THE CLASH

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  1. Oceanya
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    The Clash



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    I Clash sono un gruppo musicale punk rock britannico. Attivi dal 1976 al 1986, furono uno dei gruppi più acclamati dalla critica del periodo.

    I Clash erano famosi per la loro varietà musicale (nel loro repertorio trovano posto reggae, dub, rap, rockabilly e altri generi), per la sofisticatezza lirica e politica che li distingueva dalla maggior parte dei loro colleghi appartenenti al movimento punk e per le loro esibizioni dal vivo particolarmente intense. Inseriti al trentesimo posto nella classifica degli artisti immortali stilata dalla rivista Rolling Stone, i Clash sono anche noti come The Only Band That Matters (l'unico gruppo che conti).

    Formazione



    1)Joe Strummer (vero nome John Graham Mellor, nato nel 1952 ad Ankara, Turchia, morto il 22 dicembre 2002): prima voce e chitarra ritmica
    2)Mick Jones (nato nel 1955 a Londra, Inghilterra): voce e chitarra solista
    3)Paul Simonon (nato nel 1955 a Londra, Inghilterra): voce e basso
    4)Topper Headon (vero nome Nicholas Bowen Headon, nato nel 1955 a Bromley, sobborgo di Londra, Inghilterra): batteria

    L'inizio



    I Clash si formano a Londra nel 1976, durante la prima ondata del punk britannico. Mick Jones dall'età di dodici anni strimpella una chitarra e ascolta New York Dolls e Mott the Hoople grazie ai dischi di vinile che sua mamma gli spediva regolarmente dall'America, dove era scappata insieme a un soldato statunitense; più avanti forma un gruppo, i London SS, nel quale transiteranno personaggi che saranno in prima fila nel punk inglese quali Brian James, Rat Scabies (in seguito entrambi nei Damned) e Tony James (Generation X).

    Conosce Bernard Rhodes (Bernie), che in breve diventa il manager dei London SS. L'apporto di Bernie al gruppo si rivela fondamentale nelle scelte iniziali e per il grande contributo stilistico.

    Contemporaneamente un ragazzo dal look originale fa un provino come cantante: si tratta di Paul Simonon. Paul rappresenta il classico "rude boy", fascinoso ma con nessuna esperienza musicale. Bernie, un giorno, lo vide entrare in sala prove: un ragazzo alto, biondo, con l'espressione da duro era perfetto per il gruppo. Sarà proprio Jones ad impartirgli lezioni di basso, dopo alcuni disastrosi tentativi con la chitarra. Il gruppo è formato da Jones alla chitarra, Simonon al basso, Keith Levene alla chitarra.

    Come cantante, guidati dal manager Bernie, i quattro reclutarono Joe Strummer dai 101'ers ("Tu vai bene", gli dissero, "ma il tuo gruppo fa schifo". Si racconta che Rhodes diede a Strummer 48 ore di tempo per firmare, ma lo richiamò per avere una risposta in 24 ore). Joe Strummer (letteralmente "Joe lo strimpellatore"), nato ad Ankara da buona famiglia a differenza dei soci. Si racconta che Joe stava camminando per strada quando Mick e Paul gli vennero incontro e Mick lo apostrofò in modo poco ortodosso, per il suo essere borghese. Joe rimase colpito dal ragazzo rude e quando scoprì che suonava nel gruppo in cui era stato chiamato si affrettò a contattare Bernie. Joe era dotato di una voce roca e graffiante e un'ottima capacità di scrivere testi. Saranno queste doti, tra le altre, a caratterizzare lo stile inconfondibile dei Clash ed a conferirgli il successo raggiunto.

    I ragazzi erano installati in un edificio abbandonato, adibito a sala prove, il Rehearsal Rehearsals, che divenne la base operativa del gruppo. Alla batteria venne chiamato Terry Chimes.

    Fu cosi che i Clash - nome pensato da Simonon dopo aver notato che il termine ricorreva in tutti i giornali - ebbero inizio.

