Caserta: la Versailles d'Italia

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  1. la sirenetta
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    caserta + versailles d'italia
    Caserta è un comune italiano di 78.872 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Campania.

    La città è nota soprattutto per la sua imponente Reggia Borbonica, detta la Versailles d'Italia che, insieme al Belvedere Reale di San Leucio e all'Acquedotto Carolino, è inserita dal 1997 nel patrimonio dell'umanità dell'Unesco.

    Caserta è legata urbanisticamente, senza soluzione di continuità, con altri comuni, tra cui Santa Maria Capua Vetere e Marcianise, importante centro industriale.

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    Il comune di Caserta comprende, oltre al capoluogo, anche ben 23 frazioni, per una superficie totale di 56 km². Tra queste vanno ricordate San Leucio, comune a parte aggregato a Caserta sotto il Fascismo, famosa per il real belvedere e i setifici, e Casertavecchia, con il suo borgo medievale, il castello e il Duomo, del 1100, in stile arabo-romanico. Da alcuni anni il comune di Caserta è capofila di alcune iniziative, di cui fanno parte vari comuni tra loro confinanti per una popolazione complessiva di circa quattrocentomila abitanti, che hanno la finalità di concordare un unico e omogeneo piano di sviluppo territoriale
    Caserta è situata in una posizione strategica rispetto ai grandi assi stradari. In particolare, è servita da due uscite dell'A1, una denominata "Caserta sud", situata nel territorio del vicino comune di Marcianise, e l'altra denominata "Caserta nord", situata al confine tra i comuni di Caserta, Casapulla e Casagiove.

    Caserta è altresì situato al centro della via Sannitica, la strada voluta dai Borbone.

    Nella classifica dell'ecosistema urbano 2009 stilata da Legambiente, il comune di Caserta risulta al 37º posto su 103 capoluoghi di provincia più Aosta, davanti agli altri capoluoghi di provincia campani e a quelli di tutta l'Italia meridionale.

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    Nella provincia di Caserta si trova la zona pianeggiante più estesa della regione e di ciò risente anche il clima.

    La parte che va dalla costa sino ai primi monti che circondano il capoluogo, risente dei benefici influssi del mare, che si fanno sentire soprattutto in inverno con temperature miti e maggiore umidità (e conseguente clima moderatamente afoso nei mesi estivi). Durante la stagione estiva, invece, questa zona risulta una delle più calde della Campania, con temperature massime spesso superiori ai 30º e punte di 36º-38º anche in annate non eccezionalmente calde e nelle località di pianura (storica l'ondata di caldo dell'agosto 2007, con oltre 40° registrati presso la stazione meteorologica di Caserta, in questo caso però con un basso tasso di umidità dovuto ai venti di caduta).

    L'inverno nella piana casertana nel complesso è mite (la stazione meteo di Caserta, situata nel centro cittadino, fa registrare circa 13º nella media delle temperature massime di gennaio), ma non sono da escludere periodi di freddo intenso (per citare qualche esempio recente, relativamente rigido risultò il bimestre dicembre 2001-gennaio 2002, con un breve episodio nevoso), con minime sporadicamente sotto lo zero anche nel capoluogo.

    L'indice di nevosità è comunque uno dei più bassi d'Italia e persino d'Europa, assai più trascurabile che in città italiane situate alla medesima latitudine, come ad esempio Bari, peraltro meno piovose (il versante tirrenico si trova sottovento rispetto alle incursione di aria continentale da est rispetto al versante adriatico). Uno degli episodi nevosi con accumulo in tempi recenti sono due, uno risale al dicembre 2007 ed un altro al 4 febbraio 2012 (per accumuli più significativi bisogna risalire al biennio 1985-86).

    Assai diverso rispetto alla costa ed alla pianura casertana è il microclima dell'area matesina. La zona interna della provincia è infatti caratterizzata da numerosi rilievi sia collinari che montuosi e spesso sono investiti dalle correnti fredde da Nord-Est apportatrici di forti diminuzioni della temperatura con nevicate in inverno. La zona del Matese è una delle più piovose e nevose della regione.

