NATALE:STORIA E ORIGINI DELLA FESTA,IMMAGINI,GIF,NOTIZIE,CARTOLINE,FRASI,DECORAZIONI,LEGGENDE

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  1. Oceanya
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    BUON NATALE ,STORIA E ORIGINI DELLA FESTA
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    natale-presepe



    Il Natale è la principale festa dell'anno che nella tradizione popolare era legata alla chiusura di un ciclo stagionale e alla apertura del nuovo ciclo.
    La festa appartiene all'anno liturgico cristiano, in cui si ricorda la nascita di Gesù Cristo, che nella Cristianità occidentale cade il 25 dicembre, mentre nella Cristianità orientale viene celebrato il 6 gennaio. La nascita di Gesù viene fatta risalire dal 10 al 4 a.C.
    Il Natale non viene introdotto subito come festa Cristiana, ma bisogna aspettare l'arrivo del Quarto secolo nell'Impero Romano, e più tardi anche nelle zone dell'Oriente.
    La festa cristiana si intreccia con la tradizione popolare. Prima del Natale Cristiano c'era la festa del Fuoco e del Sole, perchè in questo periodo c'è il solstizio d'inverno, cioè il giorno più corto dell'anno, e da questa data le giornate iniziano ad allungarsi. Nell'antica Roma si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell'agricoltura ed era un periodo di pace, si scambiavano i doni, e si facevano sontuosi banchetti.
    Tra i Celti invece si festeggiava il solstizio d'inverno.

    Nel 274 d.C. l'imperatore Aureliano decise che il 25 dicembre si dovesse festeggiare il Sole. E' da queste origini che risale la tradizione del ceppo natalizio, ceppo che nelle case doveva bruciare per 12 giorni consecutivi e doveva essere preferibilmente di quercia, un legno propiziatorio, e da come bruciava si presagiva come era l'anno futuro. Il ceppo natalizio nei nostri giorni si è trasformato nelle luci e nelle candele che addobbano case, alberi, e strade.

    natale


    E siamo ai giorni nostri, il nostro Natale deriva da tradizioni borghesi del secolo scorso, con simboli e usanze sia di origine pagana che cristiana. Il natale è anticipato dalla vigilia, che dovrebbe essere una giornata di digiuno e di veglia a cui ci si prepara ai festeggiamenti delle feste.
    Nelle case viene allestito un presepe (o presepio), specie nei paesi meridionali, o un'albero di tradizione più nordica (vedi simboli del Natale).

    I festeggiamenti continuano con l'ultimo dell'anno, dove, passata la breve euforia del degli auguridi Natale, siamo a Capodanno, primo giorno dell'anno. E' una festa periodica di rinnovamento, celebrata in tutte le civiltà e caratterizzata da rituali che simbolicamente chiudono un ciclo annuale e inaugurano quello successivo.

    E infine arriva l'Epifania, una delle principali feste cristiane la cui celebrazione cade il 6 gennaio. Nata nella regione orientale per commemorare il battesimo di Gesù, fu presto introdotta in occidente dove assunse contenuti religiosi diversi, come il ricordo dell'offerta dei doni dei Re Magi nella grotta di Betlemme, che poi ha determinato il nascere della figura della Befana distributrice di doni.
    I magi erano un gruppo di personaggi che, guidati dalla stella cometa, arrivano dall'oriente per rendere omaggio a Gesù appena nato a Betlemme, donandogli oro, incenso e mirra. Successivamente vengono indicati come "re" e che il loro numero viene fissato a tre, con i nomi Melchiorre, Gaspare e Baldassarre.
    Questa festa da un supplemento di regali ai bambini, e fa terminare questo ciclo di festeggiamenti: il giorno dopo si iniziano a spegnere le luci, a disfare gli addobbi.

    ADDOBBI


    addobbi-di-natale_title


    Palline di natale di lana fai da te
    Occorrente
    lana colorata (in foto lana mohair color ciclamino)
    ago da lana
    forbicine

    cartone

    Realizzazione
    Procuratevi della lana, nei colori con cui volete addobbare il vostro albero e ricordate che più spesso è il filo di lana e più saranno voluminose le vostre palline a forma di pon pon. Prendete un pezzo di cartone, ritagliate un rettangolo e incidete un foro sempre a forma di rettangolo al suo interno. L'altezza del rettangolo determinerà il diametro della pallina: se volete fare palline di dimensioni diverse basterà quindi tagliare rettangoli di altezze diverse.

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    Arrotolate la lana attorno al cartoncino fino a coprire tutto il buco rettangolare interno.
    A questo punto tagliate il filo piuttosto lungo, infilatelo nell'ago e passatelo lateralmente nel buco interno, facendo fare un paio di giri, stringendo bene al centro la lana arrotolata e facendo dei nodi. Il filo lungo che avanza lasciatelo, potrete usarlo per creare delle bellissime strisce filanti sull'albero. Se volete per la parte centraòe potete usare anche un filo di colore diverso da quello usato per il pon pon.

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    Fate passare il pon pon attraverso il foro interno ed eccolo pronto per essere legato ai rami del vostro albero
    Per un effetto multicolor potete anche fare delle palline di tonalità diverse, eccone alcune con colori tono su tono.

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    Ed ecco l'effetto che faranno le palline pon pon di lana sull'albero di natale, in questo caso di colore bianco.