    Il loro primo concerto fu il 4 luglio del 1976 al Black Swan di Sheffield come spalla dei Sex Pistols. Il concerto si rivela un mezzo insuccesso, ma i Clash sfornano pezzi che diventeranno veri e propri "anthem" come Janie Jones, London' s Burning, 1977. È celebre la frase di Strummer: "Valgono più due minuti di Johnny Rotten che due ore di 101' ers". Da qui inizia la stagione d'oro del gruppo londinese, a cominciare dall'enorme successo ottenuto durante il "Punk Rock Festival" tenutosi a Londra nel settembre dello stesso anno e che, tra l'altro, fu affrontato per la prima volta senza l'originario chitarrista Keith Levene il quale, lasciati i Clash, formerà più avanti i Public Image Limited, il gruppo post-punk di Johnny Rotten.

    Una prima esperienza in studio di registrazione fu con il promettente Guy Stevens per un demo con l'etichetta Polydor, ma le registrazioni, risalenti al novembre 1976, non furono convincenti e vennero accantonate. Nel frattempo Terry Chimes lascia, riappare solo per le registrazioni del primo album, e come sostituto temporaneo viene ingaggiato Rob Harper [3].

    Nel dicembre del 1976 i Clash si unirono ai Sex Pistols e The Damned per il disastroso "Anarchy Tour", un continuo di date annullate, con solo sette concerti effettivamente eseguiti, a causa della bestemmia di un membro dei Sex Pistols in diretta Tv.

    I Clash legavano la loro identità alla condizione giovanile proletaria inglese, invocavano una presa di coscienza dei kids, pretendevano il riscatto delle nuove generazioni, denunciavano il vuoto e le sofferenze nelle quali erano costretti a vivere. I loro messaggi erano diretti ed in fondo anche positivi nella loro rabbia, a differenza del nichilismo senza via d'uscita espresso dai Pistols.

    La politica



    I Clash condividevano con il movimento punk le critiche al sistema ed alla monarchia e borghesia inglese. Rifiutavano però le tendenze nichiliste di alcuni colleghi, come ad esempio i Sex Pistols. Trovarono invece la solidarietà di diversi movimenti di liberazione attivi all'epoca. Le loro idee politiche erano espresse nei loro testi, nelle prime canzoni come White Riot, che incoraggiava i giovani bianchi scontenti a diventare attivi politicamente come la loro controparte nera, Career Opportunities, che esprimeva il malcontento circa la carenza di posti di lavoro nel Regno Unito, e London's Burning, espressione della rabbia punk, ma allo stesso tempo estremamente analitica. Di fatto sono tra i primi gruppi ad utilizzare lo strumento musicale a fini manifestamente politici espressi però sempre in forma concreta (appoggio o critica a sistemi, a paesi o a semplici comportamenti).
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    In un caso, il 30 aprile 1978, ad un concerto di Rock Against Racism, organizzato dalla Anti-Nazi League, cui parteciparono oltre 80.000 persone,Joe Strummer indossò una controversa t-shirt su cui apparivano le parole "Brigade Rosse" con al centro l'emblema e la sigla della Rote Armee Fraktion. Egli disse in seguito che indossò la maglietta non per appoggiare le fazioni terroristiche di estrema sinistra in Italia e Germania, ma piuttosto per portare all'attenzione la loro esistenza. È significativo che proprio quel giorno i Clash suonarono la canzone Tommy Gun, canzone che richiama la banda Baader-Meinhof puntando l'attenzione su simili fenomeni e condannando la violenza, pur non senza qualche ambiguità.

    I Clash offrirono il loro supporto al movimento Sandinista e ad altri movimenti marxisti dell'America Latina (da cui il titolo del loro album del 1980, Sandinista!). Nel dicembre 1979, all'epoca dell'uscita del loro album London Calling, i Clash (come i Dead Kennedys negli USA) stavano cercando di far quadrare il cerchio, mantenendo la loro energia punk mentre sviluppavano sempre più il loro essere musicisti. Erano in particolare timorosi della loro fama crescente: accolsero sempre i fan nei camerini dopo i concerti, mostrando un genuino interesse nella relazione con essi.