    In epoca medioevale il centro di Caserta era l'attuale Casertavecchia, posta a 401 metri di altezza. Importante centro vescovile, con un Palazzo del Vescovo, un duomo con annesso campanile ed una cupola di stile siculo-arabo-romanico che si suppone fatta costruire intorno al 1100, mentre risale al 1200 circa la costruzione della Chiesa dell'Annunziata. Casertavecchia, con la costruzione della Reggia, perse sempre più importanza, in quanto si trasferirono nella città nuova la gran parte delle attività commerciali e da ultimo la sede vescovile, che trovò alloggio prima in un edificio situato nella frazione di Falciano e poi in un palazzo situato nell'attuale Corso Trieste. I Longobardi esercitavano il potere per mezzo dei Ducati: uno di questi fu il ducato di Benevento, a cui Casa Hirta fu incorporata nell'848 circa. Fu a lungo contesa a questo dai principati vicini di Napoli, Salerno e Capua, restando a quest'ultima nell'879, e precisamente a Pandulfo di Capua che ne fu il primo Conte. Fino al IX secolo Casertavecchia vide un notevole incremento della sua popolazione: l'inizio delle incursioni saracene spingeva, infatti, gli abitanti della pianura a cercare rifugio in luoghi montani più sicuri e difendibili, il che portò al trasferimento della sede vescovile nel borgo montano. Fino al secolo XII la storia di Casa Hirta si confonde con quella della contea di Capua, inserendosi nelle lotte interne tra i signori Longobardi, Bizantini e Napoletani. Quando i Normanni la conquistarono nel 1057, Riccardo I, conte di Aversa, la eresse in contea per Roberto di Lauro nel 1062. Passò nel 1183 al figlio Guglielmo ed alla sua morte, nel 1199, al figlio Roberto. I nuovi conquistatori, pur nella loro durezza, portarono un po' d'ordine e di autorità. Accanto ad un maggiore sviluppo della popolazione e della vita urbana, sorsero la Cattedrale, voluta dal vescovo Rainulfo, il Palazzo Vescovile ed altri importanti edifici pubblici. Il Borgo, passato agli Svevi, conobbe il suo momento di maggiore importanza, anche nel campo politico, sotto il conte Riccardo di Lauro, del casato dei Sanseverino, valido consigliere e fiduciario di Federico II di Svevia. In questo periodo iniziarono i lavori del campanile e si aggiunse al castello la grande torre cilindrica, detta «Maschio», coeva delle famose architetture federiciane di Capua (1224-1239). Con la conquista angioina (1268) la contea fu affidata temporaneamente a Federico di Laisalto. Successivamente, re Carlo D'Angiò la confiscò per assegnarla a Guglielmo de Beaumont (italianizzato in Belmonte), l'ammiraglio francese che lo aveva salvato con la sua nave. Nel 1269, alla morte di Belmonte, la contea venne affidata a Bertando del Balzo e nel 1283 passò a Ludovico Roheriis, già giustiziere di Calabria e poi di Terra di Lavoro. Nel 1294 la città ebbe un nuovo feudatario, Goffredo Caetani di Sermoneta, fratello del Papa Bonifacio VIII. Quindi, nel 1310 passò al catalano Diego de Lahart (italianizzato in Della Ratta), di cui parla il Boccaccio nella sesta giornata del Decamerone, giunto in Italia al seguito di donna Violante d'Aragona. Il più famoso dei conti Della Ratta fu Francesco, che combatté vittoriosamente e il cui mausoleo si può ammirare nel Duomo di Casertavecchia.

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    Alla morte di Anna, ultima erede degli Acquaviva, il feudo passò nelle mani dei Caetani che, indebitatisi enormemente, furono costretti a vendere i possedimenti ai Borbone di Napoli. Questi, in particolare il suo Re Carlo III, pensarono di costruirvi la reggia borbonica, a partire dal 1750.

    L'esigenza del Re di Napoli di costruirsi una nuova reggia aveva un triplice motivo. In primis il Re aveva la necessità di costruirsi una residenza che fosse più lontana dal mare rispetto al Palazzo Reale di Napoli, per mettersi in salvo in caso di attacco da parte della flotta francese. In secondo luogo, il Re coltivava da tempo il desiderio di costruirsi una residenza estiva per il riposo. Inoltre, come terza motivazione, era mosso da un impeto di orgoglio e infatti ordinò al Vanvitelli di costruirgli una residenza che per bellezza, imponenza e maestosità, fosse superiore a tutte le altre europee. Obiettivo questo che, a detta di molti, avrebbe poi raggiunto con la costruzione della Reggia di Caserta.