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    Un'idea carina è quella di decorare gli angoli della casa riprendendo lo stile degli addobbi: basta legare insieme alcune palline e creare dei pendenti molto d'effetto come quelli in foto.

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    Ancora un grazie a Alessandra, Stefano e Mariarosa del Centro Estetico Cipride a Prato per aver condiviso con noi i loro simpaticissimi addobi natalizi.

    Pupazzi di neve con lampadine riciclate



    Ecco un'originale idea per voi: come trasformare una classica lampadina in un pupazzo di neve da appendere, simpatico e glitterato.

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    Occorrente:
    1 lampadina non più funzionante
    1 rametto
    colla spray
    glitter bianco in polvere
    spago
    smalto per unghie

    Procedimento:
    Pulite bene la lampadina poi, indossando dei guanti di lattice e tenendola per la parte metallica, spruzzatela con la colla spray e spolverizzatela di glitter in polvere (anche quelli per il trucco, che si trovano in profumeria o in cartoleria, vanno benissimo).
    Mettetevi su un piano ricoperto con carta di giornale, in modo da non sporcare e da poter recuperare i glitter che cadono senza attaccarsi.

    Lasciate asciugare la lampadina appesa, legandola con un cordino di spago, quello che servirà anche in seguito per appenderla all'albero di Natale.

    Una volta asciutta decoratela facendo occhi e bocca con dello smalto per unghie nero, oppure colorato, a vostra scelta. Non dimenticate il naso, arancione carota o rosso.

    Rompete a metà il legnetto, che servirà per fare le braccia del “pupazzo di neve” e attaccatele con un punto di colla ai lati.

    Lasciate nuovamente asciugare il tutto ed infine il vostro pupazzo lampadina sarà pronto.

    Ecco il risultato finito:

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    fonte

    Decorazioni di carta fai da te


    Occorrente:
    cartoncino sottile colorato
    -cucitrice
    -nastro
    -forbici

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    Come si fanno a realizzare? Iniziate prima di tutto a tagliare il cartoncino a strisce dello stesso spessore, circa 2/3 cm. Per fare la goccia avrete bisogno di 5 strisce di carta. Posizionatene una al centro che dovrà rimanere tesa. Poi mettetene due da un lato e due dall’altro. Afferrate le estremità di queste e piegatele verso l’interno affinché si creino delle bombature, come fosse una sfera. Quando la bombatura avrà raggiunto l’effetto desiderato bloccate le strisce con un punto di cucitrice su un’estremità e fate lo stesso per l’altra. Su una delle due estremità aggiungere un nastro e date un altro punto di cucitrice.

    Per fare il cuore altro non dovete fare che utilizzate due strisce più lunghe e due un po’ più corte. Unite due strisce più corte e formate un cuore con le mani. Unitele con la cucitrice. Fate lo stesso con quelle più lunghe e lavoratele direttamente sul cuore più piccolino. Date i punti di cucitrice. Come sempre aggiungete il nastro

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    Per fare delle decorazioni più sfiziose e carine potete ricorrere a due soluzioni. La prima consiste nell’associare strisce di colori differenti: rosso e arancio, verde chiaro e verde scuro, bianco e nero, argento e oro… come volete!
    L’altra soluzione prevede l’uso delle perforatrici decorative, di quelle che realizzano dei disegni sfiziosi lungo il bordi o anche all’interno delle strisce. Vedrete che bell’effetto!

    fonte

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    Edited by Oceanya - 27/11/2014, 02:44
     
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  2. Oceanya
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    LA VERA STORIA DELL'ALBERO DI NATALE


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    In un remoto villaggio di campagna, la Vigilia di Natale, un ragazzino si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo si quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione, nella notte Santa. Si attardò più del previsto e, sopraggiunta l'oscurità, non seppe ritrovare la strada per tornare a casa.
    Per giunta incominciò a cadere una fitta nevicata. Il ragazzo si sentì assalire dall'angoscia e pensò a come, nei mesi precedenti, aveva atteso quel Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare.
    Sopraggiunta una grande stanchezza, il piccolo si addormentò raggomitolandosi ai piedi del tronco e l'albero, intenerito, abbassò i suoi rami fino a far loro toccare il suolo in modo da formare come una capanna che proteggesse dalla neve e dal freddo il bambino.
    La mattina si svegliò, sentì in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo ricovero, poté con grande gioia riabbracciare i suoi compaesani.
    Solo allora tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, che la piana aveva piegato fino a terra. Aveva formato dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del sole che stava sorgendo, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile.In ricordo di quel fatto, l'abete venne adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case viene addobbato ed illuminato, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno
     
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  3. Oceanya
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    LA LEGGENDA DEL VISCHIO

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    C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva piu' nessun amico.

    Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno. Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo. Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levò: - Fratello, - gli gridarono - non vieni?

    Fratello, a lui fratello? Lui non aveva fratelli. Era un mercante e per lui non c'erano che clienti: chi comprava e chi vendeva.

    Per tutta la vita era stato avido e avaro e non gli importava chi fossero i suoi clienti e che cosa facessero.

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    Ma dove andavano? Si mosse un po' curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli. Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma il suo cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello. Quante volte li aveva ingannati? Piangeva miseria per vender più caro. E speculava sul bisogno dei poveri. E mai la sua mano si apriva per donare. No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita. Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme. Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote, anche i poveri avevano qualcosa.