    I Clash sono generalmente accreditati per aver fondato le radici del punk rock nella protesta liberale, ed erano noti per molti come i "rivoltosi dell'uomo pensante" per la loro visione politicamente astuta del mondo. Va notato che non furono mai completamente spinti dal denaro. Anche all'apice del successo, i biglietti dei concerti e i prezzi dei souvenir erano ragionevoli. Similarmente, il gruppo accettò delle royalty più basse per Sandinista! allo scopo di assicurarsi che l'album (triplo) venisse venduto allo stesso prezzo di un doppio LP. È noto che i membri dei Clash non hanno mai guadagnato grosse cifre, specie se paragonati a gruppi al loro livello. Si sa infatti che Joe Strummer al momento della sua morte ha lasciato alla moglie meno di un milione di sterline.

    Lo scioglimento



    Le tensioni interne non erano inizialmente apparenti, grazie al successo di Combat Rock. Ma dopo questo album i Clash iniziarono a disintegrarsi lentamente. Topper Headon venne cacciato a causa della sua dipendenza dall'eroina e il batterista originario, Terry Chimes, venne ripreso per suonare nei concerti successivi. I membri chiave entrarono in un gioco di vendette. Terry Chimes lasciò la band dopo il Combat Rock tour del 1982, convinto che il gruppo non potesse continuare con le lotte intestine che l'agitavano. Nel 1983, dopo una lunga ricerca per un nuovo batterista, venne reclutato Pete Howard, che si esibì con la formazione originale in diverse date minori negli USA e davanti al più grande pubblico mai avuto dai Clash, allo US Festival di San Bernardino (California) — l'ultima apparizione di Mick Jones con i Clash.

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    Nel settembre 1983, Strummer e Simonon estromisero Jones dal gruppo, citando il suo comportamento problematico e la divergenza nelle aspettative musicali: Jones fonderà i Big Audio Dynamite (BAD). In realtà è stato dichiarato dallo stesso Mick Jones che fu "Bernie" Rhodes a convicere Joe ad estrometterlo dal gruppo, con frasi come: «tu hai firmato, Paul anche...lui no, cos'ha lui di diverso da voi? Sei sicuro di volerlo ancora nel tuo gruppo?». Fu molto facile per il manager dei Clash convincere i due a cacciare Mick (Rhodes era stato cacciato dal gruppo proprio da Jones in precedenza e fra i due c'era sempre stata diffidenza reciproca).

    Dopo una serie di audizioni la band annunciò che Nick Sheppard, già membro dei Cortinas di Bristol, e Vince White sarebbero stati i nuovi chitarristi del gruppo. La nuova formazione fece i suoi primi concerti nel gennaio 1984, presentando del nuovo materiale e si lanciò in un tour autofinanziato, soprannominato Out of Control tour.

    Musicalmente, la band era ancora in grado di ricreare — a volte migliorare — l'infuocata intensità della formazione originale, ma il feeling e la fiducia tra la vecchia guardia e i nuovi arrivati erano precari a causa delle circostanze e della poca familiarità. Indipendentemente da ciò, il gruppo fu in tour intensamente durante l'inverno e fino ad inizio estate, con Strummer che si prese una pausa fino all'autunno per seguire alcune questioni private. Ad una esibizione in favore dei minatori in dicembre, egli annunciò che il gruppo aveva un nuovo album e lo avrebbe pubblicato all'inizio del nuovo anno.

    Le sessioni di registrazione dell'album (che si tennero prevalentemente in uno studio di Monaco di Baviera) furono un massacro, col manager Bernie Rhodes che sprecò il considerevole talento di Howard in favore di una drum machine, reingegnerizzò gli arrangiamenti live delle canzoni e si affidò a sintetizzatori e cori da stadio. Altre canzoni eseguite durante il tour non vennero pubblicate, come Jericho (conosciuta anche sotto i nomi di "Ammunition" o di "Thank You Chief")[8], Glue Zombie[9], (In the) Pouring Rain[10].

