. Lo conservava per una occasione speciale... Bene, credo che questa sia l'occasione giusta". Si avvicinò al letto e collocò il capo vicino alle altre cose che avrebbe portato alle pompe funebri. Sua moglie era appena morta. Girandosi verso di me, disse: "Non conservare niente per una occasione speciale, ogni giorno che vivi è una occasione speciale."

    Sto ancora pensando a quelle parole: mi hanno cambiato la vita. Adesso leggo di più e pulisco di meno. Mi siedo in terrazzo e ammiro il paesaggio senza far caso alle erbacce del giardino. Passo più tempo con la mia famiglia e gli amici e meno tempo lavorando. Ho capito che la vita deve essere un insieme di esperienze da godere, non per sopravvivere.

    Ormai non conservo nulla. Uso i miei bicchieri di cristallo tutti i giorni. Mi metto la giacca nuova per andare al supermercato se decido così e se ne ho voglia. Ormai non conservo il mio miglior profumo per feste speciali, lo uso ogni volta che voglio farlo. Le frasi "un giorno ..." e "uno di questi giorni..." stanno scomparendo dal mio vocabolario. Non sono sicuro di cosa avrebbe fatto la moglie del mio amico se avesse saputo che non sarebbe stata qui per il domani che tutti prendiamo tanto alla leggera. Credo che avrebbe chiamato i suoi familiari e gli amici intimi. Magari avrebbe chiamato alcuni vecchi amici per scusarsi e fare la pace per una possibile lite passata. Mi piace pensare che sarebbe andata a mangiare cibo cinese, il suo preferito.

    Sono queste piccole cose non fatte che mi infastidirebbero se sapessi che le mie ore sono contate. Infastidito perché smisi di vedere i buoni amici con i quali mi sarei rimesso in contatto "un giorno". Infastidito perché non scrissi certe lettere che avevo intenzione di scrivere "uno di questi giorni". Infastidito e triste perché non dissi ai miei fratelli e ai miei figli, con sufficiente frequenza, quanto li amo.

    Adesso cerco di non ritardare, trattenere o conservare niente che aggiungerebbe risate e allegria alle nostre vite. E ogni giorno dico a me stesso che questo giorno è speciale. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto è speciale.

     
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  11. la sirenetta
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    Cospirazioni: banchiere confessa omicidi, attentati e rivoluzioni del Bilderberg e del FMI

    Questa intervista ha avuto luogo il 30 maggio tramite il settimanale russo “NoviDen”. Un whistleblower che lavorava nel top management di una grande banca svizzera vuota il sacco riguardo a ciò che ha visto o sentito durante lo svolgersi della sua attività.
    Il panorama che viene tracciato rispecchia tutto il peggio che la letteratura cospirazionistica ha attribuito alla corrotta gestione del potere mondiale. Ma qui viene detto da un insider, che ovviamente non fornisce abbastanza dati per essere individuato, pena la sua morte.

    Ecco l’intervista:

    D: Può dirci qualcosa riguardo il suo coinvolgimento nel settore bancario svizzero?

    A: Ho lavorato per le banche svizzere per molti anni. Fui designato come uno dei direttori di una delle più grandi banche svizzere. Durante il mio lavoro venni coinvolto nel pagamento, nel pagamento diretto in contanti di una persona che uccise il presidente di un paese straniero. Ero presente alla riunione in cui venne deciso di dare questi soldi in contanti all’assassino. Tale decisione mi ha riempito di rimorsi. Non fu l’unico caso grave, ma fu sicuramente il peggiore. Vennero inviate istruzioni di pagamento su ordine di un servizio segreto straniero, scritte a mano, con le disposizioni di pagare una certa somma ad una persona che aveva ucciso un leader di un paese straniero. E non fu l’unico caso. Abbiamo ricevuto numerose lettere scritte a mano, provenienti da servizi segreti stranieri, che davano l’ordine di pagamenti in contanti, da conti segreti, per finanziare rivoluzioni o per l’uccisione di persone. Posso confermare quello che John Perkins ha scritto nel suo libro “Confessioni di un Sicario Economico”. Esiste veramente un solo Sistema e le banche svizzere hanno le mani in pasta in esso.