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    E lui non aveva niente, lui che era ricco.

    Arrivò alla grotta insieme con gli altri; s'inginocchio insieme agli altri. - Signore, - esclamò - ho trattato male i miei fratelli. Perdonami. E cominciò a piangere. Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò. Alla prima luce dell'alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline. Era nato il vischio.

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  4. egiziana
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    NATALE: LA VERA STORIA DEL PANETTONE

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    Il panettone, indipendentemente dai gusti personali, è un dolce classico di Natale.
    Risale al XV secolo e la fantasia popolare ha creato numerose leggende sulla sua origine.

    ECCONE DUE:

    Una storia narra che il panis quidam acinis uvae confectus fosse presentato per la prima volta alla tavola di Ludovico il Moro nel Natale del 1476. Fu ideato dal cuoco Antonio Toni: da allora il "pan di Toni" fu contratto in "panettone".

    Un'altra leggenda racconta di un convento di suore, nel quale la piccola suora cuciniera, suor Ughetta, inventò un dolce per i suoi poveri.

    La pasta del panettone viene fatta lievitare più volte con un procedimento piuttosto laborioso che può durare ben oltre le 72 ore per ottenere un buon Panettone a lenta lievitazione naturale da pasta acida. Gli ingredienti principali sono: acqua, farina (occorre una farina forte), burro, zucchero, lievito naturale, uvetta sultanina, cedro candito, scorze di arancio candite, uova, vaniglia e sale.

    Una volta veniva preparato solo in casa e prima di infornarlo il capo famiglia lo incideva con un taglio a croce in segno di buon auspicio per il nuovo anno. Anche gli ingredienti avevano un loro significato: l’uvetta simboleggiava soldi, l’arancia amore e il cedro eternità, ovvero salute.

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  5. Oceanya
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    LA VERA STORIA DI BABBO NATALE

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    Voi non ci crederete mai, ma chi l’ha veramente reso famoso è stata la Coca Cola; Ma procediamo con ordine.
    Dunque, il primo portatore di doni della storia è stato San Nicola. Amato e venerato un po’ in tutta Europa, specie in Belgio e in Olanda veniva ricordato il 6 Dicembre in groppa ad un asinello bianco oppure a cavallo. Andava nelle case portando doni ai bimbi buoni. Secondo certe tradizioni lo accompagnava lo gnomo Peter il Nero, che puniva i bambini cattivi.

    Quando gruppi di immigrati olandesi si spostarono in America fondando Nuova Amsterdam, divenuta in seguito New York, portarono con loro anche le tradizioni, tra cui San Nicola che nella loro lingua si chiamava Sinter Klass.
    Il personaggio piacque anche ai coloni inglesi che trasformarono il nome in Santa Claus.
    Gli abiti di Santa Claus sono simili a quelli di un Vescovo.

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    Porta una mitra rossa (copricapo liturgico) con una croce dorata e si appoggia ad un pastorale. Il richiamo al Vescovo di Mira città della Turchia è molto evidente. Santa Claus ha un cavallo bianco con il quale vola sui tetti. I suoi aiutanti scendono nei comignoli a lasciare doni nelle scarpe dei bambini buoni.
    quanto pare l’aspetto moderno di Santa Claus ha assunto la forma definitiva con la pubblicazione della poesia Una visita di San Nicola, più nota con il titolo La notte di Natale ( The Night Bifore Christmas avvenuta sul giornale Sentinel della città di Troy (stato di New York) il 23 dicembre 1823. L’autore del racconto è tradizionalmente ritenuto Clement Clarke Moore anche se l’attribuzione è controversa. Santa Claus viene descritto come un signore un po’ tarchiato. A sua disposizione ci sono otto renne che vengono nominate per la prima volta con i nomi di Kasher, Dancer, Prancer, Vixen Comet, Cupid, Dander e Blitzen. Fu aggiunta in seguito Rudolph, la nona renna,in una canzone di Gene Autry.

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    All’inizio Santa Claus venne rappresentato in costume di vario colore, assumendo man mano su di sé i caratteri di Babbo Natale.
    Il Rosso ben presto divenne il colore predominante a partire dalla sua comparsa sulla prima cartolina di auguri natalizi nel 1885.
    Uno dei primi artisti a fissare l’immagine di Santa Claus nella forma che conosciamo oggi è stato il cartonista americano Thomas Nast. Nel 1863 una sua immagine di Santa Claus apparve sulla rivista Harper’s Weekly.

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    Le immagini di Santa Claus si sono ulteriormente e definitivamente fissate nell’immaginazione collettiva grazie al loro uso nella pubblicità natalizia della Coca Cola realizzata da Haddon Sundblom nel 1931 . La popolarità di tale immagine a fatto si che si diffondessero vere leggende urbane che attribuivano alla Coca Cola l’invenzione stessa di Santa Claus.
    E’, peraltro vero che l’immagine della Coca Cola e quella di santa Claus sono sempre state molto vicine, poiché pur non inventandolo viene comunemente rappresentato con i colori bianco e rosso cioè come una lattina di Coca Cola. Solo nella campagna del 2005 la Coca Cola sostituì la campagna natalizia con gli orsi polari.