    Disilluso dall'album di Rhodes, Strummer portò la band a girovagare per l'Inghilterra del nord e la Scozia, suonando gratis agli angoli delle strade e nei bar. I Clash fecero i loro ultimi concerti in alcuni festival europei del 1985, con Strummer che infine riunì la band per scioglierla. Nel frattempo venne pubblicato l'album, Cut the Crap, che ricevette una scarsa accoglienza, anche se fece meglio dell'album dei Big Audio Dynamite negli USA. Cut the Crap non fu nemmeno incluso nella discografia ufficiale redatta dai Clash alcuni anni dopo, dato che Joe Strummer rinnegò il lavoro.

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    In realtà, nel corso del 1986, il gruppo tentò di rimettersi insieme con una nuova formazione. Questa formazione, guidata da Bernie Rhodes e da Paul Simonon (l'unico componente originale del gruppo rimasto, mentre Strummer aveva dato forfait qualche tempo prima), effettuò infatti diversi provini per reclutare nuovi componenti. Fortunatamente l'idea non ebbe seguito e di lì a poco venne dato l'annuncio ufficiale dello scioglimento dei Clash. Pare inoltre che gli stessi Simonon e Strummer avessero cercato di convincere Mick Jones a tornare nel gruppo: se non altro il tutto si risolse in una pacificazione degli animi, tanto che Jones invitò i due suoi ex colleghi a partecipare al video di Medicine Show, dei Big Audio Dynamite.

    Discografie



    1977 The Clash
    1978 Give 'Em Enough Rope
    1979 The Clash [U.S.]
    1979 London Calling
    1980 Sandinista!
    1982 Combat Rock
    1985 Cut the Crap







    THE CLASH



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    The Clash Biography

    Quite simply, the Clash were among the most explosive and exciting bands in rock and roll history. They played a major role in creating and defining the punk movement. If the short-lived Sex Pistols were glorious nihilists, then the Clash expressed punk’s impassioned political conscience. Their explosive, uptempo punk-rock manifestos were unleashed with pure adrenaline and total conviction. Following the Sex Pistols’ dissolution in January 1978, the Clash became the central voice of the punk movement and remained at the forefront for five years. Their albums - The Clash (1977), Give ‘Em Enough Rope (1978), London Calling (1979), Sandinista! (1980) and Combat Rock (1982) - captured the tumult of the times with unerring instinct and raw power.

    The Clash possessed an indefinable chemistry that makes for a great band. Rhythm guitarist Joe Strummer wrote most of the words and lead guitarist Mick Jones generated with much of the music. Bassist Paul Simonon’s background in painting and sculpture helped shape the band’s aesthetic overview. Topper Headon was a journeyman drummer who found his niche powering the Clash. “As a mix of personalities,” noted writer Lenny Kaye, “the Clash was a perfect engine.” They ran hottest on a concert stage, where all their political zeal and undaunted idealism found expression in music erupted with an exhilarating forcefulness. Lester Bangs described the Clash in concert as “a desperation uncontrived, unstaged, a fury unleashed on the stage and writhing upon itself in real pain that connects with the nerves of the audience.” Only a month before his untimely death in 2002, Joe Strummer recalled the Clash onstage in similar terms: “It was like a fireworks display,” he told writer Jon Weiderhorn. “It was like, ‘Bang!’ As soon as that first tune came in it seemed to us like three seconds before we hit the last chord of the last tune. It was like a psychedelic, kinetic blur.”

    Fittingly, Mick Jones and Joe Strummer met on a dole queue (unemployment line). The group formed in June 1976 when Strummer left his pub-rock band, the 101’ers, to join Jones, Paul Simonon and guitarist Keith Levene - members of the Jones-led London SS - in a new project. Terry Chimes (a.k.a. “Tory Crimes”) was picked to play drums, and Levene left a few months later, eventually forming Public Image Ltd. with Johnny Rotten. When the Clash came together in London, Strummer was living as a squatter in a communal house, while Jones shared his grandmother’s flat. Both were well-situated to write about the rampant boredom, poverty and class warfare that guided the punk outlook. Bassist Simonon suggested they call themselves “the Clash” after noticing how frequently that word appeared in a newspaper he happened to be perusing. With its insinuation of conflict, they couldn’t have picked a better name.