    D: Il libro di Perkins è stato tradotto ed è disponibile in russo. Ci può dire di quale banca si tratta e chi è il responsabile?

    A: Era una delle prime 3 banche svizzere a quell’epoca il responsabile fù il presidente di un paese del terzo mondo. Non voglio però entrare nei dettagli, mi troverebbero facilmente se dicessi il nome del presidente e il nome della banca. Rischio la mia vita.

    D: Non è possibile fare il nome di una persona di quella banca?

    R: No non posso, ma vi posso assicurare che tutto ciò è accaduto. Eravamo in molti nella sala riunioni. Il responsabile del pagamento fisico del denaro è venuto da noi (dirigenti) e ci ha chiesto se gli fosse consentito il pagamento di una così grande somma di denaro in contanti. Uno dei direttori spiegò lui il caso e tutti gli altri acconsentirono a procedere.

    D: Accaddero spesso cose del genere? I soldi erano una specie di fondi neri?

    R: Sì. Questo era un fondo speciale gestito in un posto speciale nella banca dove arrivavano tutte le lettere in codice dall’estero. Le lettere più importanti venivano scritte a mano. Una volta decifrate, contenevano l’ordine di pagare una certa somma di denaro da conti per l’assassinio di persone, il finanziamento di rivoluzioni, il finanziamento di attentati e per il finanziamento di ogni tipo di partito. So per certo che alcune persone all’interno del gruppo Bilderberg erano coinvolti in questo genere di operazioni. Hanno dato l’ordine di uccidere.

    D: Puoi dirci in quale anno o decade tutto questo è accaduto?

    R: Preferisco non darvi l’anno preciso ma è stato negli anni 80.

    D: Hai mai avuto problemi con questo lavoro?

    R: Sì, un problema molto grande. La notte non riuscivo a dormire e dopo un po’ lasciai la banca. Diversi servizi segreti provenienti dall’estero, soprattutto di lingua inglese, diedero l’ordine di finanziare azioni illegali, compresa l’uccisione di persone attraverso le banche svizzere. Dovevamo pagare, sotto ordine di potenze straniere, per l’uccisione di persone che non seguirono gli ordini del Bilderberg o del FMI o della Banca Mondiale, per esempio.

    D: Quella che stai facendo è una rivelazione molto importante. Perché senti il bisogno di dirlo qui e adesso?

    R: Perché il prossimo Bilderberg meeting si farà in Svizzera. Perchè la situazione mondiale peggiora sempre di più. Infine perché le maggiori banche Svizzere sono coinvolte in attività non etiche. La maggior parte di queste operazioni sono al di fuori del bilancio. Non sono sottoposte a verifica e non prevedono tasse. Si parla di cifre con molti zeri. Somme enormi.

    D: Si parla di miliardi?

    A: Molto ma molto di più, si parla di triliardi, illegali, non sottoposti a controllo fiscale. Fondamentalmente si tratta di una rapina per tutti. Voglio dire le persone normali pagano le tasse e rispettando le leggi. Quello che sta accadendo qui è completamente contro i nostri valori svizzeri, come la neutralità, l’onestà e la buona fede. Negli incontri dove fui coinvolto, le discussioni erano completamente contro i nostri principi democratici. Vedete, la maggior parte degli amministratori delle banche svizzere non sono più locali, sono stranieri, soprattutto anglosassoni, sia americani che britannici, non rispettano la nostra neutralità, non rispettano i nostri valori, sono contro la nostra democrazia diretta, basta loro usare le nostre banche come mezzi per fini illegali. Utilizzano enormi quantità di denaro creato dal nulla e distruggono la nostra società e distruggono le persone in tutto il mondo solo per avidità. Cercano il potere e distruggono interi paesi, come Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda. Una persona come Josef Ackermann, che è un cittadino svizzero, è l’uomo di punta di una banca tedesca e usa il suo potere per avidità e non rispetta la gente comune. Ha un bel paio di casi legali in Germania e ora anche negli Stati Uniti. E’ un Bilderberger e non si preoccupa della Svizzera o di qualsiasi altro paese.