    Questa immagine diffusa per ben 35 anni in tutto il mondo è diventata la raffigurazione ufficiale di Babbo Natale e nessuno ormai potrebbe raffigurarselo in un altro modo. Nel creare il nostro Babbo Natale fu, infine, anche l’illustratore Thomas Nast che tra il 1862 e il 1886 disegnò una serie di celebri tavole dedicate al personaggio che ormai era stato associato alle festività natalizie. Sono una sua creazione la casa Al Polo Nord , la lista dei bambini buoni e cattivi, la fabbrica dei giocattoli dove lavorano gli gnomi aiutanti.

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    coca-cola



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    L'Origine del Natale

    Storia del Natale nei secoli



    La natività



    Tutti festeggiamo il Santo Natale ma non tutti sappiamo il significato più vero e profondo di questo giorno. Qui di seguito scopriremo il miracolo della Natività


    Il 25 dicembre, ossia il Natale, è il giorno celebrativo della nascita di Gesù Cristo.
    Istituita dal IV sec., la festa del Natale si caratterizza liturgicamente con la celebrazione di tre messe: ad noctem, in aurora, in die. II ciclo natalizio comprende un periodo di dodici giorni, in cui si celebra, oltre alla Natività, la Circoncisione (1 gennaio) e il Battesimo (6 gennaio). Un arco di tempo più ampio copre il ciclo natalizio in cui rientrano l'Annunciazione (25 marzo), l`Avvento (il periodo di quattro settimane di preparazione al Natale), la Purificazione di Maria Vergine (2 febbraio).
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    La nascita, o la natività, di Gesù Bambino è la narrazione della venuta al mondo di Gesù Cristo e si basa principalmente sui Vangeli di Matteo e Luca, ed è descritta quindi, nel Nuovo Testamento della Bibbia.
    Le versioni di Matteo e Luca sono diverse. Luca narra la storia del Natale così come è tradizionalmente conosciuta, dal punto di vista di Maria, madre di Gesù, cercando di presentare la madre di Cristo come il modello dell'autentico credente. Matteo, invece, racconta la nascita di Gesù dal punto di vista di Giuseppe, con l'intento di mostrare che Gesù è il discendente di Davide promesso dai profeti.
    Luca racconta che l’Angelo Gabriele fu inviato a Maria e le annunciò in nome di Dio che ella avrebbe concepito un figlio, non da uomo, ma per opera dello Spirito Santo. Il figlio annunciato era destinato a essere grande e chiamato Figlio dell'Altissimo.
    Di fronte all'incredulità di Maria l'angelo le indicò la sua parente Elisabetta la quale vecchia e sterile stava aspettando un figlio per grazia di Dio ed era già al sesto mese, poiché nulla è impossibile a Dio. Maria disse il suo "sì" dichiarandosi serva del Signore; quindi, si mise subito in viaggio per andare a visitare Elisabetta, che abitava presso Gerusalemme, a circa 120 chilometri di distanza.
    Dopo Maria e suo marito Giuseppe lasciarono Nazaret per andare a Betlemme, il paese di origine della famiglia di Giuseppe, che era della discendenza di Davide, per partecipare al primo censimento organizzato dall'imperatore romano Augusto.
    In una grotta, Maria diede alla luce Gesù, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia degli animali.
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    Matteo invece narra che la famiglia di Gesù si dette alla fuga verso l'Egitto al fine di evitare la furia assassina di Erode, deciso a eliminare i bambini di Betlemme sospettati di nascondere fra essi un possibile rivale per il potere, dopo che un angelo aveva messo in allarme Giuseppe in sogno.
    E poi racconta della visita dei Re Magi provenienti dall'Oriente, giunti sul luogo per adorare il Messia appena nato a Betlemme, con la guida di una stella cometa. I Re Magi offrirono a Gesù un tesoro composto da oro, incenso e mirra. Durante la notte ogni mago sognò che Re Erode aveva in progetto di uccidere tutti i bambini appena nati. Decisi a ostacolare i progetti del sovrano, ritornarono a casa senza informare Erode del successo della loro missione.
    Acquisita come fatto storico, la nascita di Gesù Cristo rimane incerta per quanto riguarda la data. Né i Vangeli né la Patristica dei primi secoli dicono niente a questo riguardo e originariamente la Chiesa non celebrava la nascita di Gesù. Col passare del tempo, tuttavia, i cristiani d'Egitto cominciarono a considerare il 6 gennaio come data della natività. L'usanza di celebrare la nascita di Gesù in quel giorno si andò diffondendo in tutto l'Oriente e risulta come data per acquisita all'inizio del IV sec. Circa nella stessa epoca, la Chiesa d'Occidente, che non aveva mai riconosciuto il 6 gennaio come il giorno della natività, assunse come data celebrativa il 25 dicembre. Essa fu in seguito adottata anche dalla Chiesa d'Oriente e la sua diffusione coincide con le lotte contro l'arianesimo. Le considerazioni che indussero le autorità ecclesiastiche a istituire la festa di Natale il 25 dicembre furono determinate da ragioni di opportunità e di rispetto di precedenti usanze pagane.
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    Nel calendario giuliano il 25 dicembre, riconosciuto come il solstizio d'inverno, era celebrato come il giorno della nascita del Sole, poiché a partire da questa data i giorni cominciano ad allungarsi e la potenza del sole aumenta. Particolarmente solenne era la celebrazione del rito della Natività in Siria e in Egitto. I celebranti si ritiravano in appositi santuari da dove uscivano a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato dagli Egizi come un bambino. L'origine pagana della festa di Natale è implicitamente riconosciuta anche da Sant'Agostino, quando esorta i fratelli cristiani a non celebrare in quel solenne giorno, come facevano i pagani, il sole, bensì colui che aveva creato il sole.
    Adesso tutti i cristiani festeggiamo la nascita di Gesù Bambino il 25 dicembre, e ci rechiamo alla Santa Messa per assistere al Miracolo della Natività.

