TAORMINA

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    TAORMINA
    Taormina è un centro balneare sul Mar Ionio in provincia di Messina con 11.053 abitanti.
    Panoramica della cittadina, cenni storici e risorse locali, atti pubblici e la storia della Cittadina.
    Taormina-piazza


    taormina
    Statobandiera Italia
    RegioneSicilia – stemma Sicilia
    ProvinciaMessina – stemma Messina


    taormina
    Sull'origine di Taormina (Tauromenion, Tauromenium) molte sono le notizie, ma incerte per documentazione e attendibilità.

    Diodoro Siculo, nel 14° libro della sua Bibliotheca historica, attesta che i Siculi abitavano la rocca di Taormina, vivendo di agricoltura e di allevamento di bestiame, già prima dello sbarco dei Greci di Calcide Eubea nella baia di Taormina (753 a.C.), dove alle foci del fiume Alcantara, fondarono Naxos (odierna Giardini Naxos), la prima colonia greca di Sicilia. Dionisio di Siracusa, di origine dorica, ed alleato di Sparta nella guerra contro Atene, tollerò per poco tempo la presenza degli Jonici di Calcide Eubea a Naxos, alleati di Atene, ma successivamente mosse contro di essi che andarono ad occupare la parte a valle del Monte Tauro (Sicilia)|Monte Tauro, in cui vivevano i Siculi insieme ad altri jonici che si erano precedentemente insediati da Naxos.

    Ma negli anni della XCVI Olimpiade (396 a.C.) i nassioti in massa, minacciati da Dionisio, tiranno di Siracusa, si trasferirono a Tauromenion, spinti da Imilcone, condottiero dei Cartaginesi, alleato degli Jonici contro i Dorici, perché il colle era da considerarsi fortificato per natura. Poiché il tiranno di Siracusa voleva riprendersi con violenza il territorio dei Tauromenitani, essi risposero che apparteneva loro di diritto, poiché i propri antenati Greci ne avevano già preso possesso prima di loro stessi, scacciando gli abitanti locali.

    Afferma Vito Amico che la suddetta versione sulle origini di Taormina fornita da Diodoro è contraddetta nel 16° libro, quando sostiene che Andromaco, dopo l'eccidio di Naxos del 403 a.C., radunati i superstiti li convince ad attestarsi nel 358 a.C. sulle pendici del vicino colle "dalla forma di toro", e di conseguenza il nascente abitato prese il nome di Tauromenion, toponimo composto da Toro e dalla forma greca menein, che significa rimanere[3].

    Mentre le notizie fornite da Cluverio concordano con la seconda versione di Diodoro, Strabone narra che Taormina abbia avuto origine dagli Zanclei e dai Nassi. Ciò chiarirebbe in qualche modo, l'affermazione di Plinio, il quale afferma che Taormina in origine si chiamava Naxos.

    Secondo la testimonianza di Diodoro Siculo, Taormina, governata saggiamente da Andromaco, progredisce, risplendendo in opulenza e in potenza. Nel 345 a.C. Timoleone da Corinto, sbarca e raggiunge Tauromenium, per chiedere l'appoggio militare al fine di sostenere la libertà dei Siracusani.

    Taormina
    Dominio dei Tiranni di Siracusa
    Più tardi troviamo Taormina sotto il dominio del tiranno siracusano Agatocle, che ordina l'eccidio di molti uomini illustri della città e manda in esilio lo stesso Timeo, figlio di Andromaco. Anni dopo soggiace a Tindarione e quindi a Gerone, anch'essi tiranni Siracusani.

    Epoca romana
    Taormina rimane sotto Siracusa fino a quando Roma, nel 212 a.C., non dichiara tutta la Sicilia provincia romana. I suoi abitanti sono considerati alleati dei Romani e Cicerone, nella seconda orazione contro Verre, accenna che la città è una delle tre Civitates foederatae e la nomina "Civis Notabilis" (erroneamente tramandato, poi, come "Urbs notabilis"). In conseguenza di ciò non tocca ai suoi abitanti pagare decime o armare navi e marinai in caso di necessità.

    Nel corso della guerra servile (134 – 132 a.C.) Tauromenium è occupata dagli schiavi insorti, che la scelgono come caposaldo sicuro. Stretti d'assedio da Pompilio, resistono a lungo sopportando anche la fame e cedendo soltanto quando uno dei loro capi, Serapione, tradendo i compagni, lascia prendere la roccaforte.

    Nel 36 a.C. nel corso della guerra fra Sesto Pompeo ed Ottaviano, le truppe di quest'ultimo sbarcano a Naxos per riprendere la città a Sesto Pompeo che l'ha in precedenza occupata. Per ripopolare Tauromenium, dopo i danni della guerra subita, ma anche per presidiarla Ottaviano, divenuto Augusto, nel 21 a.C. invia una colonia di Romani, a lui fedeli, e nel contempo ne espelle gli abitanti a lui contrari.

    Strabone parla di Tauromenion come di una piccola città, inferiore a Messina e a Catania. Plinio e Tolomeo ne ricordano le condizioni di colonia romana.

    Tardo impero e caduta dell'impero
    Secondo una leggenda, con l'avvento del Cristianesimo, Pietro apostolo destina a Taormina il vescovo Pancrazio, che già prestava la sua opera di conversione nella regione, che costruisce la prima chiesetta sulle pendici di Taormina dedicata a san Pietro stabilendo la sede del primo vescovato in Sicilia.[senza fonte] Peraltro, l'effettiva esistenza storica di questo personaggio non risulta da alcun documento storico, a parte le leggende: le prime menzioni risalgono a dopo la fine del dominio mussulmano.