    D: Stai dicendo che, alcune di queste persone che citi parteciperanno alla imminente riunione del Bilderberg a St. Moritz?

    R: Sì.

    D: Quindi i partecipanti sono attualmente in una posizione di potere?

    R: Sì. Hanno enormi quantità di denaro disponibile e lo utilizzano per distruggere interi paesi. Distruggono la nostra industria e la ricostruiscono in Cina. Dall’altra parte hanno aperto le porte a tutti i prodotti cinesi in Europa. La popolazione attiva europea guadagna sempre meno. Il vero obiettivo è quello di distruggere l’Europa.

    D: Pensa che la riunione del Bilderberg a St. Moritz abbia un valore simbolico? Perché nel 2009 erano in Grecia, nel 2010 in Spagna e guardi cosa è successo loro. Può significare che la Svizzera dovrà subire qualcosa di brutto?

    R: Sì. La Svizzera, per loro, è uno dei paesi più importanti, perché vi sono immensi capitali. Si riuniscono in Svizzera anche perchè vogliono distruggere ciò che questa terra rappresenta. Capisca che è un ostacolo per loro, non essendo nella UE o nell’euro, non del tutto controllata da Bruxelles e così via. Per quanto riguarda i “valori” non sto parlando delle grandi banche svizzere, perchè non hanno più niente di svizzero, la maggior parte di esse sono guidate da americani. Sto parlando, invece, del vero spirito svizzero a cui la gente comune tiene.
    Certo che l’incontro ha e ha avuto un valore simbolico. Il loro scopo è quello di essere una specie di club elitario esclusivo che gestisce tutto il potere, mentre quelli sotto di loro, appassiscono.

    D: Pensa che lo scopo del Bilderberg sia quello di creare una sorta di dittatura globale, controllata dalle grandi imprese globali, dove non esisteranno più gli stati sovrani?

    R: Sì, la Svizzera è l’unico posto in cui vige ancora la democrazia diretta e lo stato si trova nel mirino di questi gruppi elitari (proprio perchè non è completamente asservito ad essi). Utilizzano il ricatto del “too big to fail”, come nel caso di UBS per far aumentare il debito del nostro paese, proprio come hanno fatto con molti altri paesi. Quello che si deduce è che forse si vuole fare con la Svizzera quello che è stato fatto con l’Islanda, in cui sia banche che paese erano in bancarotta.

    D: Anche l’UE è sotto queste influenze negative?

    R: Certo. L’Unione europea è sotto la morsa del Bilderberg.

    D: Come pensa che si potrebbe fermare questo piano?

    R: Beh, questa è la ragione per cui mi rivolgo a voi. La verità. La verità è l’unica strada. Fare luce sulla situazione, esporli ai riflettori. A loro non piace molto essere al centro dell’attenzione. Dobbiamo creare trasparenza nel settore bancario e in tutti i livelli della società.

    D: Quello che sta dicendo ora, è che c’è un lato sano del business delle banche svizzere, mentre ci sono delle “mele marce”, cioè alcune grosse banche che fanno cattivo uso del sistema finanziario, per portare a termine le loro attivitù illegali.

    R: Sì. Le grandi banche formano il loro personale con i valori anglo-sassoni. Li formano ad essere avidi e spietati. Avidità e spietatezza che stanno distruggendo la Svizzera e tutti gli altri paesi europei e mondiali. Come paese abbiamo, se si guardano le banche piccole e medie, la maggior correttezza finanziaria al mondo. Sono le banche grandi che operano a livello mondiale che sono fonte di problemi. Esse non sono più svizzere e non si considerano tali.

    D: Pensi che sia una buona cosa che la gente stia esponendo il Bilderberg e mostrando chi siano veramente i suoi componenti?

    R: Il caso Strauss-Kahn dimostra quanto queste persone siano corrotte, mentalmente instabili, sature di vizi, vizi che vengono tenuti nascosti dagli ordini a cui appartengono. Alcuni di loro come Strauss-Kahn stuprano le donne, altri praticano il sado maso, altri ancora si dedicano alla pedofilia, molti si appassionano al satanismo. Quando andate in alcune banche potete vedere chiaramente questi simboli satanisti, come nella Banca dei Rothschild a Zurigo. Queste persone vengono controllate tramite il ricatto data la loro debolezza mentale. Devono seguire ordini o saranno svergognati pubblicamente, distrutti o addirittura uccisi.