    Vigilia di Natale
    La Vigilia di Natale, cade il 24 dicembre ed è il giorno che precede la festività del Natale. E’ una delle feste più sentite e celebrate dell’anno. Scopriamone insieme il significato più profondo e i modi di trascorrerla.


    La Vigilia di Natale ha una grande valenza nel mondo cristiano, poiché si celebra, nella notte, la nascita di Gesù Bambino. Per il fedele, la veglia notturna della vigilia serve da transito verso il mistero della nascita del Dio che si fa uomo ed entra nella storia dell'umanità.
    A questo significato originario poi è stato aggiunto quello della festa per così dire “popolare”, caratterizzata da una ricca cena, detta appunto della vigilia, e dallo scambio dei regali.
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    Il modo di trascorrere, quindi, la vigilia, qui da noi è pressoché uguale. La classica cena con i parenti, le giocate a tombola, lo scambio dei regali e poi per i cristiani la Santa Messa di mezzanotte per assistere al miracolo della nascita di Gesù Bambino.
    Secondo i dati dell’Osservatorio di Milano tre italiani su quattro passeranno il 25 dicembre a casa, con figli e parenti, sette su dieci andranno alla messa di mezzanotte: il 4% in più rispetto all' anno scorso.
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    Ma la vigilia di Natale non è festeggiata solo in Italia ma anche in altri luoghi lontani, dove il Natale è sentito, ma vissuto in modo molto diverso dal nostro. Ad esempio, a Cuba, alla vigilia di Natale, che viene qui chiamata come in altri paesi di lingua spagnola la “noche buena”, si banchetta fino all’alba con portate a base di carne di maiale e birra. E nelle case si possono ammirare bellissimi alberi e presepi.
    In Messico, si banchetta dopo la tradizionale rottura delle “pentolacce” di cartapesta che contengono dolci, canditi e frutta.
    In Inghilterra si fa un gran cenone a base di prosciutto arrosto, tacchino farcito con cavolini di Bruxelles o piselli, patate arrosto Christmas pudding, torta al cioccolato e frutta secca; dopo la cena ci si può recare in una delle piste di pattinaggio sul ghiaccio, infatti, alcune organizzano persino speciali sessioni di pattinaggio con musica e aperture fino a notte fonda.
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    Qui da noi il menù è all’incirca uguale ha solo delle piccole variazioni da una regione a un altra, mentre il panettone è una tradizione unica di tutta l'Italia.
    Per organizzare la vostra cena della Vigilia stupendo i vostri ospiti con piatti eccezionali potete attingere alla tradizione o inventare qualcosa di nuovo reinterpretando le ricette a modo vostro.
    Se volete restare sul tradizionale per la cena della vigilia, è tradizione preparare piatti a base di pesce. Le idee per pietanze deliziose sono moltissime, dai classici tortellini in brodo di cappone, all’insalata di baccalà, ai cannelloni ripieni o ancora al risotto ai frutti di mare, oppure per stupire i vostri ospiti potete optare per una corona di riso ai molluschi. Si tratta di uno sformato che potete realizzare cucinando vongole, cozze, seppie con un soffritto di cipolla in una padella e preparando un risotto con brodo vegetale, vino bianco e trito aromatico in un’altra.
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    Successivamente potrete usare delle code di gambero da disporre sul fondo di una teglia imburrata, aggiungere la metà del risotto, riempire una nicchia ricavata all’interno dello strato di riso con i molluschi cotti precedentemente, ricoprire il tutto con il restante riso e poi cuocere in forno lo sformato: il risultato sarà una magnifica ciambella di riso ricoperta da code di gamberi e ripiena di frutti di mare dall’aspetto invitante e appetitoso.
    Poi per rendere ancora più magica l’atmosfera della vostra casa vi consiglio di preparare la tavola del cenone con cura, arricchendola con decorazioni natalizie e candele accese.
    Buona Vigilia e Buon Natale!











    Tradizioni natalizie in Italia



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    Usanze per festeggiare il Natale

    Il presepe e l'albero di Natale sono le tradizioni natalizie più diffuse al mondo.

    Nel presepe moderno vengono rappresentati sia il luogo sia tutti i personaggi della Natività. Quest'usanza diventò popolare da quando statue e rappresentazioni religiose divennero sempre più numerose nelle chiese italiane. Una tradizione tutta italiana è il presepe vivente: uno dei più famosi è il presepio di piazza di Spagna a Roma. Il primo presepe vivente fu realizzato da San Francesco d'Assisi, nel 1223 a Greccio.

    La tradizione del presepe ha origini antichissime, infatti deriva dal culto dei Lari, diffuso fra i Romani e gli Etruschi. I Lari erano gli antenati e venivano rappresentati con delle piccole statue. Il 20 dicembre le statue venivano disposte sopra un piccolo altare presso il quale la famiglia si riuniva per pregare.