    Vescovi "prestantissimi per santità di costumi, zelo e dottrina", scrive Vito Amico, si succedono fino all'età araba. Poche sono le notizie in questo lasso di tempo, che annovera la caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 447, l'invasione dei Goti, la presenza dei Bizantini, la conquista araba.

    Certo è che Taormina, occupa una posizione strategica importante per la tenuta militare del territorio circostante, per 62 anni è l'ultimo lembo di terra dell'Impero romano d'Oriente insieme a Rometta e più volte resiste agli assalti dei saraceni (grazie alle sorgenti d'acqua potabile, alle cisterne ed agli acquedotti sotterranei), fino al 906.


    taormina
    Assedio del 904-906 e dominio arabo
    Nel 906, dopo un lungo assedio durato due anni, la notte del Natale del 906, a causa del tradimento di un mercenario messinese, tale Tommaso Balsamo, Taormina fu presa e distrutta totalmente. I suoi abitanti maschi furono tutti decapitati come il vescovo di Taormina, San Procopio, la cui testa fu portata su un piatto d'argento al capo delle truppe saracene Ibrahim II degli Aghlabidi (al quale è intestata una via di Taormina). Le ragazze più belle furono portate al califfo di Karaujan Al Moezzin e le altre furono rese schiave. I pochi superstiti fuggirono nelle montagne circostanti. La città fu ricostruita nella parte sud, laddove finiva quella greca-romana rasa al suolo dai saraceni e per quasi due secoli visse nella concordia e nella tolleranza fra arabi e cristiani. Gli arabi l'abbellirono adornandola di bei giardini e fontane e la ribattezzarono con il nome di Almoezia, dal nome del califfo Al Moezzin.

    Assedio del 1078 e dominio svevo
    Della città si impossessa il Gran Conte Ruggero, il quale espugnato Castronovo volge alla conquista del Val Demone, cingendo d'assedio la città, attraverso la costruzione di ben ventidue fortezze in legname: tronchi e rami formano un muro insuperabile; nondimeno i saraceni resistono per molto tempo prima di capitolare nel 1078.

    Taormina diviene Città Demaniale, compresa prima nella Diocesi di Troina e poi in quella di Messina, quando la sede vescovile viene qui trasferita.

    Seguono le vicende della Sicilia, sotto gli Svevi e poi sotto gli Aragonesi. Nel 1410 il Parlamento Siciliano, uno dei più antichi d'Europa, svolge a Taormina la sua storica seduta, al Palazzo Corvaja alla presenza della regina Bianca di Navarra, per l'elezione del re di Sicilia, dopo la morte di Martino I detto il giovane. Nel secolo XVI Filippo IV di Spagna concede il privilegio che la città appartenga stabilmente alla Corona.

    Assedio del 1675 e dominio francese
    Nel 1675, in occasione della Rivolta antispagnola di Messina, Taormina rimane fedele alla Corona di Spagna. Per tale motivo è assediata dai francesi, alleati di Messina che la espugnano nel settembre del 1676. I francesi di Casa D'Orleans non la ritengono città importante, tanto che per un certo periodo è posta sotto la giurisdizione militare della vicina Savoca che poco prima si era arresa ai francesi concludendo con questi una vantaggiosa capitolazione.

    Ritorno dei Borbone
    Sconfitti in Sicilia gli Angioini con la guerra del Vespro, Taormina ritorna sotto gli spagnoli ed i viceré con gli antichi privilegi. In seguito, con l'occupazione delle truppe napoleoniche di Napoli e del Sud e con il trasferimento della Reggia Borbonica a Palermo, Re Ferdinando I di Sicilia volle ringraziare Taormina per la sua antica fedeltà ai Borbone contro i francesi e Re Ferdinando I in visita ufficiale nella fedele Taormina, in segno di riconoscimento donò al sindaco dell'epoca Pancrazio Ciprioti l'Isola Bella.

    I Borbone, resero più facile l'accesso alla città, che sin dai tempi dei romani avveniva dall'angusta Consolare Valeria che si inerpicava fra le colline, tagliando il promontorio del Catrabico realizzando così una strada litoranea che congiungeva facilmente Messina a Catania.

    Da parte di molte nazioni europee e di famosi scrittori ed artisti (Goethe, Maupassant, Houel ed altri) si manifestò un interesse verso l'amenità del luogo e verso le sue bellezze archeologiche. Taormina da adesso in poi si svilupperà, divenendo luogo di residenza del turismo elitario, inizialmente proveniente soprattutto dall'Inghilterra come Lady Florence Trevelyan, figlia del Barone Spencer Trevelyan e la cui nonna paterna era Lady Maria Wilson una prima cugina della Regina Vittoria, alla cui Corte Florence era cresciuta attorniata dai cani che adorava come la "zia Vittoria" che, però, lei puritana, per impedire uno scandalo a Corte, la obbligò all'esilio con un ricco vitalizio, per una sua relazione con suo figlio, il Re Edoardo VII che era sposato con l'austera Alessandra di Danimarca e che decise di vivere a Taormina dove sposò Salvatore Cacciola, professore di chirurgia all'università di Bologna, sindaco di Taormina ed amico del Duca di Kent.

