Bellezze: naturali contro ritoccate

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    Angela

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    Anguillara Sabazia

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    Bellezze: naturali contro ritoccate
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    In agguato il rischio "caricatura"

    Basta uno sguardo in giro, in palestra, in piscina, ma anche al ristorante o in spiaggia per individuare al primo sguardo le due grandi squadre in cui si dividono le italiane ultra trentenni: da una parte le belle al naturale, dall'altra le "ritoccate". Queste ultime, spesso, sono ben riconoscibili e con lineamenti e tratti anche estremi, dalle labbra a palloncino, gli zigomi rigonfi e seni che sembrano fare a pugni con la forza di gravità. Insomma, il ritocco diventa artificio, utilizzato alla stregua di un mezzo per distinguersi. Anche se il rischio è quello di trasformarsi in una caricatura.

    L'allarme arriva da Pierpaolo Persichetti, primario di chirurgia estetica e ricostruttiva dell'Università Campus Bio-Medico di Roma che, insieme al collega della Sapienza Nicolò Scuderi, fa il punto sulla questione. "In tv, ma anche sui giornali – spiega il medico - trionfano icone della bellezza innaturale", a cominciare da presentatrici e donne di spettacolo che all'improvviso sfoggiano zigomi rigonfi, labbra a canotto, seni fuori misura e visi plastificati dalle troppe punturine. "Oggi le pazienti del medico estetico e del chirurgo plastico non sono più tali, ma piuttosto delle clienti che chiedono con forza un certo tipo di intervento, senza pensare a quanto armonico possa essere adesso, o fra qualche anno".

    Non solo: oltre a trasformarsi in bambole di plastica, le donne sembrano soddisfate del loro aspetto. Ad esempio, le labbra a canotto, anche se sono improbabili e innaturali, continuano a essere richieste. "Non si è più attenti all'evoluzione filosofica e personale di sé, quanto all'apparire fine a se stesso, dal momento che l'aspetto esteriore nel mondo di oggi può essere motivo di crescita sociale. Un modo per esercitare potere e appeal". Insomma, la squadra delle "ritoccate" vive nell'allegra inconsapevolezza dell'effetto che provoca a un occhio critico o almeno attento. Per non parlare poi di quello accadrà tra qualche tempo, quando le donne in questione si troveranno a 70-80 anni e ancora copn le labbra a palloncino.

    Il futuro dunque sembra prospettare una generazione di nonne siliconate e lisce, magari in bikini per sfoggiare l'ultima liposuzione. Spiega Persichetti: "Lo spettro è quello di icone artificiose e caricature quasi aliene". Insomma, tutti gli esperti si augurano un'inversione di tendenza, a cominciare dall'atteggiamento dei medici. "Ci siamo interrogati sulla bellezza, nell'arte e nella storia, sull'armonia del volto e del corpo. Occorre rieducare al gusto, riportare l'attenzione su ciò che vale veramente". Ma anche insegnare a dire no alle richieste estreme. Ossia: se c'è un disagio è giusto intervenire e correggere, ma è indispensabile capire se c'è un modo per aiutare, senza che si generi in futuro un disagio maggiore. Insomma, sta agli specialisti aiutare le pazienti e i pazienti che si rivolgono al chirurgo a riscoprire "il senso della misura e dell'armonia. Il medico, nel corso dei secoli, ha svolto sempre questo ruolo di elemento di discernimento. E deve tornare a svolgerlo".
     
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