    La tradizione del presepe è particolarmente radicata a Napoli. Le statue, in legno e vestite con abiti di stoffa, sono delle vere e proprie opere d'arte. Le tradizionali tecniche di produzione artigianale risalgono al XV secolo. A Napoli, l'Associazione Italiana Amici del Presepio organizza ogni anno mostre di arte presepiale.

    Per quanto riguarda invece l'albero di Natale, la sua origine è associata a numerose leggende, alcune legate al culto pagano e altre al culto cristiano. Nei culti pagani dell'Europa del Nord, l'abete veniva venerato come simbolo di lunga vita. L'usanza di esporlo in casa partì dalla Germania e solo successivamente si diffuse in tutta Europa. Entrò nelle case italiane solo alla fine del XIX secolo, quando la moglie di Umberto I decise di allestirlo nel Quirinale. Da qui divenne un costume popolare. La tradizione italiana vuole che venga allestito l'8 dicembre, il giorno dell'Immacolata, e smontato il 6, giorno dell'Epifania.

    Due sono le figure folkloristiche legate al Natale: Babbo Natale e la Befana. La prima ha la stessa origine in tutto il mondo cristiano: deriva da un personaggio storico, il vescovo San Nicola da Mira. Si dice che il vescovo, durante il periodo natalizio, facesse doni ai più poveri. La rappresentazione moderna di Babbo Natale, vestito di rosso e con le renne, è invece abbastanza recente e risale al XIX secolo. La figura della Befana è invece legata ad una leggenda: dopo la nascita di Gesù, scelse di non seguire i Re Magi, ma subito dopo se ne pentì. Da allora, si dice che la notte dell'Epifania porti doni ai bambini, sperando che uno di questi sia proprio Gesù.

    In Italia, la tradizione vuole che la cena della Vigilia di Natale sia base pesce. La parola latina "vigilia" significa veglia, caratterizzata dal digiuno. In quasi tutte le ricette della cena di Natale è presente il capitone, pesce che si ritrova in molti digiuni di carattere religioso.

    Epifania: come si festeggia la Befana



    Il 6 gennaio è la festa della befana, scopriamo insieme le sue origini, la sua storia, e come viene festeggiata in Italia e in altre parti del mondo.
    La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, col cappello alla romana, viva viva la Befana …. così recita la filastrocca che cantano i bambini il giorno della befana.
    La Befana è nell’immaginario collettivo una vecchietta che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, sopra una scopa, passa sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini, di doni, caramelle e dolciumi di ogni tipo.

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    Il Natale a tavola

    Cosa si mangia a Natale nelle varie regioni d'Italia



    Il Natale è la festa più importante, un momento speciale in cui la famiglia si riunisce, soprattutto a tavola! Molte sono le ricette natalizie. Si sa che ogni regione d'Italia si distingue per la propria cucina locale e queste non fanno eccezione! Ecco alcune cene di Natale "tipiche".

    Unica caratteristica comune a tutte le ricette regionali è la presenza del pesce: la sera della vigilia il capitone è presente su molte tavole italiane, in particolare in Abruzzo, Lazio, Marche e Campania.

    In Calabria la cena si apre con la frittura di carciofi e le "zeppole", poi cena a base di stoccafisso. Il pranzo di Natale invece deve essere composto da tredici portate secondo la tradizione.

    Anche in Basilicata la cena è composta da tredici portate, a base di pesce. Come primo, sulle tavole pugliesi troviamo i tradizionali raschiatelli, una pasta particolare di grano duro.

    In Campania tutto è a base di pesce, dagli spaghetti alle vongole al tradizionale capitone. E poi il dolce tradizionale, gli "struffoli".

    In Emilia Romagna mangerete tortellini a cena, senza carne seguiti da un secondo di pesce e a pranzo rigorosamente in brodo, seguiti da cotechino e salsicce.

    Nelle Marche il piatto forte è il tacchino arrosto a pranzo, mentre la cena è abbondante: maccheroni allo stoccafisso e il classico capitone.

    In Puglia troverete spaghettini fatti in casa secondo la tradizione, conditi con il sugo al pesce, seguiti dal capitone. Anche qui la cena deve essere composta da tredici portate.

    In Trentino Alto Adige sulle tavole troverete i piatti regionali tipici, minestre e formaggio la sera e polenta, arrosti, salsicce e crauti a pranzo.

    Nel Lazio, come in altre regioni, il piatto forte sarà il capitone, mentre a pranzo si servirà il cappone o la gallina.

    I Siciliani generalmente prediligono la pasta a base di pesce, generalmente con le acciughe, ma sono i dolci il vero piatto forte: cannoli, pignolata e torrone.

    In Veneto invece la tradizione vuole che la cena si concluda con la "sbrisolona", dolce alle mandorle tipico veneto, e con un bicchiere di grappa.


    Regali di Natale



    Lo scambio dei regali a Natale ha origini antichissime. Questa usanza era già diffusa presso i Romani, che si scambiavano i doni durante i Saturnalia, la festa in onore del dio Saturno. La tradizione risale addirittura a Romolo che, dopo la costruzione delle mura, ricevette in dono un fascio di ramoscelli, raccolto in un bosco sul monte Velia e decise di inserire lo scambio di doni fra i costumi dei Romani.