    taormina
    Dal XIX secolo ai giorni nostri
    Lady Florence Trevelyan acquistò l'Isola Bella e comprò 82 vecchie casupole di pescatori e lotti di terreno che abbatté per realizzare lo splendido giardino che, dopo la sua morte, divenne il giardino pubblico di Taormina con le caratteristiche costruzioni ispirate ai suoi viaggi in estremo oriente, aiutò i La Floresta ad ampliare il primo albergo di Taormina, l'Hotel Timeo; dall'Inghilterra arrivò anche il Re Edoardo VII (dopo due anni, però, dalla morte della madre la Regina Vittoria nel 1903, 1904, 1907, 1908) e dalla Germania personaggi come Johann Wolfgang von Goethe, che citò Taormina nel suo Viaggio in Italia (Italienische Reise), il fotografo barone Wilhelm von Gloeden, il pittore Otto Geleng, Friedrich Nietzsche (dal 1882) che qui scrisse Così parlò Zarathustra, Richard Wagner,lo Zar Nicola I, il Kaiser Guglielmo II di Germania (1896-1897-1901-1904,1908) col cugino lo Zar Nicola II,la Zarina Aleksandra Fëdorovna Romanova nipote della Regina Vittoria in quanto figlia di Alice d'Inghilterra con gli amici, Ignazio Florio e Franca Florio, "la stella d'Italia" come la chiamava il Kaiser ed amica della Trevelyan, Gabriele D'Annunzio, Gustav Klimt, Sigmund Freud, Edmondo De Amicis, il Granduca Paolo di Russia, il Principe Jusupov Feliks con la Principessa Irina, l'Arciduca Mihail Pavlopic fratello dello Zar Nicola II e banchieri, magnati, aristocratici di tutto il mondo.[4]

    Ben presto Taormina divenne famosa in tutto il mondo sia per le sue bellezze paesaggistiche, per i suoi panorami variopinti, per i quadri dell'Etna innevato e fumante che declina sino al mare turchese e che fecero il giro del mondo, ma anche per la sua permissività, per la sua "trasgressione", per i suoi "dotti cenacoli", per il "mito d'Arcadia", per la sua sfrenata "dolce vita".

    "I pazzi a Taormina" dello scrittore catanese Massimo Simili[5] descrive un periodo in cui non passava giorno che a Taormina, non accadesse qualcosa di "folle" grazie ai suoi estrosi e famosi frequentatori. Ciò che era permesso a Taormina creava scandalo persino nella "internazionale" Capri dove, per esempio, l'armiere tedesco Krupp aveva cercato, senza riuscirvi di ricreare i "cenacoli taorminesi" in cui efebi locali ed ancelle erano al centro delle "scene". Krupp a Capri fu travolto dallo scandalo e pochi giorni dopo si tolse la vita per la vergogna a Brema.

    Sorsero tanti alberghi tutti gestiti da famiglie taorminesi. Il paese di pescatori e contadini e di benestanti borghesi si trasformò in un paese di commercianti, albergatori, costruttori. Durante la seconda guerra mondiale fu sede del Comando tedesco della Wehrmacht per cui il 9 luglio del 1943, giorno del patrono San Pancrazio, Taormina subì due devastanti bombardamenti aerei alleati che distrussero parte della zona sud e persino un'ala del famoso albergo San Domenico in cui era in corso una riunione dell'alto comando tedesco.

    taormina
    Essendo una città turistica internazionale molte spie inglesi durante il fascismo si erano ben camuffate e uscirono allo scoperto appena entrarono le truppe alleate. Nel dopoguerra Taormina si ingrandì senza alterare le proprie bellezze naturali e sino al 1968 era una città turistica prettamente invernale per un turismo ricco ed individuale, tant'è che i migliori alberghi aprivano ad ottobre e chiudevano a giugno ed era frequentata da scrittori di fama come Roger Peyrefitte, Truman Capote, André Gide, D. H. Lawrence, Salvatore Quasimodo (al quale venne assegnato anche il Premio Letterario Etna-Taormina, di gran prestigio a quel tempo), da nobili (Giuliana d'Olanda), dai reali di Svezia e di Danimarca, dal Presidente della Finlandia Urho Kekkonen, da personaggi illustri e famosi come Soraya, Ava Gardner, Romy Schneider, che fecero amicizia anche con alcuni affascinanti play boys del luogo, nonché Liz Taylor, Richard Burton, Dino Grandi, Willy Brandt, Greta Garbo, che svernavano per mesi negli alberghi taorminesi trascorrendo le giornate, ma soprattutto le notti nei tipici locali notturni dell'epoca e continuando, così, quella dolce vita iniziata con la Belle Époque.

    Centro d'incontro per tutti (artisti, nobili, playboy, scrittori, personaggi curiosi) era il Caffè Concerto "Mocambo" dell'estroso play boy Robertino Fichera. Robertino, con i suoi mitici amici Chico Scimone e Dino Papale, quest'ultimo fondatore della Women's Tennis Association, volle rappresentare in un murale, che fece dipingere nel salone del suo famoso Caffè affinché rimanessero "immortali" seduti accanto a Sigmund Freud e Albert Einstein, quelli che erano i veri protagonisti del grande teatrino taorminese cioè quella umanità "viva", composta da playboy, artisti e "pazzi", che "creava" ogni giorno la dolce vita taorminese. "Che la festa inizi" è il titolo del murale. Ma la festa stava per finire, ed anche la vita terrena di Robertino.

    Nel 1968, accadde il terremoto del Belice che fece paura per le ripercussioni che avrebbe potuto avere sul turismo ad alcuni operatori turistici taorminesi che frettolosamente si indirizzarono verso il turismo di massa facendo contratti con i maggiori tour operator europei. Taormina, così, rapidamente si trasformò. Gli alberghi "vendevano" le camere a contratto annuale ai grandi tour operator del turismo di massa rinunciando al turismo classico individuale che sino allora aveva reso ricca e famosa Taormina con un taglio decisamente di alta classe e di prestigio.