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    Their landmark first album, The Clash, was cut in three weekends and released in Britain in April 1977. It included such punk-rock anthems as “White Riot,” “I’m So Bored With the U.S.A.” and “London’s Burning.” Their reworking of Junior Murvin’s reggae classic “Police & Thieves” signaled an early recognition of the common ground between the punk and reggae communities. The Clash has been called “archetypal, resplendent punk,” and it was one of those paradigm-shifting albums that forever altered the course of rock. Ironically, it was not initially released by the band’s American label, Epic, which deemed it “too crude.” (As a further irony, the label would later sticker Clash releases with these words: “The Only Band That Matters.”) Word of mouth and favorable press made The Clash one of the best-selling imports in history and Epic released a bastardized version of the album in 1979.

    In late 1977 and early 1978, the Clash issued a series of non-album singles - “Complete Control,” “Clash City Rockers” and “(White Man) In Hammersmith Palais” - that connected like a series of street communiqués. Their second album, 1978’s Give ‘Em Enough Rope, found the group tightening its sound on such quintessential tracks as “Safe European Home” and “Stay Free.” The group’s acknowledged classic, the double album London Calling, appeared in December 1979 in the U.K. and January 1980 in the U.S. Appropriately, it brought the best aspects of 1970s punk - slamming energy and anti-establishment attitude - into the new decade with a fresh sense of engagement and intelligence. Produced by Guy Stevens, London Calling was one of the essential albums of the 1980s. The Clash charted their first American hit, “Train in Vain” (Number 23) from London Calling - although, in iconoclastic Clash fashion, the song was added at the last minute and went unlisted on the jacket. Intentional or not, this omission suggested that the band meant to distance itself from the machinations of fame - or at least have control over the process. Rude Boy, a 1980 film about the Clash and their punk-rock milieu, contained concert sequences that demonstrate why they were considered one of rock’s greatest live acts.

    The Clash followed London Calling with Sandinista!, another multi-sided opus. The Clash agreed to a diminished royalty rate so that the triple album could be affordably retailed. Despite the enormous body of material, song quality remained high throughout Sandinista!, which included the Clash classics “The Magnificent Seven” The Call Up,” “Police on My Back,” and ”Washington Bullets.” London Calling and Sandinista! both fared well in America, charting at Number 27 and Number 24, respectively - impressive showings for a double and triple album.

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    The Clash’s final album, Combat Rock, ushered them out with a somewhat qualified bang. Released in 1982, Combat Rock peaked at Number Seven on the album chart and yielded a Top 10 hit, “Rock the Casbah.” It also included “Should I Stay or Should I Go,” a garage-rock homage. Nine years later, the song would go to Number One on re-release in England, belatedly giving the band its only Number One hit in their homeland. By the time of Combat Rock, the Clash were feuding internally, and it’s perhaps appropriate that this pioneering punk band fractured on the cusp of stardom. The original foursome performed for the last time at a 1983 California rock festival. Shortly thereafter, Jones left the Clash, resurfacing with Big Audio Dynamite. A reconstituted Clash, including only Strummer and Simonon from the original group, released Cut the Crap in 1985 and disbanded the next year.

    The three founding members - Strummer, Jones and Simonon - cooperated in the compiling of a live album (From Here to Eternity) and video documentary (Westway to the World), released in 1999. If not exactly a reunion, it was a rapprochement. On November 15, 2002, Jones and Strummer shared the stage for the first time in nearly 20 years, performing three Clash songs during the encore of a London benefit show by Joe Strummer and the Mescaleros. This raised hopes for a Clash reunion, which were dashed when Strummer died of a heart attack on December 22, 2002.

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