    Sempre tra i Romani, lo scambio dei regali deriva anche dal culto dei Lari. Infatti, i bambini durante i Sigillaria (dal nome sigillum, ovvero statuetta) dovevano mettere in ordine le statuette e abbellirle con muschio o con ornamenti floreali. La famiglia romana si scambiava come dono le statuette e i bambini ricevevano dai genitori pupazzetti di pasta dolce o marzapane.

    È sempre più difficile scegliere il regalo giusto: bisogna considerare l'età, hobby e interessi della persona che riceve il regalo. Per gli appassionati di tecnologia potete scegliere fra i telefoni cellulari, stampanti, computer portatili. Per i più piccoli, i regali più ambiti sono i videogiochi, i giocattoli e le console.

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    Il pandoro, storia e origini



    Dolce tipico di Verona, assieme al panettone rispetta la tradizione dolciaria italiana del Natale.

    Come da tradizione dell’alimentazione italiana che si basa sulle tradizioni locali, anche il pandoro ha la sua origine geografica specifica, infatti la città di Verona riconosce come alimento tipico e tradizionale il pandoro. Dolce la cui storia si perde nella notte dei tempi; c’è chi riconduce la sua scoperta all’epoca della Repubblica Veneziana nel ‘500 e c’è chi invece pensa che sia la trasformazione di un altro dolce tipico veronese, sempre a forma di stella, il Nadalin. Un’ulteriore ipotesi sulla nascita del pandoro lo farebbe derivare dal tipico Pane di Vienna, ottenuto dalla lavorazione di un impasto ricco di burro. Di sicuro il pandoro a Verona ha cominciato ad essere prodotto industrialmente verso la fine dell’800 ed è divenuto un vero e proprio alimento tipico, in un primo momento della zona veronese e poi a livello nazionale.
    Ogni anno crescono i quantitativi di prodotto delle industrie veronesi, Bauli e Paluani su tutte, per poter assolvere alla grandissima richiesta da parte dei consumatori e le varie aziende, industriali ed artigianali, iniziano la lavorazione con qualche mese di anticipo rispetto alla commercializzazione.

    pandoro


    Per ottenere un pandoro di ottima qualità, soffice e delicato, occorre una selezione accurata e genuina degli ingredienti: tra i principali ci sono la farina, lo zucchero, le uova, il burro e il lievito. La lavorazione del pandoro è lunga e complessa, in particolar modo per la lievitazione del prodotto che deve avvenire seguendo particolari tecniche e tempi di realizzazione. La lievitazione infatti deve essere eseguita allo stato naturale, ovvero impiegando lieviti che agiscono su amidi e zuccheri, sprigionando gas e favorendo la crescita dell’impasto. Se per la lavorazione si esegue il corretto processo produttivo, si ottiene un dolce dal gusto semplice, ma allo stesso tempo deciso, che ricorda il sapore delle torte fatte in casa e che si sposa perfettamente con i grandi vini tradizionali veneti.
    Come tutti i dolci,anche il pandoro ha un elevato apporto calorico, dato significativo per chi segue una dieta dimagrante, ma uno strappo alla regola risulta meraviglioso perché il pandoro, soffice e gustoso, ha anche il grande pregio di essere un alimento facilmente digeribile. Senza dubbio questo è un pregio apprezzato da tutti, da chi ha problemi all’apparato digerente, dagli anziani ed anche dai palati più esigenti.
    Numerose sono le varianti del pandoro che negli anni le aziende hanno studiato e messo in opera soprattutto per venire incontro alle esigenze di tutti i gusti. Infatti vengono commercializzati dolci simili al pandoro, ma ad esempio ricoperti di glassa, inzuppati di liquore o impasti che hanno come aggiunta gocce di cioccolato o uvetta, oppure che presentano al loro interno strati di creme. Per rendersi effettivamente conto delle numerose varianti del pandoro è sufficiente collegarsi ai siti www.bauli.it o www.paluani.it.

    E per chi si trovasse in zona veronese sotto le feste, in visita o di passaggio, Bauli, Paluani ed altre aziende del settore, mettono a disposizione presso la propria fabbrica uno spaccio aperto al pubblico, in cui acquistare a prezzi convenienti i loro prodotti di seconda scelta, ovvero quelli leggermente deformati o con qualche difetto di cottura che, comunque, non intacca la qualità del prodotto.

    RICETTA PANDORO

    Ingredienti 1° impasto (1° giorno di pomeriggio)
    185 gr. zucchero
    14 tuorli
    210 gr. lievito naturale
    420 gr. farina per panettoni
    105 gr. acqua
    210 gr. burro
    60 gr. acqua

    Preparazione
    Sfarinare il lievito e stemperarlo con metà dell'acqua tiepida.
    Preparare l'mpastatrice e versarci 9 tuorli e lo zucchero e avviare: dopo un paio di minuti di lavorazione aggiungere la farina. Lavorare l'impasto finché non diventa liscio e asciutto e si stacca facilmente dalla ciotola dell'impastatrice.
    Incorporare i tuorli rimanenti e lavorare ancora finché l'impasto non diventa nuovamente compatto ed asciutto.
    Unire il burro ammorbidito, lavorare finché l'impasto non risulti ancora ben asciutto.
    A questo punto mettere l'impasto a lievitare in luogo tiepido (18-21 gradi) per 12- 15 ore coperto da un telo in cotone: il mattino seguente l'impasto deve aver triplicato il suo volume.