    Col turismo di massa la cittadina si espanse nelle adiacenti zone verdi, fu rapidamente e disordinatamente cementificata, nacquero nuovi alberghi e tante nuove attività commerciali e siccome i taorminesi non si volevano dedicare ai lavori umili, vi fu una invasione dall'arretrato entroterra siciliano di gente povera di diversa cultura in cerca di fortuna, che in poco tempo, richiamò a Taormina amici e parenti che si improvvisarono albergatori, ristoratori, commercianti.

    Taormina divenne, in breve tempo, una cittadina balneare per un turismo di massa, una nobile decaduta.

    Gli alberghi ora chiudevano a novembre per riaprire a Pasqua. Fu il crollo per quasi tutte le famiglie di antichi albergatori taorminesi che non riuscirono ad adeguarsi ai nuovi tempi ed in pochi anni persero i propri alberghi che furono acquistati da società venute da fuori che miravano più ai bilanci che alla qualità dei servizi.

    Gli alberghi non erano più le seconde case di lusso dei viaggiatori che venivano accolti con grande cortesia dai proprietari e con i quali si familiarizzava, si conversava e si prendeva il thè ... ma erano degli anonimi alberghi con degli anonimi clienti come tanti di tutto il mondo. Fu una rivoluzione anche nel tessuto economico sociale tradizionale di Taormina a causa dei tanti immigrati arrivati a Taormina in cerca di fortuna, che non solo dettero vita alla speculazione edilizia, avendo necessità di costruire abitazioni per essi, per gli amici e per i parenti, ma si insediarono anche nelle strutture di potere della città.

    taormina
    Fu la fine anche della dolce vita taorminese, i cui protagonisti erano stati tanti estroversi personaggi della aristocrazia siciliana e alcuni affascinanti play boy locali che, fra le dolcezze della natura taorminese, intrattenevano turiste famose e non, inducendole a ritornare annualmente più volte a Taormina, proprio come avveniva agli albori del secolo con Geleng e Von Gloeden.

    Taormina veniva, quindi, "spersonalizzata", perdeva la propria "identità" di città di artisti e di "pazzi" in cui ognuno poteva vivere come non poteva nella propria città e Taormina rischiava di morire a causa del "provincialismo" dei tanti immigrati che erano venuti a Taormina per cercar fortuna e che, avendola trovata ed essendosi anche arricchiti avevano ben presto occupato i posti di potere snaturando, così la città che perdeva la sua identità e veniva invasa dal cemento, come tante altre famose città turistiche e ciò anche a causa del turismo "mordi e fuggi" prediletto da una categoria di audaci mercanti.

    Si perdeva soprattutto l'identità del taorminese ospitale e colto anche perché il centro storico veniva svuotato in quanto molti taorminesi svendevano le loro vecchie case ed al loro posto sorgevano tante seconde e terze case per villeggianti della provincia, sin quando, all'inizio del III millennio, alcuni imprenditori non hanno iniziato a creare nuovamente alberghi di gran lusso, maisons de charme, che, aperti tutto l'anno, hanno in poco tempo, fatto sì che Taormina sia nuovamente una città turistica di fama internazionale, elegante, con un salotto buono (il Corso Umberto I) in cui sono presenti splendidi negozi con le maggiori griffe mondiali ed in cui, grazie anche ai tanti prestigiosi eventi culturali, una per tutte Taormina Arte, vi è una stagione turistica che dura tutto l'anno con delle punte massime in agosto e minime a gennaio-febbraio e che accoglie sia clientela di lusso, sia un turismo di massa (d'estate) medio-alto. Attualmente Taormina è considerata una delle città più belle, più accoglienti e più affascinanti di tutta l'intera Sicilia; questo suo nobile aspetto è dovuto essenzialmente alla caratteristica del paesaggio circostante: da un lato vi è il mare con la sua attraente spiaggia, tipico aspetto della zona costiera della Sicilia, mentre dall'altro è circondata interamente da montagne e colline varie, caratteristico di tutta la parte centrale della regione; è proprio questa la principale particolarità che spinge ogni anno milioni di turisti a visitare questa perla sperduta tra il Mar Mediterraneo.

    Luoghi di culto

    - Duomo di Taormina, XII secolo d.C.
    - Chiesa Anglicana di San Giorgio (Taormina)
    - Chiesa del Varò, sec. XVIII-XIX
    - Chiesa di San Giuseppe
    - Chiesa di Santa Caterina, sec. XVII
    - Chiesa di Santa Domenica, sec. XVII
    - Chiesa di San Pancrazio, sec. VI-IX ?
    - Chiesa di San Pietro e Paolo, sec. XVIII
    - Chiesa Madonna della Rocca, 1640 ca.
    - Cappella della Madonna delle Grazie, 1850
    - Chiesa del Convento di Sant'Antonio da Padova (originariamente Santa Caterina d'Alessandria), sec. XVI
    - Chiesa di Sant'Antonio Abate, 1330

    Siti archeologici

    - Teatro antico di Taormina
    - Le Naumachie, I secolo a.C.
    - Odeon (Taormina)|Odeon, I secolo a.C.
    - Castello di Monte Tauro, X secolo d.C.