    D: Da quando Ackermann è nel comitato direttivo del Bilderberg, pensa che abbia preso delle decisioni importanti?

    R: Sì. Ma ce ne sono molti altri, come Lagarde, che probabilmente sarà il prossimo capo del FMI, ed è anche un membro del Bilderberg, poi Sarkozy e Obama. Hanno un nuovo piano per censurare Internet, perché Internet è ancora libero. Vogliono controllare e usare il terrorismo per creare il motivo. Potrebbero anche inventarsi qualcosa di orribile per avere la scusa.

    D: Quindi è questa la sua paura?

    A: Non è solo paura, ne sono certo. Come ho detto, hanno dato l’ordine di uccidere, sono quindi in grado di compiere azioni terribili. Se avessero la sensazione che stanno per perdere il controllo, come nelle rivolte in Grecia e in Spagna, con l’Italia che probabilmente sarà la prossima, allora faranno un altro Gladio. Ero vicino alla rete Gladio. Come sapete istigarono il terrorismo pagandolo con soldi americani per controllare il sistema politico in Italia e in altri paesi europei. Per quanto riguarda l’assassinio di Aldo Moro, il pagamento è stato fatto attraverso lo stesso sistema come ti ho detto su.

    D: Ackermann faceva parte di questo sistema di pagamenti?

    A: (Sorriso) … E’ lei il giornalista. Guardì come la sua carriera è arrivata rapidamente alla cima.

    D: Cosa pensa si possa fare per impedirglielo?

    R: Beh ci sono molti buoni libri là fuori che spiegano il contesto e fanno chiarezza sull’argomento, come quello che ho citato di Perkins. Queste persone hanno veramente sicari che vengono pagati per uccidere. Alcuni di loro ricevono i soldi attraverso le banche svizzere. Ma non solo, hanno un sistema capillarizzato in tutto il mondo. Per evitare che esso venga scoperto sono addestrate a fare di tutto. Quando dico di tutto intendo tutto proprio.

    D: Attraverso l’informazione si potrebbero sgominare?

    R: Sì, bisogna dire la verità. Siamo di fronte a criminali davvero spietati, compresi grandi criminali di guerra. Sono pronti e in grado di uccidere milioni di persone solo per restare al potere e avere il controllo.

    D: Può spiegarci dal suo punto di vista, perché i mass media in Occidente se ne stanno più o meno completamente in silenzio per quanto riguarda il gruppo Bilderberg?

    R: Perche’ esiste un accordo tra loro e i proprietari dei mezzi di comunicazione. Alle riunioni vengono invitate anche alcune personalità di spicco del mondo dei media, ma viene detto loro di non riferire nulla di ciò che vedono o sentono.

    D: Nella struttura del Bilderberg, vi è una cerchia interna che conosce i piani e poi c’è una maggioranza che segue solo gli ordini?

    R: Sì. Hai la cerchia interna dedita al satanismo ci sono poi le persone ingenue o meno informate. Alcuni addirittura pensano di fare qualcosa di buono, nella cerchia esterna.

    D: Secondo i documenti esposti e le stesse dichiarazioni, il Bilderberg ha deciso nel 1955 di creare l’Unione europea e l’Euro, quindi hanno preso importanti decisioni.

    R: Sì e deve sapere che il Bilderberg è stato fondato dal principe Bernardo, ex membro delle SS e del partito nazista lavoro infine anche per la IG Farben, che era una sussidiaria della Cyclone B. L’altro tipo che ha fondato il gruppo era a capo della Occidental Petroleum, che aveva stretti rapporti con i comunisti dell’Unione Sovietica. Lavorarono per entrambe le parti, in realtà, però, queste persone sono fascisti che vogliono controllare tutto e tutti quelli che si frappongono sulla loro strada vengono “rimossi”.