    Ingredienti per il secondo impasto (mattino del secondo giorno)
    210 gr. farina manitoba
    40 gr. zucchero
    gr. 50 tuorli
    40 gr. miele
    12 gr. sale
    180 gr. burro morbido
    35 gr. cioccolato bianco
    1 bacca di vaniglia

    Il giorno successivo l'impasto dovrebbe risultare così:
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    Mettere l'impasto nella ciotola dell'impastatrice ed aggiungere la farina: avviare ed impastare finché nondiventa ben omogeneo e liscio.
    Intanto preparare un'emulsione con tutti gli altri ingredienti: versare in una terrina i tuorli e lo zucchero e mescolare bene, unire poi il miele e gli altri ingredienti e mescolare ancora fino a d ottenere una crema piuttosto liquida.
    Incorporare un pò alla volta questa crema all'impasto.
    Lasciar riposare l'impasto per qualche minuto e poi dividerlo in due parti.
    Far riposare i due impasti per circa 30-40 minuti (fnché non si forma una pellicina in superficie). Imburrare gli stampi, versarci gli impasti e lasciar lievitare per almeno 14 ore.
    Cuocere ad una temperatura di 180/190° per circa 30/40 minuti.
    Spolverare con zucchero vanigliato.
     
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  6. Oceanya
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    DECORAZIONI:Pigne per l'albero di Natale


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    Come abbellire e rendere più reale possibile l'albero di Natale con vere pigne raccolte con il tuo bambino durante una passeggiata nel bosco

    Avete appena fatto una bella passeggiata nel bosco e avete raccolto insieme al vostro bambino tantissime pigne. Potete decorarle e utilizzarle per il vostro albero di Natale.


    Ecco come si fa in 4 veloci mosse.


    Cosa ti serve:

    ◦pigne


    filo di ferro sottile del colore che vuoi (lo trovi in ferramenta)


    ◦piccola pinza (la trovi in ferramenta)

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    1. Con la pinza taglia il filo di ferro alla lunghezza di circa 15 cm. Fai passare intorno alla pigna il filo di ferro che hai tagliato

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    2. Con la pinza attorciglia il filo di ferro a se stesso

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    3. Piega il filo di ferro a forma di uncino e taglia il pezzo di filo di ferro che avanza.

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    4. Non ti resta che appendere la pigna all'albero di natale. Sembrerà "vero".

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    Pigne dorate per decorare l'albero di Natale



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    Ecco l'occorrente per realizzare velocemente delle simpatiche natalizie dorate per l'albero: alcune pigne, una scatola di cartone (tipo quella per le scarpe), vernice spray color oro, nastro colorato, colla.


    Un semplice tutorial per realizzare delle pigne dorate per decorare l'albero di Natale o da utilizzare come centrotavola. ()

    Materiale:


    ◦alcune pigne,
    ◦una scatola di cartone (tipo quella per le scarpe),
    ◦vernice spray color oro,
    ◦nastro colorato,
    ◦colla


    Procedimento:


    Metti le pigne in una scatola di cartone e con lo spray dorato spruzzale, avendo cura di ricoprirle completamente e lasciale asciugare bene. Prepara i fiocchi doppi e lasciale asciugare bene.

    Prepara dei fiocchi doppi con il nastro colorato e taglia le estremità. Fissa con la colla i fiocchi sulle pigne e, quando la colla sarà ben asciutta, appendi le pigne all'albero di Natale.

    Puoi anche utilizzare le pigne così preparate per decorare i tuoi regali di Natale o la tavola nel giorno della festa.




    Articoli tratti da nostrofiglio.it

    Centrotavola natalizio: il trenino da regalare agli invitati

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    Un simpatico trenino che accompagnerà il vostro pranzo/cenone di Natale e potrà poi andare a casa, come regalo, con tutti i piccoli invitati presenti. Ecco come realizzare un centrotavola natalizio a forma di trenino.


    Come realizzare un centrotavola alternativo natalizio partendo da tante coppette. Da regalare alla fine a tutti i bimbi invitati al pranzo.


    Occorrente:

    ◦tante coppette da regalo quanti sono gli invitati,
    ◦cartoncino leggero,
    ◦carta velina,
    ◦nastrino colorato,
    ◦pennarelli,
    ◦filo bianco,
    ◦nastro biadesivo,
    ◦caramelle e cioccolatini

    Procedimento:


    Con un pennarello a punta grossa disegna su una coppetta un naso e una bocca; disegna sul cartoncino due occhioni, ritagliali e incollali sulla coppetta. Avrai ottenuto la graziosa faccina della locomotiva.

    Fai in ogni coppetta un foro davanti e uno dietro; disponile in fila, come se fossero i vagoni del trenino, e attaccale insieme con un pezzettino di filo.

    Sulla prima coppetta della fila incolla, di traverso, la faccina della locomotiva.

    Disegna sul cartoncino delle piccole ruote, ritagliale e, con il nastro biadesivo, attaccane due a ogni coppetta. Disponi il trenino al centro della tavola e metti in ogni coppetta qualche caramella, qualche cioccolatino oppure, se hai tempo, prepara dei sacchettini sorpresa.

    Questo trenino rallegrerà le tue feste, al termine delle quali regalerai un vagone a ogni bambino invitato.

    Articolo tratto da "Voglia di fare - Ricette e attività da fare con mamma e papà" di G+J/M
     
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  7. egiziana
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    santostefnao
     
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6 replies since 4/12/2012, 15:51   2050 views
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