    Altri monumenti e luoghi di interesse

    - Mappa dei monumenti di Taormina
    - Palazzo Corvaja
    - Palazzo Duchi di Santo Stefano
    - La Villa Comunale
    - Isola Bella
    - Parco Letterario Salvatore Quasimodo (a Roccalumera, distanza 8 km)
    - Stazione ferroviaria Taormina-Giardini
    - Badia vecchia
    - Chiesa di Sant'Agostino sede della biblioteca comunale

    Geografia fisica
    È situata su una collina a 206 m di altezza sul livello del mare, sospesa tra rocce e mare su un terrazzo del monte Tauro, in uno scenario di bellezze naturali unico per varietà e contrasti di motivi.

    Il clima è dolcemente mite.

    In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +11,0 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +26,6 °C

    taormina

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    taorminaTeatroGrecoFromAbove



    Edited by Tauré - 4/6/2013, 01:54
     
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    Edited by Tauré - 13/10/2014, 14:55
     
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    Edited by Tauré - 13/10/2014, 14:57
     
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    I Monumenti di Taormina

    porta_messina
    Porta Messina segna l’ingresso nord del centro storico della città.

    Da essa si accede al Corso Umberto I°, la via principale di Taormina.
    Mentre Porta Catania è la porta di accesso del lato sud.

    Le due porte di ingresso facevano parte del triplice sistema di fortificazioni che si sviluppava da nord-est, realizzato dagli arabi per difendere la città.

    Tra le due porte si innalza la Porta di Mezzo nota anche come Torre dell’orologio.
    Porta Messina, inaugurata nel 1808 da Ferdinando IV di Borbone (come riportato nella lapide in cima alla Porta) è conosciuta anche come Porta Ferdinandea proprio in onore al re.

    corso_umberto
    Il Corso Umberto I°, la via più importante di Taormina, intitolata ad Umberto I di Savoia re d'Italia dal 1878 al 1900, era parte integrante dell’antica via Valeria che anticamente collegava Messina con Catania.

    In epoca romana la via Valeria attraversava la città per poi riscendere verso il mare giù dalla vallata del torrente Sirina.
    Col trascorrere del tempo, la via Valeria è stata testimone di tanti cambiamenti.

    La maggior parte dei monumenti di epoca greco-romana hanno lasciato il posto a nuove costruzioni come: il tempio di Giove Serapide che ha lasciato il posto alla Chiesa di S. Pancrazio e sui resti dell’Odeon, è nata la Chiesa di S. Caterina.

    Inoltre sono sorti palazzi, chiese e, tutt'intorno alla via si è formato l’attuale centro storico.


    pct
    Il Corso Umberto I°, delimitato a Nord da Porta Messina e a sud da Porta Catania, ci offre testimonianze di stili di epoche diverse, dallo stile arabo a quello normanno, dal gotico al barocco.
    Inoltre, oggi il Corso Umberto I° è una splendida via pedonale ricca di negozi e locali tipici, ed ogni giorno vi passano milioni di visitatori da tutto il mondo.

    Porta Catania delimita la parte Sud del Corso Umberto I,
    fa parte della seconda cinta muraria e la sua costruzione risale al 1440,
    data che risulta incisa nell'edicola raffigurante lo stemma Aragonese al centro sopra l'arco.

    E' detta anche porta del Tocco, perchè nella piazzetta adiacente,
    in epoca normanna, si tenevano le riunioni pubbliche.
    L'ora del tocco era la prima ora dopo mezzogiorno, quindi segnalava le ore 13.00.
     
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    TAORMINA - BENI CULTURALI

    La bellezza naturalistica ed architettonica della città è stata citata più volte e meritatamente.
    Ogni angolo di questa terra ha tanto da offrire sia dal punto di vista architettonico che ambientalistico ed ogni aspetto merita qualcosa di più della semplice menzione.
    g02-sm
    Qui il turista interessato ha davvero l'imbarazzo della scelta: può effettuare un giro storico-culturale della città per ammirarne i beni culturali come la cattedrale dedicata a San Nicolò ed edificata nel tredicesimo secolo, i suoi palazzi, il famoso e più volte citato Teatro; il turista, inoltre, non
    può certamente restare indifferente alle bellezze naturalistiche della città costituite, ad esempio, dai bei giardini pubblici e dalle rinomate spiagge della zona; infine, e certamente non ultime per importanza, occorre ricordare la possibilità di effettuare delle interessanti escursioni nelle zone vicine la città, mete turistiche isolane altrettanto valide ed interessanti.

    g05-sm
    Il simbolo cittadino, vero fiore all'occhiello per tutta la città ed importante rappresentante dei beni culturali cittadini è il Teatro Greco ricordato soprattutto con l'espressione "Teatro Antico" dal quale si ha una bella vista e noto anche per la presenza delle colonne dall'evidente stile corinzio.
    In Sicilia esso è, per le sue notevoli dimensioni e con un diametro di circa 110 metri, secondo solo a quello siracusano, ma non per questo inferiore per importanza o bellezza.

    Di origine ellenistica, come si è gia detto, precisamente con una antica datazione risalente al III secolo A.C., dei suoi natali restano pochi simboli a causa delle successive ristrutturazioni romane e a causa del logorio temporale.
    Una prova della sua origine greca, ad esempio, è data dall'utilizzo della tipica pietra di Taormina, simile al marmo, presente sotto la scena.
    La sua struttura presenta tre elementi archittetonici di base, la scena, l'orchestra e la cavea.
    Dell'originaria cavea con le sue nove gradinate ed il portico oggi si hanno pochi resti, così come si hanno pochi avanzi della scena, che tra l'altro presenta ancora delle nicchie.