    Il vecchio giardino degli Acquaviva (il cosiddetto "Bosco Vecchio") diventò il nucleo principale dell'attuale parco della Reggia, oggi uno dei più grandi parchi urbani del mondo con una lunghezza di 2,5 km. Un Parco pieno di fontane scenografiche, cascate, laghi, immensi prati, boschi fitti oggi a disposizione dei cittadini di Caserta che vi hanno accesso gratuito.


    La Reggia di Caserta, o Palazzo Reale di Caserta, è una dimora storica appartenuta alla famiglia reale della dinastia Borbone di Napoli, proclamata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

    Situata nel comune di Caserta, è circondata da un vasto parco nel quale si individuano due settori: il giardino all'italiana ed il giardino all'inglese. Il complesso del palazzo reale, con i suoi giardini lunghi circa 2,5 km, è uno dei più grandi d'Europa. All'interno del Parco della Reggia i casertani, che insieme agli abitanti dei comuni contigui di Casagiove e San Nicola la Strada hanno accesso gratuito, sono soliti praticare jogging o semplicemente pedalare in bicicletta, mezzo necessario per spostarsi all'interno dell'immenso parco. È possibile inoltre noleggiare biciclette e risciò all'interno del parco stesso oppure fare un giro in carrozzella. Di recente il Parco della Reggia di Caserta ha vinto il Premio come Parco più bello d'Italia 2009.

    L'unica nota stonata nel maestoso complesso vanvitelliano è data dal fatto che spesso sale importanti del Palazzo sono chiuse ai visitatori ai quali viene negata anche la possibilità di visitare la Cappella Palatina e il Teatro di Corte per strane ragioni di ordine pubblico difficili da comprendere.
    Una delle tante monumentali fontane all'interno del Parco della Reggia

    Sul lato ovest della reggia esiste la chiesa di San Francesco di Paola che fa parte di un complesso un tempo convento dei Frati Minimi, fondato nel 1605 da Andrea Matteo Acquaviva, oggi ospedale militare. Qui vi sostò papa Benedetto XIII nel 1727 e qui è sepolto Luigi Vanvitelli. In quest'ultimo caso, tuttavia, non è stabilito con certezza in quale parte della chiesa sia avvenuta la tumulazione.

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    Se fino agli anni ottanta Caserta sembrava una città alquanto povera dal punto di vista culturale, oggi bisogna riconoscere che le cose sono cambiate e questo è testimoniato da una serie di eventi. L'istituzione della Seconda università degli studi di Napoli ha dato il via ad una crescita culturale che ha poi portato all'apertura teatri, librerie, centri culturali, cinema e alla nascita di rassegne come il Leuciana Festival che hanno dato lustro alla città. L'offerta culturale è cresciuta di pari passo con la domanda e questo fermento è tuttora molto vivo.
    Caserta è la città in cui ha sede la Seconda Università degli Studi di Napoli, ospitando inoltre sul suo territorio quattro facoltà di tale ateneo, con i relativi corsi di laurea.

    Dalla fine del 2011 la città ospita anche la sede del Rettorato all'interno della Reggia di Caserta.

    Le facoltà che hanno sede a Caserta sono in particolare Scienze matematiche, fisiche e naturali, Scienze del Farmaco per l'ambiente e la salute (ex Scienze Ambientali), Psicologia, Studi politici e per l'Alta formazione europea e mediterrane "Jean Monnet" presso il Belvedere di San Leucio, frazione di Caserta, nata nel 2005 dalla trasformazione dell'omonima scuola di alta formazione e una sede della Facoltà di Medicina, sita presso il Centro Direzionale in frazione San Benedetto.

    Da settembre 2010 la Facoltà di Scienze Ambientali, inglobando il corso di laurea in Farmacia, si è trasformata in Facoltà del Farmaco e dell'Ambiente, sempre con sede in Caserta in via Vivaldi presso il Polo Scientifico.

    Nel 2005 a Caserta sono cominciati i lavori per il nuovo policlinico della Seconda università di Napoli, presso cui saranno trasferite tutte le attività didattiche della facoltà di medicina e chirurgia con sede a Caserta.

    Presso la città opera dal 1991 anche una università popolare: l'Università popolare di Caserta.

    Negli ultimi dieci anni a Caserta si è assistito alla proliferazione di teatri e sale cinematografiche che sono andati a compensare il vuoto che c'era stato fino agli inizi degli anni novanta, quando le vecchie strutture chiuse non erano state rimpiazzate da altre impoverendo molto l'offerta culturale della città.