    D: Come fanno a mantenere queste operazioni fuori del sistema internazionale Swift?

    R: Beh, alcune delle liste Clearstream erano vere in pricipio. Inserirono solo dei nomi falsi per far credere alla gente che l’intero elenco fosse falso. Anche loro fanno degli errori. Il primo elenco era vero e si possono estrapolare un sacco di cose. Vedete, ci sono delle persone in giro che scoprono le irregolarità e poi trasmettono agli altri la verità. Verranno poi ovviamente costituiti disegni di legge che ridurranno al silenzio questo genere di persone. Il miglior modo per fermarli è quello di dire la verità, portando alla luce le loro malefatte. Se non riusciamo a fermarli diventeremo i loro schiavi.

    D: Grazie per questa intervista.
     
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  12. *Sjiofn*
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    Si racconta che Michel de Montaigne, filosofo e politico francese, a chi gli domandava ragione dei suoi viaggi e anche se al mondo ci fossero uomini virtuosi, rispondeva in questo modo: "A chi mi domanda ragione dei miei viaggi, solitamente rispondo che so bene quel che fuggo, ma non quello che cerco. Per quel che riguarda la virtuosità degli uomini, sento di poter affermare che non c'è un uomo così virtuoso che dovendo sottoporre tutti i suoi pensieri e tutte le azioni al giudizio della legge, non meriterebbe di essere impiccato dieci volte nella vita".

     
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  13. la sirenetta
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    L'esperienza di vita qualche volta suggerisce che in talune occasioni bisogna chiudere un occhio...certo è cosi, ma la lungimiranza suggerisce di non chiuderli mai entrambi.
    In questo modo forse si può imparare a vivere, evitando la frenesia, smascherando la stupidità, ridendo...ma senza fretta.
     
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  14. la sirenetta
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    Immagino che nel Mondo che Inizia si viaggerà leggeri: solo bagaglio a mano. Lascerò qui la mia collezione di dischi in vinile, il cofanetto delle commedie di Billy Wilder e le foto ingiallite dei volti e dei luoghi che ho amato. Porterò con me soltanto qualche libro: la nostra vera autobiografia. Qualche libro e qualche parola. La prima è quella che da ragazzo mi faceva più paura. Utopia. I ragazzi, di solito, amano le utopie. Smettono di crederci da adulti. È allora che cominciano un po’ a morire. Ma io devo avere avuto una crescita all’incontrario: solo invecchiando sono riuscito a ringiovanire.
    Dell’utopia mi spaventava la disumanità. Poi ho letto Claudio Magris e ho capito che l’utopia è un liquore talmente puro che, bevuto liscio, porta alla follia di don Chisciotte o ai campi di rieducazione di Pol Pot. Ma se viene corretta da una scorza di disincanto, allora si tramuta in Elisir di Vera Vita. Lo scudiero Sancho Panza sa benissimo che la bacinella del barbiere non è l’elmo di Mambrino, come favoleggia don Chisciotte. Ma sa anche che se ogni tanto non credessimo che una bacinella possa diventare un elmo, la vita si ridurrebbe a quella trappola di bisogni senza sogni in cui oggi tanti di noi si sentono prigionieri.
    Ho imparato a ricercare l’utopia non nei cieli sterili e plumbei dell’ingegneria sociale, ma nei gesti quotidiani e nelle storie che mi scaldano il cuore. L’ultima è stata quella della piattaforma costruita in mezzo al mare di Rimini da un gruppo di sessantottini, raccontata nel romanzo L’Isola e le Rose di Veltroni. Ha ragione Eduardo Galeano: l’utopia è come l’orizzonte, fai due passi e si allontana di due passi, ne fai dieci e si allontana di dieci. Ma allora a che cosa serve? A camminare.
     
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  15. la sirenetta
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    La divinità o vuol togliere i mali e non può, oppure può e non vuole o anche non vuole né può o infine vuole e può. Se vuole e non può, è impotente; se può e non vuole, è invidiosa; se non vuole e non può, è invidiosa e impotente; se vuole e può, donde viene l’esistenza dei mali e perché non li toglie?
     
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29 replies since 12/9/2012, 01:27   449 views
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