    In origine il teatro aveva dimensioni piu grandi di quelle attuali.
    Come si è già detto, il teatro subì delle vere e proprie rivoluzioni archittettoniche sotto i Romani divenendo, di fatto, un vero e proprio anfiteatro per gli spettacoli gladiatorii. In effetti l'attuale struttura architettonica risale al II secolo D.C.. Per ragioni di sicurezza, l'orchestra fu trasformata
    con l'aggiunta di un alto podio per garantire davvero un buon riparo agli spettatori.

    La bellezza di questo teatro ancora oggi utilizzato per delle manifestazioni culturali ed artistiche come il complesso delle manifestazioni internazionali note con l'espressione "Taormina Arte" e che ricorrono ogni anno durante i mesi estivi consiste non solo per la sua struttura architettonica notevole ancor oggi in buono stato e dall'acustica davvero notevole, ma anche per la splendida vista panoramica che esso offre sull'Etna, la città di Giardini Naxos ed i Monti Calabri, vista offerta dalle terrazze che circondano lateralmente la scena.

    Poco distante dal Teatro si trovano i resti di un antico tempio ed un Antiquarium con dei reperti archeologici prelevati nei dintorni della città. Tale Antiquarium appena citato merita certamente uno spazio esplicativo maggiore rispetto alla semplice menzione appena fatta.
    Questo piccolo museo archeologico è suddiviso in due stanze che prevedono l'esposizione di alcuni reperti archeologici importanti come una statua dedicata ad un vincitore di una corsa di cavalli ai giochi olimpici, come si evince da una iscrizione presente nella base della statua stessa, due importanti pilastri, il primo chiamato "Tavola degli Strateghi" con i nome degli amministratori cittadini della giustizia e la "Tavola dei Ginnasiarchi" dedicata ai magistrati che avevano il compito di amministrare il Ginnasio adibito alla educazione dei giovani.

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    Altro reperto dalla notevole importanza archeologica e soprattutto storica presente nella città di Taormina è costituita dalle famose "Naumachie" già citate nella carrelata storica cittadina e che con il loro nome ricordano le simulazioni dei combattimenti navali care ai Romani ma che qui a Taormina si presentano come una struttura architettonica.
    Tale struttura è decisamente uno degli esempi piu importanti dei monumenti romani presenti in tutta l'isola.
    Tale monumento si presenta su di un prospetto di età imperiale lungo più di cento metri costruito utilizzando dei mattoni rossi ed arricchito da nicchie dalla varia grandezza e sollevate da terra. Tutta la struttura serviva da consolidamento per accogliere al maglio la cisterna costruita per l'ovvio motivo di irrigare i terreni vicini utilizzati dalla nuova espansione urbanistica.
    Grazie a dei lavori di ristrutturazione la pavimentazione a blocchi poligonali lavici presente nella zona è stata recentemente rinvenuta.

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    Ulteriore monumento storico cittadino importante è un piccolo teatro, l'Odeon, quasi simile per la sua struttura architettonica al famoso e già citato Teatro Antico. Questo secondo Teatro è più piccolo rispetto a quello greco ed è situato nel versante cittadino nord-est e precisamente dietro la collina denominata Santa Caterina di Alessandria d'Egitto e vicino il famoso Palazzo Corvaia.

    La sua nascita è decisamente romana e la sua scoperta avvenne accidentalmente verso la fine del 1800. La sua struttura architettonica prevede una scena comprendente una base ed un colonnato di un teatro greco scoperto durante gli scavi effettuati per l'Odeon.

    La città di Taormina è anche nota per dei bei Palazzi, a partire da quello forse più famoso e precedentemente citato, Palazzo Corvaia.
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    In effetti esso è un vero e proprio Castello ed è nel linguaggio comune che esso è denominato semplicemente Palazzo. La costruzione deve il suo nome alla famiglia nobiliare che ne fu proprietaria dal XVII al XIX secolo.
    Questo monumento culturale è soggetto di numerosi studi da parte di vari storici. Oggi è comunque accertato che originariamente tale nobile dimora si trovasse fuori dalle mura cittadine e collegato al teatro antico.
    Attualmente la struttura è di proprietà comunale ed ospita la Biblioteca Civica ed il Centro Mediterraneo di Drammatica.
    Esso si presenta con una superba facciata incoronata da una merlatura ed impreziosita con delle finestre a trifora.
    La sua struttura architettonica, inoltre, è opera di varie e successive costruzioni, a partire dalla torre cubica e dalla parte centrale della costruzione che risalgono al periodo arabo, dall'ala laterale sinistra che è stata costruita nel XIII secolo insieme alla scala che dal cortile conduce al primo
    piano, dall'ala laterale destra ancora "più recente" visto che la sua costruzione risale al XV secolo con l'originario scopo di accogliere gli incontri del Parlamento Siciliano.
    Qui occorre precisare che la torre cubica riporta alla mente gli Arabi anche per il loro sacro tempio "Al Ka 'bah".
    Il complesso prevede vari stili architettonici, evidente segno del passaggio del tempo e delle successive costruzioni appena citate.
    In effetti la torre presenta delle evidenti reminescenze arabe, le bifore del salone sono in stile gotico-catalano, così come il portale d'ingresso al palazzo.
    Una delle caratteristiche del Palazzo ed espressione artistica degna di nota è la presenza di tre pannelli a rilievo rappresentanti eventi tratti dalla Genesi Biblica, precisamente la creazione di Eva, il peccato originale e la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso.

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    Successiva ed altrettanto importante nobile costruzione della città è il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano costruito per la nobile famiglia di origine spagnola De Spuches, Duchi di Santo Stefano e Principi di Galati - due centri del messinese -, una piccola ma originale costruzione incorporata all'interno delle antiche mura difensive cittadine, nella parte recentemente ristrutturata.