    Oggi le cose sono cambiate e il cittadino casertano ha un ampio ventaglio di proposte. Sul fronte teatro, la prima struttura cittadina è il Teatro Comunale, situato nella centralissima via Mazzini. Si tratta di un teatro moderno dislocato su due piani con circa 500 posti: vi si svolge la stagione principale della città con spettacoli di livello nazionale oltre ad una serie di rassegne di musica da camera e concerti di musica classica.

    Altra struttura importante è il Teatro Don Bosco, di proprietà dei Salesiani di Caserta, un teatro di 400 posti tutto in marmo con una stagione nazionale grazie alla collaborazione con alcuni teatri di Roma.

    Nella zona sud della città, precisamente nel rione Acquaviva, c'è il Teatro Izzo, vero e proprio Teatro di Quartiere, 350 posti per una stagione soprattutto basata su spettacoli comici ispirati alla commedia napoletana.

    Nel quartiere Puccianiello vicino l'Ospedale Civile il Teatro Caserta Città di Pace offre il proprio palco e la propria platea di quasi 400 posti a tutte le compagnie amatoriali ma spesso vi si tengono anche spettacoli di livello nazionale.

    A San Leucio nei locali di una vecchia fabbrica l'Officina Teatro, con una platea di cento posti circa, offre una stagione di teatro singolare e diversa dalle solite con una grande attenzione ai temi sociali che vengono spesso affrontati in commedie quasi di nicchia, riservate ad un pubblico particolare.

    Senza dubbia la struttura più bella della città resta il Teatro di Corte all'interno della Reggia di Caserta, un piccolo gioiello risalente alla fine del XVIII secolo con una capienza di 450 posti. Il Teatro, una vera miniatuta del San Carlo di Napoli, usato anche per ospitare convegni e incontri culturali, è utilizzato per una serie di rassegne principalmente di musica classica come il Natale alla Reggia con concerti del maestro De Simone e della Compagnia da Camera di Caserta e quella Scarlatti di Napoli.

    La piccola sala del Centro Teatro Studi (C.T.S.) ospita gruppi di teatro amatoriali che coltivano il sogno di calcare i palchi più importanti d'Italia.

    Finalità simile per la Bottega del Teatro, altra piccola sala teatrale del capoluogo situata nel quartiere Acquaviva, zona sud della città. Anche qui spazio all'avanspettacolo e al teatro comico con grande spazio per le compagnie amatoriali. Ultima sala teatrale aperta in città è il Teatro Civico 14, situato in vicolo Della Ratta, traversa della centralissima Via Vico.

    A queste strutture al chiuso bisogna aggiungere le due all'aperto che vengono allestite in occasione di particolari rassegne. Ci riferiamo al Teatro dei Serici, nel Belvedere di San Leucio, che ospita gli spettacoli del Leuciana Festival e al Teatro della Torre, all'interno dei resti del castello Medioevale di Casertavecchia, che ospita alcuni spettacoli del settembre al Borgo.

    Unico e particolare nel suo genere resta il Teatro Fabbrica Wojtyla, vera fucina di giovanissimi artisti casertani che produce spettacoli originali con finalità altamente sociali.

    Sul fronte cinema, il Duel Village in pieno centro con 6 sale, parcheggio e ristorante- pizzeria annessi, è una delle strutture più frequentate in città. Altre sale sono il Duel City nel centralissimo Corso Trieste e il Don Bosco. Nella periferia della città, precisamente all'altezza del casello di Caserta Sud, il Big maxi- cinema con le sue 19 sale e il Cinepolis con altre 11 sale, rappresentano un'ottima alternativa alle sale del centro città.

    La cucina casertana è caratterizzata da piatti tradizionali come le salsicce di polmone, condite con i piccanti peperoncini locali. Molto buone sono le acciughe sotto sale, dissalate, in vasetto sott'olio, i fagioli "alla carrettiera" e le zite ripiene. Tipica è anche la mozzarella di bufala, visto che la provincia di Caserta è la zona dove è presente il maggior numero di bufale d'Italia. Tra i dolci c'è il Casatiello dolce, immancabile sulle tavole dei Casertani nel periodo pasquale. Tra i vini citiamo il Bianco d'Alife, il Conca Mondragone, il vino dei Campi Flegrei e il Pallagrello.
     
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