La neo-hippy di Slimane entusiasma e delude

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  1. *Sjiofn*
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    hedi slimane
    Il primo effetto post sfilata neo hippy di Saint Laurent, disegnata da Slimane, si è visto dodici ore dopo per le strade parigine. Con un’invasione di cappelli Fedora sulle teste delle giovani fashion victim che hanno guardato sui siti web lo show-evento più atteso della stagione.



    Anche perché l’altra sera gli invitati al Grand Palais per il debutto dello stilista franco tunisino alla guida artistica della mitica griffe, erano davvero pochini. Trecento ospiti stipati in una sala buia. Una sorta di scatola nera che schiude i pannelli del soffitto con un movimento meccanico sparando raffiche di luce e musica rock Anni Settanta.



    Effetto scenico d’impatto per accompagnare in passerella un esercito di groupie. Cappellaccio da strega a larga tesa, chiome lunghe e lisce alla Veruska, camicie bon ton con fiocchi al collo e giacche western. Caracollano le modelle sui tacchi alti, gambe e sedere fasciati nei pantaloni da smoking tagliati con quel gusto skinny che aveva reso famoso Hedi Slimane quando disegnava Dior uomo.



    I codici di Yves ci sono tutti - dalla sahariana al nude look, fino al maculato - citati fin troppo alla lettera. Negli abiti neri, lunghi, a balze - modello Marianne Faithfull - si riconosce l’ex musa di Yves, Betty Catroux. Seduta accanto al compagno dello stilista scomparso, Pierre Bergè, e alla première dame Valerie Trierweiler.



    In questi abiti non manca, però, una contaminazione targata Los Angeles (dove Slimane continua a lavorare e ha il suo studio fotografico), che cita lo stile della «witch house music». Pubblico diviso fra gli entusiasti che intravedono un gran successo commerciale e i delusi che si aspettavano un défilé glamour.



    In prima fila non si perdono un dettaglio: Riccardo Tisci, Azzedine Alaïa, Marc Jacobs, Alber Elbaz e Vivienne Westwood. E poi i fotografi: Mario Sorrenti e Patrick Demarchelier. Gongola Pierre Bergè . Slimane a lui dedica la sfilata. Fra i due c’è sempre stata stima.



    Fin da quando lo stilista lavorava per la linea maschile di Yves Saint Laurent, nel 1996. Adesso che è tornato a «casa» debuttando con il prêt-à-porter donna ha voluto, però, cancellare dal marchio il nome di Yves. La collezione si chiamerà Saint Laurent Paris, come quando nacque.



    Perle di ecologia

    Tredici pale eoliche e una passerella lastricata di pannelli solari. Chanel si sintonizza sul mood ecologico. L’allestimento serve a dare l’idea di un guardaroba solare e leggero. Fitto di abiti corti e svasati, oppure a tubo, scaldati da mini boleri. Al collo e ai polsi grappoli di perle giganti. Le stesse che punteggiano bomber e abiti di piquet. Il bianco abbonda, i colori pastello pure. 67 uscite, tutte diverse e azzeccate, in cui si declinano tanti tailleur in maglia tessuto. Da portare con zeppe-cioccolatino a righe cognac e cacao. Per fashion gourmet.



    Sottoveste neorealista

    Roma città aperta. O meglio, Hollywood sul Tevere. Con le sue dive in bianco e nero. Come Anna Magnani in «Bellissima» e Silvana Mangano in «Riso amaro». A queste donne pensano Chiuri e Piccioli per Valentino. Così la sottoveste e il negligé diventano fonte d’ispirazione per capi dove il lusso non sta nei materiali, ma nelle lavorazioni. L’impermeabile trasparente solcato da inserti di biscia vela incrostazioni di trine e perline «povere». Il pizzo della lingerie sbuca dagli orli degli abiti, come una volta. Ma il sexy si intercala al monacale di vestiti scuri, serrati fino al collo, per sottolineare un animo sfaccettato. La griffe, venduta alla società Mayhoola dell’Emiro del Quatar, veleggia alla grande. E mentre Valentino Garavani si complimenta con i suoi pupilli, il suo socio Giancarlo Giammetti dichiara: «Le precedenti gestioni della Valentino avevano frenato la sua crescita. Sia Marzotto, sia il fondo Permira si sono preoccupati più dei bilanci che dello sviluppo aziendale». Gaetano Marzotto replica: «Fatti, non parole: abbiamo sempre sostenuto il marchio. In quasi 10 anni è passato da un fatturato di 125 milioni ai 270 del 2007, fino agli attuali 370. La gestione è importante quanto la creatività».



    Piumino d’estate

    Moncler Gamme Rouge, disegnato da Giambattista Valli, sdogana il piumino d’estate. Su una base di rete applica fiori in 3D. Stampe effetto acqua per bomber e costumi iridescenti si intercalano alle fantasie Positano. All’insegna di una calda vacanza chic.
     
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    granatiere granitico

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    bella zebra... Alber Elbaz...balza bel re

    ...poi al funerale di Milva lanciano il bouquet e lo prende Alber Elbaz
     
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1 replies since 3/10/2012, 07:37   1585 views
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