    La sua massiccia e forte struttura, nonostante le dimensioni non eccessive appena menzionate, le danno l'aspetto della fortezza che incute rispetto in chi la guarda ed essa presenta una mescolanza di elementi gotici, arabi e normanni.

    Gli evidenti elementi arabi sono, ad esempio, le decorazioni presenti all'apice della costruzione, una fascia decorativa rappresentata dall'alternata presenza di pietra lavica bianca e nera proveniente da Siracusa ed elemento strutturale che va a ricreare delle belle figure geometriche.

    Le reminescenze arabe sono determinate anche dall'utilizzo delle maestranze arabe che furono utilizzate per la costruzione dell'edificio.
    Gli elementi normanni sono costituiti, ad esempio, dalle merlature a coda di rondine presenti nella costruzione.

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    Il Palazzo è situato esattamente vicino la Porta Catania e va ricordato anche per un bel giardino posto nelle sue vicinanze e che prevede la presenza di un pozzo per raccogliere l'acqua piovana utilizzata per i bisogni dei residenti dell'edificio.

    La costruzione presenta un'apparente contraddizione che però le garantisce uno dei suoi elementi costitutivi: due sue lati guardano all'esterno delle citate mura e si presentano con la struttura di una fortezza inaccessibile; gli altri due sono più pittoreschi e sono più aggraziati dei precedenti grazie
    alla presenza di belle finestre bifore impreziosite da rosoni.

    Tra gli altri elementi caratteristici della facciata dell'edificio ricordiamo anche la presenza di archi tribolati e fregi bicromi.
    Dell'originaria struttura che prevedeva tre sale sovrapposte oggi rimane ben poco visto che oggi si può ammirare solo quella presente nel piano terra della costruzione.

    Intorno agli anni sessanta il Municipio ha ottenuto il possesso della nobile costruzione acquistandolo da un appartenente alla nobile famiglia De Spuches.
    L'interno della struttura ospita la Fondazione G. Mazzullo: infatti sono qui conservate in maniera permanente delle opere di scultura e di grafica di questo artista ed anche, in maniera saltuaria e temporanea, delle altre mostre di opere d'arte.

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    Altra costruzione cittadina dalla discreta importanza è la "Badia Vecchia" denominata anche "Badiazza", un torrione merlato di antica origine normanna che ha subito ulteriori e decisivi interventi decorativi nel Trecento.
    Mentre il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano era stato edificato per proteggere il lato nord della città, la struttura simile ad una fortezza della Badia Vecchia fa supporre che essa aveva il compito di difendere il lato a sud.
    La costruzione a pianta quadrata presenta dei fregi decorativi bicolori per certi versi simili al Palazzo dei Duchi di Santo Stefano del quale si è già parlato. Altra caratteristica decorativa della costruzione è formata da delle interessanti e belle bifore.
    L'edificio è una proprietà comunale. Pare che il nome della costruzione, in base ad una delle teorie più accreditate, sia determinato dal fatto che essa era una antica abbazia, teoria avvalorata dalla scoperta in un vicino pozzo di raccolta delle acque piovane di alcuni quadri aventi temi sacri.

    Il Palazzo Ciampoli si trova quasi nel centro cittadino ed è una delle costruzioni più antiche della città, com'è ampiamente documentato da una iscrizione presente nel portale a sesto acuto.
    In effetti tale portale è sormontato da uno scudo che riporta una data, 1412.
    Attualmente e sfortunatamente il Palazzo non è in un buono stato di conservazione, soprattutto nella sua facciata.
    Come resti evidenti della gloria passata di questa costruzione ricordiamo la parte restante di antiche e ripide scale che funzionavano da base naturale.
    Tra gli altri elementi decorativi della costruzione ricordiamo alcune reminescenze spagnole che esso raccoglie, come una finestra che prevede la presenza di un arco delimitato da una architrave le cui estremità vanno a ricreare delle decorazioni scultoree.

    Per esser veramente esaustivi sulle bellezze architettoniche cittadine occorre necessariamente dare qualche cenno alla struttura viaria cittadina, alle "Porte" storiche che l'arricchiscono, al Borgo.
    L'impianto urbanistico è decisamente medievale e prevede la presenza di alcune arterie viarie principali, a partire dal famoso Corso Umberto I, l'arteria che scorre longitudinalmente per tutta la città, che ha come punte estreme Porta Messina e Porta Catania e che offre anche le vie d'accesso a numerosi centri storici e culturali rinomati della città.

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    La via di cui si sta parlando prevede anche la presenza di uno dei punti d'incontro principali della città, cioè Piazza IX Aprile. La piazza è conosciuta ed ogni suo lato presenta una caratteristica diversa ma sempre affascinante : dal primo lato si ha la possibilità d'ammirare una bella vista panoramica sul golfo e sull'Etna, un secondo lato è delimitato dalla Chiesa dedicata a San Giuseppe, il terzo dalla Chiesa dedicata a S. Agostino e l'ultimo dalla famosa Torre dell'Orologio, una costruzione dal forte richiamo storico, detta anche "Porta Messina" e dalla nascita tardo-medievale.
    La piazza rappresenta una delle parti cittadine più antiche. Altro punto nevralgico e d'incontro cittadino è la Piazza Duomo costruita attorno ad una bella fontana barocca che presenta il simbolo cittadino, la figura mitologica del centauro, estrema punta occidentale della via precedentemente citata e contorniata dalla imponente ma non minacciosa presenza della Cattedrale cittadina dedicata a San Nicolò e del Palazzo Comunale.

    Questo giro delle costruzioni più importanti di Taormina, per esser veramente completo, deve necessariamente comprendere il vicino Castello di Castelmola.
    Prima precisazione che riguarda tale struttura è di origine geografica: Castelmola è un paesino a ridosso della vicinisssima Taormina, paese originariamente sorto per difendere il più importante centro di Taormina dai possibili attacchi nemici che potevano arrivare dalle sue spalle, città che permette d'ammirare il vulcano catanese e le spiagge della vicina Taormina. Il sito che ospita tale castello originariamente doveva ospitare probabilmente l'acropoli dell'antica Tauromenion.
    Il Castello si trova arrampicato su di una rupe, nel punto decisamente più alto della città e, grazie proprio a questa sua posizione quasi di isolamento e comunque di totale dominio visivo di tutta la zona che lo circonda, offre la possibilità di ammirare dei paesaggi naturalistici davvero superbi ed affascinanti, soprattutto al calar del sole.
    Attualmente del Castello restano pochi resti.

    Successiva sezione turistica di questo itinerario dedicato alla città di Taormina interessa senza ombra di dubbio le Chiese qui presenti, espressione evidente della religiosità cittadina ma anche segno tangibile e testimonianza delle arti figurative umane.
    Le Chiese, i monumenti sacri in genere e le varie feste patronali rientrano obbligatoriamente in un qualsiasi itinerario turistico perché costituiscono un elemento storico, culturale e sociale dall'elevata importanza che va a formare un decisivo aspetto della storia dell'uomo.
    Anche Taormina non si sottrae a questa regola generale che unisce spesso il sacro ed il profano, il freddo ordine delle regole e la calda passione popolare, segni tangibili della caratteristica fede isolana che tende sempre ad avvicinare Dio all'uomo e viceversa.
    Ovviamente questo giro storico-culturale deve obbligatoriamente iniziare dalla Cattedrale cittadina dedicata a S. Nicolò, un edificio sacro che prevede una struttura a croce latina e tre navate che ricorda ancora un imponente impianto basilicale romanico, nonostante i successivi rifacimenti, suddiviso da sei colonne e caratterizzato dalla presenza di alcuni altari accompagnati da varie espressioni delle arti figurative a sfondo sacro.
    La sua costruzione risale al XIII secolo e l'edificio sacro ha subito rifacimenti ed abbellimenti successivi.
    In effetti, questi rifacimenti sono testimoniati dalla presenza, nella struttura esterna dell'edificio, di un portale costruito nei primi anni del 1600 ed arricchito e valorizzato dalla presenza di alcuni medaglioni e due ulteriori portali laterali, creati uno nel XV secolo ed un secondo del XVI secolo.
    La sua struttura esterna si presenta in una abbastanza severa imponenza, arricchita da una merlatura che dà alla Chiesa una struttura simile a quella di una fortezza, un rosone dalle dimensioni non troppo eccessive e due belle finestre bifore.
    Tale imponente Cattedrale va ricordata per le innumerevoli opere d'arte che essa ancor oggi preserva, a partire da un dipinto risalente alla seconda metà del 1400 e dedicato a "La Visitazione e i Ss. Giuseppe e Zaccaria", un polittico pregiatissimo realizzato da Antonello De Saliba all'inizio del 1500 e raffigurante, nell'ordine, "La Madonna col Bambino tra i Ss. Girolamo e Sebastiano", "La Pietà tra le Ss. Lucia ed Agata" e "Gesù e gli Apostoli".
    Successiva Chiesa cittadina molto importante è quella dedicata a Santa Caterina d'Alessandria, situata esattamente in un punto centralissimo della città, vicino al Palazzo Corvaia e sui resti dell'antico Odeon, parte del quale è
    ancor oggi fortunatamente visibile.
    La datazione della costruzione sacra risale alla seconda metà del XVII secolo e la Chiesa ha subito delle ristrutturazioni.
    Già la struttura esterna della chiesa presenta degli elementi interessanti, a partire dalla statua dedicata a Santa Caterina e racchiusa in una nicchia. L'interno dell'edificio sacro presenta altre opere sacre, come una tavola dedicata alla Madonna con i Santi, una tela dedicata al "Trionfo della Croce" ed una seconda tela raffigurante "La Madonna in gloria e Santi Carmelitani".
    Una successiva Chiesa cittadina che merita l'inclusione in questa sezione è quella dedicata a S. Giorgio, una chiesa dedicata al culto anglicano e fortemente voluta dalla comunità di inglesi che si era costituita in città già precedentemente il periodo di costruzione della chiesa stessa, cioè agli inizi del 1900.
    La struttura interna della Chiesa prevede una suddivisione effettuata grazie alla presenza di alcuni archi costruiti utilizzando la pietra siracusana e due navate principali.
    Ricordiamo, inoltre, la Chiesa dedicata a S. Agostino. Essa occupa una Chiesa precedentemente dedicata a San Sebastiano edificata alla fine del 1400 ed il cambiamento fu determinato dall'arrivo in città dei Padri Agostiniani che ingrandirono la precedente chiesa e la trasformarono in un loro monastero.
    La struttura interna dell'edificio sacro prevede la presenza di quattro nicchie decorate da finti archi corinzi.
    Dell'originaria struttura della Chiesa rimane ben poco visto che essa ha subito delle pesanti ristrutturazioni nel corso dei secoli. Attualmente la Chiesa è adibita come sede della Biblioteca comunale.

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4 replies since 28/10/2012, 01:17   962 views
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